"Era un caldo pomeriggio di Agosto, il 26 per essere precisi.
Jinn si stava preparando in camera sua pronto per annoiarsi per la medesima volta ad una sua festa di compleanno, quando all'improvviso bussarono alla porta. Era sua madre che gli disse: "Sei pronto? I parenti ti aspettano di sotto".
A Jinn le feste non erano mai piaciute, tantomeno le feste dei suoi precedenti compleanni.
Così, per una volta, nella sua testa, espresse il desiderio di non volere alcuna festa di compleanno.
Pensando ormai di essere costretto a dover festeggiare una "tradizione di famiglia" (perché per Jinn, 17 anni non erano un motivo valido per festeggiare, ma per la sua famiglia sì), scese le scale che lo avrebbero portato davanti ai suoi familiari e ai suoi amici, ma una volta svoltato l'angolo della casa che dava sulla cucina e la sala, notò che non c'era nessuno.
Niente parenti, niente amici, nessuna seccatura.
A Jinn questo sembrò molto strano e quindi decise di affacciarsi alla finestra per vedere se tutti si fossero nascosti in giardino per fargli una sorpresa, ma non fu così. Non c'era anima viva.
Jinn però notò come, quella che fino a 5 minuti fa era una giornata caldissima, si fosse trasformata in una giornata di pioggia, cosa molto strana visto che le previsioni non davano acqua.
Decise allora di prendere un ombrello e andare a farsi una passeggiata, tanto per riflettere e pensare il perché tutti quanti si erano volatilizzati nel nulla senza dire una parola.
Dopo un'ora di camminata, Jinn cominciò a strizzarsi le meningi e iniziò ad elencare tutte le possibili opzioni per il quale tutti e proprio tutti non avevano voluto fermarsi a festeggiare il suo compleanno e che, senza dire una parola, se ne erano andati.
Ecco elencate qua di seguito alcune opzioni scartate da Jinn: "Demenza senile contagiosa", "Grave incidente imprevisto", "Rapimento alieno", "Realizzazione del fatto che festeggiare a me non piace" e via dicendo.....
Alla fine Jinn si convinse del fatto che forse, tutti i suoi amici e i suoi familiari, si erano semplicemente stancati di aspettare una persona che come lui, odiava divertirsi dappertutto.
"Non hanno tutti i torti", pensò Jinn, infondo lui, fin dalle elementari, ha sempre odiato la sua esistenza e, per questo motivo, gli piaceva odiare tutto e tutti.
Da piccolo non aveva amici e tutti lo prendevano in giro per la sua magrezza e i suoi modi di fare, per questo lui non si fidava di nessuno se non di poca gente, ma questa è un'altra storia.......
Sì mise in testa che, se voleva che tutti tornassero a festeggiare il suo compleanno (per quanto non ne avesse per niente voglia), doveva dimostrare a tutti quanto sapeva divertirsi alle feste, e così fece. Sì mise al lavoro.
Cominciò, per prima cosa, a pensare a quale festa potesse andare, a patto che non fosse troppo lontana.
Stava per andare nel panico, quando, all'ultimo secondo, si ricordò di quella sua compagna di classe, Mary, che stava dando una festa a casa sua proprio quel giorno. A Jinn l'idea non piacque, ma controvoglia decise comunque di prenderne parte, infondo casa sua distava solo due isolati da quella di Mary.
Prese la bicicletta e si avviò per via San Martino 12, l'indirizzo di casa di Mary.
Una volta arrivato bussò alla porta e i genitori della sua compagna vennero ad aprirgli.
Appena entrato vide tutti con arie allegri che ballavano nel salotto con la musica a tutto volume.
Jinn si fece coraggio e si mise a ballare attirando l'attenzione di tutti, compresa Mary ( Jinn la odiava da quella volta che da piccoli lei gli rubò una caramella).
Mary allora decise di prendere di forza Jinn e portarlo in camera sua per parlargli in privato.
Jinn, per la prima volta tutto sorridente e contento (erano 12 anni che non rideva più) disse che voleva soltanto divertirsi e ridere insieme a tutti gli altri, come ogni singola persona "normale" (Jinn odiava quella parola perché secondo lui, la normalità non esisteva).
