Crepuscolo.

3 0 0
                                    

2 - Crepuscolo.

Cosa accade quando due essenze contrarie si incontrano, quando il trascendente si unisce al suo opposto in una meravigliosa contraddizione, come nell'istante in cui una dea si innamora di un mortale?
Quando mi ritrovai in questo mondo, non ricordavo esattamente chi fossi, ma avevo ancora impressa nella mente l'immagine del cielo, dell'innegabile perfezione che caratterizzava il mio luogo di provenienza. La mia materia era la bellezza e la mia unica consapevolezza era che essa fosse tutto ciò che dovevo conoscere, che chi ne cogliesse l'essenza fosse più sapiente di qualunque saggio. Ero consapevole del fatto che solo occhi meravigliosi potessero contemplare la grazia che li circondava e dava valore al mondo, poiché tutti gli altri erano privi della materia prima che avrebbe permesso loro di ammirare tale perfezione: la perfezione stessa.
Quando entrai in contatto con l'uomo ne rimasi profondamente colpito: era un essere incerto, contraddittorio e certamente ignorante, che conosceva tutto tranne se stesso, spaventato dalla sua anima e dai suoi desideri, schiavo di una morale in aperta contraddizione con la sua natura. Si era imposto delle leggi che non erano le sue, recitava un ruolo che non gli apparteneva e che non lo rispecchiava con una spaventosa naturalezza. Individuavo in lui tutto ciò che io non ero, comprendevo di trovarmi in un mondo al di là dello specchio, uguale ma opposto al tempo stesso a quello che io conoscevo. Detestai quel barbaro ed insignificante essere, nel quale non riuscivo a ritrovare neanche una parte di me e, senza accorgermene, iniziavo a somigliargli, mentre affogavo nelle limpide e fatali acque della mia stessa vanità, proprio come fece Narciso, che in se stesso trovò la sua tragica fine, lasciando che il mondo intero compiangesse la perdita di un essere tanto meraviglioso.
Vanità... Quale uomo, poi, non ne è schiavo, con le sue continue giustificazioni, con le sue mere e illusorie convinzioni? Colui che mente a se stesso nella speranza di apparire migliore di quanto in verità non sia era infinitamente uguale a me. Quando lo realizzai, tutte le mie convinzioni si sgretolarono nelle mie mani e svanirono nell'aria, leggere e insignificanti come la polvere. Fu proprio quando colsi la vera natura dell'uomo che mi identificai in lui e dubitai di me stesso, capii di essermi illuso durante tutta la mia esistenza, guardando con amaro disgusto i miei simili come farebbe un essere trascendente dall'alto dei suoi cieli, deluso da come non vedessero in me la perfezione che io vedevo nella mia anima. Compresi, infine, di non sapere nulla.
Molti individui perseverano nel ribadire quanto risulterebbe, a loro parere, tediosa la perfezione, se davvero fosse tangibile, trascurando il fatto che, se fosse privata della sua trascendenza e cessasse di essere una mera illusione, cadremmo tutti in ginocchio, in un'eternità di pura contemplazione. O forse non saremmo in grado di riconoscerla, poiché la ignoriamo, o, in fondo, non crediamo davvero che esista.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 10, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Frammenti sparsi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora