Chicago 10 giugno 1918
Era una giornata molto calda a Chicago, una di quelle solite calde e umide giornate estive non rare nella cittadina dell'Illinois.
Le campane della cattedrale della città avevano appena suonato le 16:00 ed un ragazzo dai capelli bronzei correva per le vie affollate della città affrettandosi a tornare a casa. Ma nulla questa volta l'avrebbe salvato dal rimprovero di sua madre, neanche il fatto che fosse il primo giorno di vacanze. Quante volte la povera Elizabeth Masen aveva intravisto in quei ritardi una possibilità di fuga da parte del figlio. Ma quanto era lontana dalla verità!
Il giovane Edward amava solamente stare in compagnia di un libro nel suo "rifugio segreto". Lì poteva tranquillamente fantasticare sulla tanto amata "gloria in guerra" che avrebbe voluto ottenere senza imposizioni.
Ultimamente si era parecchio impuntato su questo argomento e aveva cercato di convincere la madre che la sua fosse "una scelta giusta che avrebbe portato solo bene". Ma l'opinione di Elizabeth a riguardo era sempre la stessa. No, no e ancora no.
Edward peró non si arrendeva. "Manca solo un anno e compierò la maggiore età, madre. Allora partirò per la guerra e non potrai fermarmi! È solo questione di tempo!" era solito ripetere. Dopodiché, con un sorriso sghembo identico a quello del padre, se ne andava in camera sua. A Edward Masen Senior la scelta del figlio non faceva ne caldo ne freddo. Non che non gli volesse bene ma era un uomo di poche parole e non temeva più di tanto ,a differenza della moglie, la morte del figlio in guerra. Inoltre era spesso assente per lavoro. Questo aveva portato all'affermarsi di un legame indissolubile madre-figlio.«Edward! Ti pare il caso di tornare a casa a quest'ora? Ti sto aspettando da tanto! Il maestro ha finito la sua lezione due ore fa!» attaccó subito Elizabeth appena il figlio entró in casa
«Madre non temere! Non scapperò da un momento all'altro per rifugiarmi nella "Dimora del volontario"» Sbuffó il ragazzo
La "Dimora del volontario" era il termine che usava la gente per definire l'ufficio di registrazione per l'esercito statiunitense. Distava poco da casa Masen ed Edward in una decina di minuti avrebbe potuto raggiungerlo facilmente.
«Guarda cos'ho trovato davanti casa» Continuó divertito porgendo alla tanta amata madre dei fogli
«Spazzatura» sputó Elizabeth osservando il volantino con la scritta a caratteri cubitali "I WANT YOU FOR U.S.A. ARMY" e il volto del simbolo degli USA, lo zio Sam
«Sapevo avresti detto così. Vado in camera» Edward era parecchio divertito da quello scambio ormai quasi quotidiano con sua madre
«Ci vediamo a cena»
«Si» e le sorrise, prima di recarsi nel suo secondo rifugio
«Aspetta Edward» esclamò Elizabeth poco prima che il figlio entrasse nella stanza
«Ti ricordi Renee Swan? La sorella di Helen Dawyer?»
«Ehm...si» rispose Edward
In realtà di quella signora tanto stravagante ricordava poco e nulla, se non che avesse lasciato il marito partendo con la figlia "all'inseguimento" di un amore fuggiasco
«Sua figlia ha deciso di trasferirsi qui dal padre. Verrà a farci visita domani, potresti farle vedere la città»
«Si, d'accordo»
«Grazie»
Edward non amava tanto i tentativi della madre di trovargli una fidanzata. No. Proprio non li sopportava. Era dell'idea "Chi fa da se fa per tre" ma accettó comunque la proposta di sua madre. In fondo, ma molto molto infondo, sentiva che forse questa volta sarebbe successo qualcosa.
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•Shadow Of Love•
FanfictionQuando ero piccolo provai più volte a costruire un castello di carte ma non ci sono mai riuscito. Ogni volta arrivava un soffio d'aria che lo distruggeva. Ora capisco perché non ci riuscivo. Bisogna essere in due. Due persone pronte a fidarsi ciecam...