Mary ribatté dicendo che le aveva fatto piacere vedere che si era divertito e che era riuscito a far divertire ancora di più tutti gli altri e che, a loro volta, aveva fatto piacere, ma visto che non era stato invitato lo prese e lo sbatté fuori di casa, prima però dandoli un bacio sulla guancia e balbettando un leggero "grazie per essere venuto".
Jinn tornò a casa pensando che i suoi amici e i suoi familiari avessero visto, ovunque fossero stati nascosti, come riusciva a divertirsi alle feste in mezzo alle persone.
Sfortunatamente Jinn non trovò nessuno ad aspettarlo a casa, così decise di passare alle maniere drastiche: aiutare qualcuno in difficoltà.
A Jinn dava fastidio il fatto di doverlo fare, non perché fosse cattivo con gli altri, ma perché gli venne in mente come da piccolo aiutava gli altri e loro non ricambiavano mai i suoi gesti educati, nemmeno dicendo un semplice "grazie", ma cosa ancora più schifosa, se ne approfittavano sempre!.
Fuori ormai aveva smesso di piovere, ma la nebbia causata dalla pioggia e il vento, avrebbero impedito a chiunque di vedere a un palmo dal proprio naso.
Jinn non si fece fermare da questo dettaglio, sapeva chi aiutare.
Non seppe nemmeno lui come fece a ricordarselo ma gli venne in mente di una sua vecchia conoscenza di quando era bambino (intorno ai 7/8 anni).
Un ragazzo di nome Peter, una volta, era il suo vicino di casa, ma lo fu solo per un paio di mesi, perché poi si trasferì in Francia.
Jinn si ricordò molto bene che lui non andava molto d'accordo con esso (anche perché Peter aveva 3 anni in più di lui).
Così decise di riagganciare i rapporti con questo ragazzo, ma non sapeva dove trovarlo, però si ricordò di avere ancora il numero della madre e decise allora di chiamarla, ovviamente dopo aver pensato al grande discorso da farle (Jinn era fatto così, amava essere preciso e coinciso con la gente, quindi immaginava sempre una discussione prima di parlare con una persona).
Sua madre disse che da poco tempo Peter aveva preso la patente e che per questo motivo aveva voluto passare le vacanze estive nella città dove alloggiava da bambino (la stessa di Jinn).
La casa delle vacanze di Peter si trovava a solo un isolato di distanza.
Per la seconda volta prese la bici, accese i fari per farsi notare tra la nebbia dalle macchine e si avviò verso casa di Peter.
Una volta arrivato notò un cartello con una scritta in francese che diceva: sono in spiaggia, torno tra un'ora.
Non sapendo da quanto tempo Peter avesse appeso quel cartello, Jinn decise di aspettarlo e dopo mezz'ora vide comparire un auto che parcheggiò proprio davanti a quella casa: era Peter.
Jinn si affrettò a parlargli ma Peter si rifiutò, era ancora arrabbiato per quello che lui fece a casa sua 9 anni fa.
Lui non si ricordava cosa avesse fatto nove anni fa così glielo chiese esplicitamente e Peter ribatté dicendo che gli aveva rotto un vaso preziosissimo regalatogli dal padre morto 7 anni fa.
All'udito di quelle parole Jinn si ricordò di quello che aveva fatto e visto che Peter non riuscì più a trovarne uno simile in Francia, Jinn decise di ricomprarglielo e così fece.
Corse di tutta furia al negozio di antiquariato dove a capo c'era Bob, un signore sulla cinquantina molto gentile con tutti, specialmente con Jinn.
Non aveva di tutto: vasi, quadri, cornici, mobili, eccetera.
Jinn gli chiese se avesse un vaso in particolare: un vaso di porcellana degli anni '90 e lui rispose che ne era rimasto uno solo per fortuna.
Bob, al posto di farglielo pagare, glielo regalò, visto che vedeva Jinn come un figlio.
Lui lo ringraziò e tornò da Peter.
Peter rimase esterrefatto perché anche se non era del padre era una copia identica ed era un regalo da parte di una persona che voleva scusarsi e riagganciare i rapporti.
I due fecero pace e Peter lo ringraziò ancora una volta.
Jinn ritornò a casa sempre con la speranza di trovare tutti lì, ma ancora una volta non c'era nessuno.
Intanto fuori il sole era tornato e stava per tramontare.
Jinn decise che per oggi voleva smettere.......smettere di cercare persone che forse si erano stancate davvero di lui e andò a dormire.
