III - My cigarette

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Love is a drug and you are my cigarette
Love is an addiction and you are my Nicorette
Love is a drug, my chocolate, my cigarette
I feel sick got to medicate myself

Neji è rimasto basito davanti a quelle due parole. Neanche Kiba che gli sta vomitando accanto, in un cestino prontamente portato da Naruto, è riuscito a smuoverlo.
Dopo aver elaborato ciò che aspetta da fin troppo tempo, e che ha confessato solo a Sasuke, suo compagno di classe e amico, ritorna alla realtà. Si ritrova Kiba che ha appena finito di rigettare il suo coraggio, assieme al resto, e si accascia su di lui. Neji cerca di risollevarlo.
"Ti riporto a casa" dice più a se stesso che a Kiba.
Con l'aiuto di Sasuke lo sollevano e lo portano alla moto parcheggiata fuori.
"Attento che non cada"
"Vado piano e tu cerca ti tenerti" dice a un Kiba semicosciente.
Detto questo parte in direzione della casa di Kiba.
Arrivati davanti all'abitazione cerca di svegliare Kiba che nel frattempo si è addormentato con le braccia attorno a lui come fossero la sua cintura di sicurezza.
"Kiba" sussurra "siamo arrivati a casa, hai le chiavi per entrare?"
Kiba sente la sua voce e rinviene per qualche secondo, il tempo a sufficienza per mugugnare "Mamma..." e puntare il dito per aria, per poi accasciarsi nuovamente.
Neji non sa bene cosa fare. Kiba lo ha preso per sua madre? Oppure voleva dirgli qualcos'altro. Magari stava indicando l'abitazione.
Neji si volta a guardare la casa dietro di sè, la casa dove abita la famiglia Inuzuka, e nota che c'è una luce accesa. Non sa bene cosa fare. Dopo qualche istante in cui pensa se tentare o meno di citofonare, si decide. Da qualche scossa a Kiba per farlo svegliare e lo prende sotto l'ascella per aiutarlo a scendere dalla moto, dopodiché lo sorregge fino all'ingresso di casa. Davanti alla grande porta d'ingresso c'è una luce e Kiba chiude gli occhi per la troppa luce.
Neji suona e aspetta.
Si sentono dei rumori provenire dall'interno della casa, poi dei passi fino a pochi centimetri dalla porta. Neji per un instante si sente osservato, osservato da un occhio tramite lo spioncino installato sulla grande porta.
La porta si spalanca come a rallentatore e una imponente figura fa capolino in controluce.
Quando finalmente la porta è completamente aperta e la figura fa un passo avanti sulla soglia, la luce esterna la illumina. È la madre di Kiba che si stringe in una vestaglia beige decorata da qualche macchia di cibo insecchito. Gli occhi di Neji cadono sulle due pantofole che calza, sono come quelle che si trovano agli hotel, l'unica differenza è che le sue presentano una testa di husky, abbastanza grande da essere notta a prima vista, incollata sulla parte superiore.
"Ehi Neji, cosa ti porta da queste parti?"
Neji conosce già la madre di Kiba, in passato è stato parecchie volte a casa sua e ha avuto modo di conoscere e apprezzare la sua totale noncuranza dell'opinione altrui rispetto al suo modo di vestire, in particolare quando è in casa sua, nel suo habitat. Quindi non si stupisce affatto nel vederla così vestita, quanto più per il fatto che è la fine di luglio e, sebbene sia notte, la temperatura tocca tranquillamente i 30 gradi. E lei si sta stringendo nella sua morbida vestaglia.
"Non c'era la serata genitori stasera? Hanno già finito?"
"Ah sí... ma non sono andata, ho la febbre a 39 e non me la sono sentita di andare al raduno. Tanto ne faranno un altro tra qualche settimana, prima di ferragosto"
Solo in quel momento Tsume si accorge della presenza del figlio avvinghiato al collo di Neji nel tentativo di reggersi. Neji è più alto di Kiba, avendo un paio di anni di differenza, e Tsume per un istante ha l'impressione di vedere un orango aggrappato a un albero. Devono essere le allucinazioni date dalla febbre si dice.
"Stavamo mangiando della pizza a casa di Sasuke quando Kiba si è sentito male. Prima ha anche vomitato" cerca di spiegare Neji vedendo la madre di Kiba visibilmente sofferente "Mi dispiace che tu stia male, ma mi dai una mano a portarlo in camera sua. Stendendosi si sentirà meglio"
Tsume non fa domande, sa che probabilmente suo figlio avrà preso qualcosa, o bevuto, e non c'è motivo di fare una scenata ora che lui è incosciente e lei sta male. Aiuta Neji a portare il figlio in casa, su per la scala e infine in camera sua. Lo distendono sul letto mentre Kiba continua a dormire.
I due scendono al piano di sotto per lasciare riposare Kiba in pace "Grazie per esserci sempre per lui e per averlo riportato anche stavolta perlomeno intero"
Neji sorride all'idea delle gambe di Kiba che corrono da un lato mentre il busto e la testa gli urlano di tornare indietro. Deve avere ancora gli effetti dei due tiri fatti poco prima che Kiba gli cadesse addosso, mentre guardava il cielo e le stelle. Prima che quelle due semplici parole "ti" ed "amo" lo rendessero uno stoccafisso per quasi cinque minuti.
"Non c'è problema. Questo ed altro per un amico speciale" Neji sorride dicendo queste ultime due parole.
Prima di congedarsi le chiede "Quando si sveglia puoi dirgli di chiamarmi?"
"Certamente, dopo che avrò chiarito con lui un paio di cose" dice riferendosi al modo in cui si è ridotto Kiba.
"Non avercela con lui, non è colpa sua... è tutta colpa mia se è stato male" Neji spera di convincerla con queste parole, senza aggiungere altro a riguardo. Si rende conto che Kiba si è ridotto così nel tentativo di dirgli quelle poche parole ricche di significato, che lui non ha avuto il coraggio di dirgli per mesi.
"Vedremo, intanto buona notte Neji"
"Arrivederci Tsuma"
Detto ciò Neji esce dalla casa e raggiunge la moto che lo aspetta una decina di metri più in là, in strada.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 18, 2021 ⏰

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