Capitolo 1

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Camminavo lungo il solito corridoio dell'ospedale più grande di Canberra.
Ormai era diventata una routine, per me, anche se odiavo tutto ció.
Non avevo bisogno di una persona del genere affinchè potesse parlarmi dei grandi dilemmi della vita, perchè tanto non m'interessava. Era solo tempo sprecato.

Ed ecco la solita scritta "Dottoressa Wilson" attaccata ad una porta. Sentii dei gemiti dall'interno di essa e sbuffai sonoramente.
Non ero affatto sorpresa del fatto che la mia psicologa facesse sesso selvaggio con il suo adorato fidanzato aka medico chirurgo più figo dell'Australia. Ogni volta che mi trovavo davanti alla porta dello studio della dottoressa Wilson sentivo strani rumori.
Strani intendo libri che cadono ed una scrivania che si muove come se fosse impazzita.

Non era proprio il massimo del rispetto, ma non m'interessava molto. Poteva fare quello che voleva, poi sarebbero stati cavoli suoi se un paziente di quell'ospedale avesse sentito tutti quei rumori.
Come mio solito, aspettai un paio di minuti poi i gemiti e le urla di quei due cessarono. Entrai nello studio senza bussare, come sempre.
Lo spettacolo che mi si presentó davanti sarebbe stata scioccante per chiunque, ma non per me. I miei occhi si erano abituati a tutto ció, poichè erano anni che facevo sedute dallo psicologo.
La dottoressa Wilson aveva addosso solo l'intimo, mentre il suo fidanzato era completamente nudo. Appena quest'ultimo mi vide, mi sorrise.

-Una cosa a tre?-chiese con quella voce così fastidiosa.

-Scappa, prima che chiami il direttore dell'ospedale.-mormorai. Mi sentì e fece un ghigno. Ogni tanto se ne usciva con quella domanda ed io, ovviamente, cambiavo minaccia quando ció accadeva. Si vestì velocemente ed uscì dallo studio facendomi l'occhiolino e chiudendo la porta.

-Allora come stai?-domandó con voce affannata. Si vestì velocemente e si sedette dietro alla scrivania, lasciando il casino, che aveva fatto il suo fidanzato, intatto.

-Sai la risposta, è inutile che mi fai sempre quella domanda ogni volta che vengo qui.-mi sedetti davanti a lei.

-Com'è stata la tua giornata?-sorrise falsamente. Quanto era fastidiosa.

-Come tutte le altre.-feci un ghigno.

-Sai che prima o poi qualcuno scoprirà che fai sesso con il tuo lurido fidanzato durante le ore di lavoro?-il suo sguardo si fece cupo.

-Non sono affari tuoi.-ringhió.

-E nemmeno il fatto che io stia male o bene, è affar tuo.-ribattei.

-Sono la tua psicologa.-quasi gridó.

-Che non sa fare il suo lavoro.-fece un profondo sospiro e chiuse gli occhi per un attimo, poi li riaprì poco dopo.

-Che cosa vuoi perchè tu chiuda quella sporca boccaccia che ti ritrovi?-si alzó credendo di essere minacciosa.

-La mia giornata è andata di merda, ovviamente.-sorrisi divertita. Portó una mano sulla fronte e scosse la testa, esasperata. Si sedette nuovamente e incroció le braccia al petto.

-Cos'è successo, stavolta?-sospiró passandosi una mano fra i capelli.

-I miei compagni di classe mi stanno sul cazzo, i miei professori continuano a fissarmi impauriti, esattamente come tutti i marmocchi del primo anno. Poi uno di questi mi ha spinta "per sbaglio" ed io l'ho picchiato. Sono finita in presidenza e sono rimasta in punizione per due ore e mezza.-spiegai velocemente.

-Sei appena uscita dal Centro quindi devi ancora abituarti a tutto ció.-alzó le braccia. Già, ero rimasta rinchiusa in un fottuto Centro di riabilitazione sociale per circa otto mesi, a causa dei miei "piccoli" atti di ribellione compiuti nel corso di soli due anni: furto, atti di violenza nei confronti degli altri e distruzione di proprietà privata.

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⏰ Last updated: Aug 12, 2016 ⏰

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Glacia. [Ashton Irwin]Where stories live. Discover now