Al mattino seguente Jinn provò per l'ultima volta ad aiutare gli anziani ad attraversare la strada per far vedere a tutti che brava persona che fosse, ma non funzionò neanche questa volta.
Poi a Jinn venne in mente quel desiderio che aveva espresso ieri alla sua festa e pensò che forse la strana scomparsa dei suoi amici e dei suoi genitori era dovuto a quello e cominciò ad agitarsi.
Una volta ripresosi dall'ansia aspettò la tarda sera ed espresse un altro desiderio nella sua testa: quello che tutto tornasse come era prima, ovvero che tutti tornassero a festeggiare il suo stupido compleanno.
Sì mise a dormire e aspettò l'alba.
Una volta alzato Jinn capì effettivamente quanto restare soli fosse brutto.
Desiderava così tanto che tutti tornassero, ma nonostante tutto non voleva provare dolore e dispiacere, ma voleva solo reprimere questi sentimenti.
Era sul punto di impazzire quando senti aprire la porta di casa sua.
Pensando che fosse un ladro Jinn si armò e scese lentamente le scale, sentendo un fracasso assurdo.
Scese le scale entrò in salotto e quello che vide fu......i suoi parenti e i suoi amici!!!.
Jinn era esterrefatto, non riusciva a credere che, dopo 3 giorni, tutti quelli che amava e conosceva erano tornati.
Non appena sua madre lo vide gli disse: "Scusa, ci dispiace di non averti detto niente, ma mentre ti stavi preparando per scendere, abbiamo avuto un imprevisto perché il nonno si è sentito male, e siamo andati tutti all'ospedale, tanto sapevamo che a te non sarebbe dispiaciuto rimandare la tua festa di compleanno e sapevamo anche che tu in ospedale non ci riuscivi a stare e visto che del nonno a te non importava niente perché dici sempre di odiare tutto e tutti".
A quelle parole Jinn si rattristi, ma continuava a domandarsi perché invece i suoi amici erano andati via senza avvisarlo.
Un suo amico si fece avanti e disse: "Dispiace anche a noi amico, ma vedendo l'imprevisto dei tuoi genitori, siamo partiti per farci un weekend in montagna e siamo tornati stamattina".
Jinn era dispiaciuto per tutto quello che era successo e raccontò a tutti quello che aveva fatto in questi giorni.
Tutti quanti si misero a ridere, ma allo stesso erano fieri di quello che aveva fatto Jinn.
Sua madre lo rassicurò dicendo: "Tranquillo tesoro, il tuo compleanno lo festeggiamo oggi".
E non appena finì la frase, qualcuno bussò alla porta: Erano Mary e i suoi amici e Peter.
Dissero di voler festeggiare tutti insieme il suo compleanno, perché lui li aveva aiutati.
Tutti si misero intorno al tavolo mentre aspettavamo da mangiare e si misero a parlare.
Ad un certo punto Jinn si alzò in piedi e disse: "Ragazzi, da questa esperienza di 3 giorni ho imparato delle cose, una fra tante è il fatto che aiutare le persone mi piace e tanto, oppure meglio ancora ho imparato che non dovrei odiare tutto e tutti, ma la verità è che io non odio veramente, ma sopprimo solo i miei veri sentimenti verso di voi e.......mi dispiace".
Tutti quanti applaudirono il suo discorso e subito dopo si misero a mangiare.
A fine pasto tutti chiesero a Jinn: "Hai capito qual è la morale?".
Jinn rispose a tutto tondo: "Certo!".
E gli altri ribatterono: "E quindi?"
Di tutta fretta Jinn rispose: "La morale è.......Siate sempre voi stessi, anche quando qualcuno vuole che voi cambiate per fargli piacere".
Tutti risero e dissero: "Non è propriamente quella giusta ma può andare dai".
Anche Jinn rise e tutti rimasero sorpresi, ma dopo quello che aveva fatto in quei giorni, ormai sembrava scontato.
Infine Jinn da questa storia capì che tutti alla fine possono trovare persone vere che sono disposte ad amarti per quello che sei realmente, e non per quello che vuoi fingere di essere".
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"Quando Il Mondo Crollò"
Mistério / Suspense_Un ragazzo, Jinn, è in procinto di compiere i suoi 17 anni, quando scopre che, per puro caso, la sua vita cambierà in modo drastico, a cominciare col perdere gli amici e la sua famiglia.