CAPITOLO 1

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"Celeste, sbrigati o farai tardi. L'areo non aspetta te" urla mia mamma, dal piano di sotto.

"Si mamma, arrivo"

É da mezz'ora che cerco di chiudere questa dannata valigia, ma non sembra darmi ascolto. Finalmente lascio questa  città, Venezia; la città dell'amore direbbero tutti, ma amore un corno. Un mese fa ho scoperto che il mio adorato fidanzato, ormai ex, mi tradiva da un bel po' e indovinate un po' con chi? Ebbene si, con la mia migliore amica. In un giorno ho perso non solo il ragazzo che credevo mio per sempre, ma anche la mia migliore amica, a cui confidavo tutto e consideravo come una sorella. Mi sbagliavo di grosso. In questi giorni , per fortuna, c'è stato mio fratello Adam a consolarmi, e gliene sarò per sempre grata. Nonostante io abbia superato questa cosa, o almeno credo, ho deciso di trasferirmi, di ricominciare una nuova vita lontano da qui. Andrò a Roma e frequenterò il primo anno di Università lì, cercando di dimenticare questa città. Il mio nuovo obbiettivo? Diventare una persona diversa, una vera stronza e non mi farò calpestare più da nessuno.

"Cele, ti sbrighi?" urla di nuovo mia madre

"Si mamma, eccomi" dico, scendendo le scale e arrivando in cucina.

"Andiamo" dico , con un sorriso a 32 denti.

Il viaggio da casa all'aeroporto è stato breve; mia madre non ha fatto altro che farmi raccomandazioni del tipo "Mangia Cele", "Non diventare un'asociale" , "chiamami ogni giorno" e poi altre cose che io non ho ascoltato, annuivo solamente perché si sa, alle mamme bisogna sempre dire di si. Scendiamo dalla macchina ed entriamo dentro l'aeroporto. Una voce annuncia la partenza del mio volo e saluto i miei genitori. Mia madre è un fiume di lacrime. Quanta tragedia, non sono mica morta, sto solo partendo. L'abbraccio forte e "Mamma , non piangere, io starò bene".

"Ciao bro, prenditi cura di mamma e non fare cretinate ora che starò via" dico a mio fratello, dandogli una pacca sulla spalla

"Ciao Papà, ti voglio bene. Ci vedremo presto" dico, abbracciandolo.

Prendo la valigia e , dopo avergli dato un ultimo saluto, volto le spalle e mi dirigo verso l'aereo. Sono pronta ad imbarcarmi; sono pronta per una nuova vita.

"I gentili signori sono pregati di allacciare le cinture di sicurezza, tra pochi minuti l'aereo decollerà. Buon viaggio a tutti" dice una voce

Allaccio la cintura e metto le cuffie nelle orecchie per ascoltare un po' di musica quando sento qualcuno picchiettarmi sulla spalla. Mi volto e vedo un ragazzo alto e dagli occhi chiari. Un bel ragazzo devo dire.

"Ehm scusa, posso" dice, indicando il posto accanto al mio

"Fa pure" dico

"Ciao , piacere Liam" dice

"E chi se ne frega" pronuncio

"Quanto sei acida, e io che volevo essere gentile"

"Piacere Celeste, sei contento ora?" ironizzo

"Molto"

Mai una volta che vada tutto per il verso giusto, anche il vicino rompipalle doveva capitarmi. L'aereo finalmente decolla e io metto le cuffie nelle orecchie per poi voltarmi e guardare fuori al finestrino. Le case diventano sempre più piccole, fino a quando scompaiono e si vedono solo tante nuvole. Gli occhi diventano pesanti e cado in un lungo sonno. Vengo svegliata da una dolce voce che mi chiama.

"Dai mamma , ancora un po'" dico, assonnata

"Non sono tua madre, svegliati dormigliona, siamo arrivati" dice un tizio

Mi stropiccio gli occhi e , quando finalmente riesco ad aprirli, vedo Liam.

"Oh scusami" dico solamente.

"Non ti preoccupare. Sei più carina quando dormi"

Mi imbarazzo e un leggero rossore compare sulle mie guance

"Hey, ma che fai , ti imbarazzi?" dice , scoppiando dalle risate

"Cazzo ridi cretino, e poi perché dovrei imbarazzarmi? Per te? Ma fammi il piacere" rispondo, spostandolo leggermente di lato per passare. Menomale che sono arrivata, almeno non dovrò più vedere quel tipo. Prendo la valigia , quando sento qualcuno chiamarmi. Mi volto e vedo il ragazzo di prima. Che vuole ora?

"Che vuoi ?" chiedo con freddezza.

"Hey, stai calma, volevo solo chiederti se ti serviva un passaggio"

" No, grazie so badare a me stessa"

"Dai, non mordo mica" dice, con occhietti dolci

"Okkey, accetto solo perché non mi va proprio di aspettare"

Lo seguo fino alla macchina e saliamo.

"Dove devi andare?" mi chiede, mentre continua a guidare

" Piazzale Aldo Moro" dico

"Che strano, anche io vado lì"

"Cosa?" non ci posso credere

"Abito lì con alcuni ragazzi da due anni ormai e ora che ci penso, oggi doveva arrivare una nuova coinquilina, una sfigata veneziana" dice, ridendo

"Quella sfigata veneziana ce l'hai proprio davanti"

Ferma di colpo la macchina, e rischio di finire con la testa nel vetro.

"Dimmi che stai scherzando" dice, voltandosi verso di me

"Per niente, e ora vorrei scendere grazie" cerco di mantenere la calma. Scendo dalla macchina e sbatto la portiera con forza. Santo cielo che giornata. Non bastava dovermelo trovare nell'aereo, ora ci dovrò anche convivere con quell'essere spregevole dal sorriso incantevole.

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Buonasera, miei piccoli lettori. Ho iniziato a scrivere una nuova storia e spero vi piaccia. Ovviamente continuerò a scrivere "lasciati amare", quindi non so quando spesso potrò scrivere nuovi capitoli a questa storia. Perdonatemi. Baci, Nana

RICOMINCIO DA MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora