Capitolo 2

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Dopo essersi presentato mi porge la mano ed io ovviamente non glie la stringo.

"Perché non me l'hai detto subito che l'aereo era già partito? Anzi, perché mi hai svegliato se tanto l'avevo già perso?" quasi glie lo urlo spazientita.

"E perdermi la tua faccia? Neanche per sogno", ride come se non avesse mai sentito qualcosa di così divertente e continua dicendo: "dovevi vederti"

Cerco di fare la seria, ma non mi riesce e scoppio a ridere con lui.

Non appena ci calmiamo un po' mi porge di nuovo la mano e giuro di aver visto una scintilla di speranza.

Con il sorriso stampato sul viso e ancora la mano sospesa verso di me mi chiede: "Amici?"

A quel punto decido di fare un po' la stronza e fingendo di pensarci dico: "mmh, fammici pensare.." e prima che dica qualcosa aggiungo: "Amici", stringendogli la mano e rivolgendogli uno di quei sorrisi che non faccio a chiunque.

E le ore passano così, ridendo e scherzando, nella speranza che il giorno dopo ci sia un altro aereo.

***

Rimaniamo seduti su una panchina a parlare -lui seduto e io sdraiata con la testa appoggiata sulla sua spalla- finché pian piano i miei occhi si chiudono ogni secondo di più e la vista inizia ad annebbiarsi. Ed è così che mi addormento.

A risvegliarmi è qualcosa di morbido. Per caso sono nel mio letto e quello è il mio cuscino? Non appena prendo un po' di conoscenza e sento un gran dolore alla schiena grazie a queste scomodissime panchine, capisco che no, questo non è il mio letto e la persona che ho accanto a me non è decisamente il mio cuscino.

Quello che credevo fosse il mio cuscino comincia a punzecchiarmi le guance e a cercare di farmi il solletico sul mento, manco fossi un gatto, per cercare di svegliarmi.

Sbarro immediatamente gli occhi e mi ritrovo Nash davanti.

"Buongiorno" esclama sorridente.

Mi ci vuole un po' per comprendere la situazione. Non ricordavo di essermi addormentata con lui..

Lo guardo, anzi lo fisso, e noto che ha i capelli scompigliati, che ha lui stanno maledettamente bene a differenza mia, e la t shirt bianca che sembra essere al rovescio.

Mi alzo subito a sedere e quasi divertita dalla sua faccia buffa ancora impastata dal sonno dico: "È così che speri di fare colpo sulle ragazze? Le spaventi già al mattino?"

Ridacchia alzandosi e subito mi chiedo dove voglia andare.

"Sai mentre dormivi ti sei messa ad urlare alzando le mani al cielo, manco volessi acchiappare una nuvola", commenta "neanche io grido così tanto ad una partita di football e credimi, ce ne vuole per superarmi"

Lo guardo stranita, cercando di capire se mente oppure no e intanto lui scoppia a ridere, probabilmente per la mia faccia confusa.

"Ah ah ah, molto divertente, continua a prendermi in giro e ti ritroverai con un occhio nero." rispondo con un sorrisetto un po' imbarazzato mentre le mie guance vanno letteralmente a fuoco.

Mi giro così che non possa vedermi mentre i miei zigomi si incendiano e non appena sento le guance raffreddarsi e tornare al loro stato normale mi giro di nuovo verso di lui.

Come fanno i bambini, traccia con le dita una linea retta sulle labbra come per dire che terrà la bocca chiusa.

"Ad ogni modo non volevo parlarti del fatto che sei sonnambula", comincia "ma che.."

Prima che possa dire qualcos altro sento all'altoparlante una hostess che annuncia un volo per Londra e lì capisco cosa mi voleva dire.

Lo guardo con la bocca spalancata, con la faccia di una che ha appena visto un fantasma e gli salto addosso abbracciandolo, cogliendo di sorpresa non solo lui, ma anche me stessa.

All'inizio si irrigidisce, poi si rilassa e avvolge le sue braccia muscolose attorno alla mia vita. Possibile che io mi affeziono così velocemente alle persone? Di questo passo finirò per fare amicizia anche con i barboni pff.

Mi stacco dall'abbraccio e lo saluto un'ultima volta, fino a quando la voce metallica annuncia di nuovo il volo per Londra. Ed è in quel momento che lo lascio andare.

See you againDove le storie prendono vita. Scoprilo ora