Il vero amore

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-No Fits, questa storia non può continuare. Sei stato eletto Presidente degli Stati Uniti d'America e io sono il procuratore generale... Ma soprattutto c'è Mel, tua moglie, che adesso è la Firts Lady del paese e continuare non sarebbe giusto per nessuno.

Lui aveva il potere di farmi perdere il controllo, anche se ero conosciuta come la persona che il controllo non lo perdeva mai.

Gli dissi tutto questo al telefono, ma invece di una risposta ottenni solo la fine della chiamata. Speravo che mi desse ragione, che avremmo trovato un compromesso. Ma nulla.
Così andai in cucina e presi una bottiglia di vino rosso, un bicchiere e mi sedetti sul divano. Dopo dieci minuti la bottiglia era già vuota per metà e riflettevo su tutta la relazione precedente con Fits:
-Saresti tu il procuratore generale?
-Certo Signor Presidente, una donna come avvocato della casa bianca non gli va bene?
-Oh no, assolutamente. È anche meglio.
Due mesi dopo mi disse che era innamorato di me e che non poteva stare più un minuto lontano dal mio corpo. Così iniziò la nostra storia. Anche io ero innamorata, lo amavo come nessuno mai prima d'ora ma purtroppo il nostro volerci costantemente doveva finire.
Sentii bussare alla porta, guardai dallo spioncino e lui era li.
Apri la porta, lui entrò e io chiusi. Nemmeno il tempo di chiedere che cosa ci facesse qui che già mi trovavo in braccio a lui. Ma mi fermai.
-Fits, non è giusto. Ormai Mel lo ha scoperto e potremmo essere tutti nei guai, il Presidente deve stare con la First Lady e non si può permettere di avere un'altra storia perché alla fine il vero consigliere è lei.
Io ormai mi ero accorta di esercitare a mia volta un potere su di lui, non faceva mai nulla senza il mio parere, senza una mia idea e senza il mio supporto, gli provocavo dubbi, incertezze e lui voleva colmarli, con me.
-Live io voglio stare con te, sei tutta la mia vita e non saprei che farmene di essa senza te. So che anche tu la pensi allo stesso modo, mi vuoi come io voglio te.
A quelle parole mi salì un brivido che mi percorse la schiena, il suo sguardo era sincero e stranamente più bello che mai.
Decisi di baciarlo, il bacio più frenetico che abbia mai dato. Perché era vero: io lo volevo.

***

Mi svegliai ma lui non c'era, erano le 10.30, la sveglia non aveva suonato e con velocità mi feci una doccia e mi vestii e alle 11.15 uscii di casa per andare in ufficio. Li mi stavano aspettando Quiin e Hack, con un nuovo caso tra le mani a cui non misi tutta me stessa, poiché una parte era ancora con lui.
Vinsi il mio caso e tornai alla casa bianca, lui era nello studio ovale, dove tutto cominciò e che adesso volevo che finisse. Dissi ad Emily di non far entrare nessuno per la prossima ora e mi decisi ad entrare.
Lui era seduto sulla poltrona, con un bicchiere di Rum in mano che guardava il giardino delle rose. Lo guardai per altri due minuti ma poi si girò:
-Sapevo che saresti venuta; riflettevo su di noi, sulla nostra storia, i primi giorni e ieri e mi chiedevo se ne valesse la pena di perderli.
-Noi non perderemo quei giorni, saranno quelli che faranno più male quando ci ricorderemo l'uno dell'altra, ma sono stati i più felici. Ho deciso di dimettermi Fits, non ce la posso più fare a lavorare con te che mi giri in torno e non poterti toccare e baciarti. Ho deciso di dimettermi perché sarebbe più facile per tutti e due; poi ho l'altro lavoro, che vabbe è sempre quello di avvocato, ma ho deciso di dedicarmici a pieno e comunque potremmo sempre incontrarci.
-Cosa dici Live non puoi farlo, non puoi dimetterti, io non faccio nulla senza dirlo per prima a te e sai che non riuscirei a starti lontano, nemmeno per un minuto.
Finì sussurrando poiché era arrivato davanti a me, io guardavo giù e lui mi alzò delicatamente il viso con la mano. Ci incontrammo, le sue pupille erano piccolissime e i suoi occhi azzurro oceano erano fantastici.
-Nemmeno un minuto.- Ripeté.
Ma io non dovevo mollare, così mi divincolai dalle sue braccia che ormai avevano avvolto i miei fianchi e me andai dicendo:
-Ti dovrai abituare, mi dispiace Fits. Ci vediamo.

Da quell'incontro non ci vedemmo più, avevo affrontato tantissimi casi, tra cui quello di mio padre e quello di mia madre, forse i più gravi e passarono 4 anni, l'ultimo quello delle elezioni del presidente. Lui non volle ricandidarsi e nonostante le mie numerose chiamate a cui non ho avuto risposte, non lo fece.
Diventò sindaco del Vermont e si separò da Mel.
-Questo posto è isolato.
Lui si girò, mi guardò con attenzione.
-Sei qui? Sei tu?
-Si sono qui Fits e non ho intenzione di andare via.
Entrò Hack con dei bagagli, i miei bagagli e li posò sulla soglia, lo salutai e andai davanti a Fits che doveva ancora elaborare i fatti appena accaduti.
-Non ho intenzione di andare via.- Ripetei.
E così fu, dopo due anni avevamo finalmente raggiunto la tranquillità e mi chiese di sposarlo.
Lo facemmo, vennero milioni di persone a vedere l'ex amatissimo presidente sposarsi di nuovo, cosa che fece pensare di nuovo al candidamento. Ma non lo fece e rimanemmo nel Vermont, città sognata da sempre da tutti e due.
Quel matrimonio furono il coronamento di sette anni di amore non provato, o provato in maniera ingiusta, e ne fummo felici tutti e due.
Quest'oggi celebriamo i dieci anni di matrimonio, con i nostri due bambini e l'amore più forte del mondo.
Ti amo Fits.

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