Quanto tutto iniziò

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Perché tutto iniziò lì dentro, in quelle 4 mura che poi non sono 4 perché ci sarebbero anche il soffitto e il pavimento quindi dovrebbero essere 6 a meno che non si parli di un luogo immaginario. Cosa era quel posto? Una palestra ! E indovinate perché? Praticavo ginnastica ritmica. Chi lo avrebbe mai detto, io ginnastica ritmica? Beh si . Mia mamma, che ora è volata in cielo come una farfalla dopo aver lottato come una leonessa per quella stupida malattia chiamata C A N C R O, all'età di 3 anni mi portò in quel maledetto e allo stesso tempo bellissimo posto! Ho passato tutta la mia infanzia e adolescenza lì dentro, non sapendo nemmeno il motivo per cui lo facevo. Ma andiamo al dunque.. Nella ginnastica ritmica si utilizzano i piccoli attrezzi chiamati così perché paragonati a quelli dell'Artistica, che sono cerchio, clavette, nastro, palla e fune. Si affrontano delle competizioni più o meno importanti individualmente o in squadra. Ho provato entrambe le cose e per quanto da sola può sembrare più facile non è affatto così . Anzi .
Quando mia mamma mi ci portò, la mia prima impressione non fu una delle migliori .. Ed ora vi spiego il motivo. Ero una nana e vedevo splendide ginnaste eleganti e giganti davanti ai miei occhi. Vedevo le loro esecuzioni impeccabili e a differenza delle altre bambine del mio gruppo che continuavano a giocare con i cerchi, io ero lì in quell'angolino a vedere quei fantastici esercizi che per quanto mi riguardava mi apparevano impossibili da eseguire e continuavo a vedere quelle ragazze che si esibivano con così tanta semplicità, senza far nessuno sforzo, e con un eleganza che paragonata a belen era mille volte meglio. Ed io poi che cercavo di ripetere i loro passi e le loro difficoltà.. "Quanto vorrei essere come loro.." -pensai.
La mia maestra che si chiamava Eleonora mi notava spesso, e all'età di 5 anni entrai in agonismo. Si avete capito bene a 5 anni! Ero super dotata, sciolta di schiena, di gambe, elegante ed espressiva. Tutte doti che formano una vera ginnasta. Mia mamma, il giorno del mio decimo compleanno mori lasciandomi un vuoto immenso, ma mi lascio anche una lettera che diceva:
"Cara amore mio,
Starai leggendo questa lettera quando io non ci sarò più. Scusami per non averti dato tutto l'amore che meritavi, scusami se non sono potuta essere la mamma che desideravi, scusami se non sono stata come tutte le altre mamme, scusami se non ti ho cresciuta, scusami per non essere stata sempre al tuo fianco, e scusami se non ti ho mai potuta vedere alle gare, quanto avrei voluto!! Sapevi che era il mio sport preferito e tu sei così brava! Continua e spero che un giorno quando salirai sul gradino più alto del podio nella tua gara più importante, tu penserai a me e mi sorriderai dal basso ed io ti sorriderò dall'alto. Ti sosterrò sempre! Sarò con te anche se tu non mi vedrai, ti darò il coraggio e la forza necessaria per andare avanti e non mollare alla prima delusione..ti amo tanto amore mio, ti auguro una vita piena di soddisfazioni! Addio ciccia... "
                                            La tua cara mamma❤️

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