Heartless

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Dolore.
L'unico sentimento che provava era il dolore.
Un dolore sordo che le annebbiava la vista e le faceva contorcere lo stomaco.
Può un'emozione strapparti l'anima e ridurla in brandelli?
Possono due occhi divenire la gabbia argentata del tuo cuore?
Possono due mani spalancarti le porte dell'inferno e del paradiso, portandoti contemporaneamente in entrambi i luoghi?
Può un amore distruggerti?
Può un uomo ucciderti senza toccarti?
Puoi morire senza sanguinare?
Sì, puoi.


Mancava un mese alla fine dell'ultimo anno.
I M.A.G.O. la stavano distruggendo, ma lei era pronta a tutto pur di ottenere i voti migliori e vedere la sua vita da adulta aprirsi davanti a lei.
Mancava un mese. Un mese ed avrebbero iniziato la loro vita insieme.
Un mese ed avrebbero coronato il sogno di stare insieme, per sempre.
Non è un anello al dito che sancisce un'unione ma una corda al cuore.
E lei il cuore lo aveva legato. Legato indissolubilmente a quello dell'uomo di cui era innamorata.
Draco.
Otto mesi.
Otto mesi pieni d'amore e passione. Otto mesi di promesse ed impegni.
Promesse che sarebbero divenute realtà in un mese.
Un mese...
Lei e Draco avevano deciso di andare a vivere insieme. Avrebbero preso il treno di Hogwarts per l'ultima volta. E l'avrebbero preso insieme. Poi, la loro vita come coppia sarebbe cominciata.
Coppia. Lo erano già, in effetti.
Ma vivere nella stessa casa, condividere la quotidianità e decidere insieme della propria vita... beh, quello era un altro significato della parola coppia. Significato che avrebbero presto conosciuto.


Hermione chiuse il libro che stava studiando.
Erano le undici passate, e la biblioteca avrebbe chiuso di lì a poco.
La McGranitt aveva permesso agli studenti dell'ultimo anno di usufruire della biblioteca oltre l'orario consentito, senza spingersi oltre la mezzanotte, ovviamente.
Ed Hermione ne approfittava sempre. Amava quel luogo ed amava l'odore che i libri lasciavano sui suoi vestiti.
Ripose le sue cose nella borsa ed uscì dall'aula, in direzione della torre di Grifondoro.
Draco.
Le mancava già. Non era abituata a non vederlo per un giorno intero.
Ma doveva lasciargli i suoi spazi, come lui faceva con lei.
Sorrise fra sé.
Il suo Draco.
Così dolce e passionale. Così premuroso ed orgoglioso. Così suo.
Chissà se era già a letto...
Sapeva che avrebbe fatto tardi. Lui ed i suoi amici di Serpeverde avevano avuto un permesso speciale per passare fuori Hogwarts quel sabato, fino a tarda serata.
Dovevano rientrare per mezzanotte, ricordò.
Guardò l'orologio.
Le ventitré e trentacinque.
Si fermò in mezzo al corridoio.
Voleva fare una piccola pazzia.
Cambiò rotta e si diresse veloce ai sotterranei.
L'avrebbe aspettato nel suo letto. Nuda, perché no?
Una sorpresa maliziosa, come quelle che l'affascinavano oltremodo.
In poco tempo arrivò davanti l'arazzo del dormitorio verde-argento. Sussurrò la parola d'ordine ed entrò.
Era emozionata ed un po' titubante.
Non era avvezza a certe cose, nonostante la loro relazione non fosse qualcosa di casto.
Oh sì, Draco le aveva insegnato molto in quel campo.
Le aveva fatto toccare il cielo con un dito e l'aveva rispedita nelle profondità degli inferi per poi farla volare nuovamente.
Ora toccava a lei essere audace. Regalare qualcosa a lui.
Arrivò davanti alla porta della stanza da caposcuola del biondo Serpeverde.
Sussurrò un "Alohomora" e la porta si dischiuse, un sorriso ad incresparle le labbra.
Sorriso che si spense quando alcuni gemiti le arrivarono alle orecchie.
«Dra-Draco...»
Gemiti. Rumore di lenzuola che si accartocciavano e corpi che sfregavano, uno sull'altro.
«Draco, sto per-»
La voce di una donna che sussurra il nome del suo uomo.
«Draco...»
«Daphne...»
Il rumore sordo di un pugnale che si conficca all'altezza del cuore.
«Sei così bella, Daphne.»
Il silenzio di lacrime dense che rigano il volto pallido di una donna.
«Draco, ti prego. No-non resisto più...»
Un gemito più forte. Un piccolo urlo.
Due bacini che si sfiorano, aumentando la velocità del loro contatto.
«Daphne, lasciati andare. Lasciati andare, per me.»
«Draco, Draco...»
«Il tuo corpo è splendido, e tu sei meravigliosa. Semplicemente meravigliosa.»
Il rumore pesante di un cuore che cade, stramazza e si dimena. Cerca disperato un po' d'ossigeno per resistere, per capire, per comprendere. Cerca di aggrapparsi alla gabbia che l'aveva tenuto prigioniero fino ad ora. Una dolce prigionia divenuta una crudele carcerazione.
«Draco!» l'urlo della donna che, alla fine dell'amplesso, non riesce a soffocare il nome dell'amante che l'ha portata alla vetta del piacere.
Ancora il rumore di due corpi che si sfregano. Poche spinte. Un altro urlo.
Ed un nome che non era il suo.
Il rumore di un corpo che crolla su quello dell'amata.
Il rumore di una vita che non vede via d'uscita.
«Draco, ogni volta è più bello. È stato fantastico.»
«No, tu sei fantastica. Tu, amore mio.»
Il rumore di parole già sentite, sussurrate, donate.
Parole ingannatrici.
«Draco, come faremo quando tu-»
«Shh, non dire niente amore mio. Io voglio te, solo te. Io ti amo, dovresti saperlo. Amo te.»
«Ma la Grang-»
«La Mezzosangue non è te. Non lo è nemmeno lontanamente!» una risata di scherno «Troveremo un modo, non ti preoccupare.»
Poi, il modo arriva.
Uno spiraglio di luce fino ad ora non visto, per la foga del momento, entra prepotente negli occhi ingannatori di un angelo che, in realtà, nasconde l'anima di Giuda. Un angelo ingannatore, che detiene il filo della tua vita e lo ha irrimediabilmente spezzato, di fronte ai tuoi occhi.
Un angelo che, di spalle, non comprende cosa la sua amante stia osservando con occhi sbarrati.
Un angelo che, voltando il viso tentatore, scorge il motivo di tanta paura negli occhi azzurri della donna accanto.
Un angelo che, nella frazione di un secondo, si rende conto di ogni cosa.
Un angelo che è divenuto crudele portatore di morte e disperazione.

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