Avete presente quando non volete più alzarvi dal letto?
La situazione era un po' questa. Ero stufa della gente che mi prendeva poco sul serio, o semplicemente della gente che non voleva che io stessi bene. Volevo cambiare città, ma pensai che forse non era la cosa migliore, perché cambiando città non sarebbe cambiato nulla. Non potevo scappare da me stessa, era inevitabile questa lotta e questo predominio futile.
Scusatemi se non mi sono presentata, io sono Camila e questa è la mia meravigliosa vita, fin da quando ero piccola gli altri mi deridevano o semplicemente si prendevano gioco di me, non stavo più vivendo una vita, sopravvivevo, questa è la mia storia, e spero vivamente di condividerla per intero con voi.
Vivo in un quartiere di Miami anche se però non è dei migliori si può dire che siamo una famiglia benestante, frequento il terzo anno delle superiori e vorrei davvero finire questa scuola di merda per poter scappare via dagli altri. Ma detto ciò vi lascio alla mia normale giornata, di una normale vita di merda.
Beep-beep
Ed ecco che inizia un altro stupendissimo giorno di questa meravigliosa vita.
Mi alzo dal letto e vado in bagno, specchiandomi e non sentendomi a mio agio con ciò che vedo (che novità) mi lavo i denti, mi spazzolo i capelli e inizio a vestirmi, e in breve tempo sono pronta e mi reco in cucina per mangiare qualcosa.
Sinu : buongiorno Mila, dormito bene?
Io: oh a meraviglia.
Sinu : Non essere sempre così negativa, su forza, magari succederà qualcosa di diverso.
Senza dir parola mi reco fuori, e noto con mia sorpresa che la mia amica Normani era già fuori e aspettava me che salissi sulla sua auto.
Normani : Buongiorno Mila.
Io : Ciao Mani.
Normani : Uuh, va bene partiamo dritte a scuola.
Nel tragitto Normani mi disse che il professore di matematica sarebbe mancato, oh fortunatamente, non lo sopportavo più quel coglione.
Arrivate a scuola, tutti come sempre iniziarono a guardarmi, sinceramente nemmeno io sapevo perché. Ci dirigemmo all'angolo fumatori, e ne approfittai per fumare una sigaretta, a prima ora avremmo avuto supplenza, quindi non me ne preoccupai più di tanto di fare un ritardo.
Dopo 10 minuti entrammo, e tutti i miei compagni bisbigliavano fra loro, così abbastanza confusa mi andai a sedere al mio solito banco.
Non facendo nulla in classe me ne andai fuori, e saltai l'ora, facendomi richiamare dal preside, il quale chiamò mia madre.
E tutta la serata la passai tra urla e pianti, a chiedermi davvero perché mi sentivo in quel modo. Stavo davvero male, così presi gli auricolari e feci partire i 1975, le lacrime scorrevano senza mai fermarsi, l'una rincorreva l'altra. Mi presento, questa è la vera Camila Cabello, 16 anni, e con la voglia di scappare.
Angolo autrice
Volevo chiedervi scusa se non ho aggiornato la scorsa storia, ma mi sono un po' bloccata e non riuscivo a trovare ispirazione. Poi in due mesi scrissi questa ff che spero vi piaccia, è una bellissima strana storia d'amore. Spero che mi seguiate ancora.
Ps non sono morta.
-Jess