Prologo

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il nostro punto di forza, sarà anche il nostro tallone d'Achille

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Un paio d'anni prima...

Era una gelida e tetra notte di Dicembre quando la Viandante dai mille volti gli si presentò davanti. Lei sapeva il futuro e lui era certo che quello che lo attendeva non erano altro che sventure dette in codice, come ogni volta.
Non scorreva buon sangue tra i due soprattutto dalla parte del buio, che dimostrava sempre ostilità per la maga, la veggente invece mostrava simpatia per tutta quella ostilità, che quasi la divertiva, ma aveva un compito ovvero rilevare il futuro a quell'uomo tanto temuto. Senza troppi giri di parole iniziò a rilevare ciò che aveva previsto.
" Avvertì, avverti " Disse la viandante dai tanti nomi, il suo sorriso si allargò non appena noto l'ostilità nel volto dell'onnipotente, il capo dei corvi senza volto " Qualche ostacolo nel futuro, siamo già indeboliti oscuro?" Continuò la maga. L'uomo difronte a lei la osservò con sguardo impaziente e con tono scocciato rispose " Viandante, cosa vuoi questa volta? Ho impegni e poco tempo, che non posso permettermi di perdere con te; Se sono solamente altre sciagure quelle che mi attendono" di sicuro la viandante non era vista di buon occhio da quel uomo e questo le era palese, ma non le importava.
" Le sciagure vanno e vengono, noi le vediamo, sempre." La viandante ormai nella sua apparenza di donna iniziò a fumeggiare leggermente, il tempo stava scorrendo e lei sapeva che ne aveva ancora poco, molto poco per terminare il suo compito e rilevare la profezia al temuto oscuro.
" L'orologio ticchetta, il tempo è poco. Sappi dunque corvo, che dal fuoco nascerà fuoco" e con ciò la senza volto scompari, lasciando il suo sorriso Ad aleggiare nell'aria.
" Maledetta te, strega! Sempre a parlare in codice con questi stupidi enigmi! E poi io devo stare qua a diventare matto per decifrarli! Che tu possa andare al diavolo satana! " urlò al nulla l'oscuro. È una soave risata si sentì, ma così come apparve, scomparì portata via dal vento.
" Ridi strega, che ben presto non potrai più farlo" e con il nervoso in volto e la scocciatura nell'anima si alzò, facendo così svolazzare il suo lungo mantello color inchiostro nella gelida notte di Dicembre.

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Una sera d'Aprile, seduta in riva ad un ruscello, sotto ad un salice piangente, si trovava una giovane donna dal cuore d'oro. I suoi capelli rossi come il fuoco seguivano la dolce danza del vento, finendole anche davanti al viso, e il suo sguardo di un verde smeraldo osservava una famiglia di uccellini, che si trovava nel loro nido. Pensando che a breve anche lei sarebbe stata come loro, una famiglia, con un marito amorevole e un piccolo figlio da accudire.
Stava tramontando il sole quando una donna dai lunghi capelli bianchi intrecciati tra loro con ciondoli e un velo sugli occhi anch'essi bianchi, le si avvicinò. La rossa o anche chiamata Cècile, senza voltarsi chiese con tono dolce " Baba Yaga, cosa mi riveli questa volta ?"
La veggente che provava quasi un amore materno per la donna esclamò in tono scherzoso " Uhuhuh! Vediamo che la donzella qui si è data da fare !" Con un sorriso che avrebbe scaldato anche il più freddo dei cuori rispose " Si ma non so ancora se sia maschio o femmina, non che la cosa mi importi."
Allora la veggente si sedette davanti a Cècile " Due volti della stessa moneta, opposti ma uniti attesa lieta." Disse.
" Cosa ? Ma io.." La rossa non terminò la frase che capì cosa intendeva la veggente. Con gli occhi in lacrime mise le mani sopra la sua pancia e una lacrima solitaria le scese su quel volto dorato. Avrebbe avuto dei gemelli.
" Ma avverti" disse la viandante. Cécile alzò lo sguardo sulla donna e le prestò tutta la sua attenzione, già preoccupata per una sciagura.
" Lieta non resterà, pur quando la tua candela si spegnerà per mano di un corvo" proseguì, la rossa capì e un'altra lacrima le scese su quel viso baciato dal sole, ma questa volta non per gioia, bensì per disperazione.
" Il denaro tu salverai" Terminò.
La giovane Cécile abbassò il volto e in un attimo la Viandante scomparse, propio come apparve lasciando un leggero fumo grigio dietro di se, che si spezzò portato via dal vento.

Un paio di mesi dopo...

Il buio l'avvolgeva, c'era solo il buio più scuro intorno a lei, era come se fosse finita in mezzo ad un mare d'inchiostro. Era in quel mare da un tempo che ormai le pareva interminabile, come se in quel posto il tempo si fermasse. Ad un certo punto mentre, ancora girava per quel luogo, le apparve difronte una bocca, per tre quarti trasparente o sfocata, come se fosse li ma al tempo stesso non ci fosse.
"È ora" le sussurrò quella bocca maledetta, senza muoversi. Sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla, si voltò di scatto e vide davanti a se due occhi bianchi e un'altro sorriso poco rassicurante, la donna capì cosa voleva dirgli quella bocca, ma non era ancora pronta allora cercò con la mano di far scomparire quel mezzo viso dalla sua vista ma non accade niente, si sformò un attimo e poi ritornò come prima, iniziando a ridere.
Si svegliò di scatto urlando con tutti i suoi polmoni. Sperava davvero che quell'incubo non fosse vero, ma dovette ricredersi quando al suo olfatto arrivò un forte odore di fumo, e quando le sue pupille si riabituarono alla luce notò intorno a lei solamente delle fiamme. Girò un po' lo sguardo e capì che era giunta veramente la sua ora, con lo sguardo pieno di rassegnazione la donna guardò suo marito, un giovane molto affascinante che lei amava con tutta se stessa, lui la guardava con uno sguardo pieno di terrore mentre toglieva  le mani dalle spalle della donna. Lei pensò che probabilmente lui stava cercando di svegliarla qualche attimo prima. Gli rivolse un leggero sorriso pieno di amore e poi abbassò il viso, in lontananza si sentivano i pianti dei bambini.
" Amore alzati su! Dobbiamo andare " disse l'uomo con una fretta che non gli apparteneva. La rossa scosse piano la testa, facendo confondere ancora di più i suoi capelli rossi con le fiamme intorno, " vai a prendere i bambini e scappate il più lontano possibile" disse con voce flebile.
" No andiamo insieme dai, io prenderò il piccolo Luc e tu la piccola Nym lo so quanto ti sei affezionata a lei, poi scappiamo insieme. Non ti lascio qua, dai c'è la facciamo se facciamo in fretta " disse l'uomo con più calma, la rossa so addolcì e maledì quella stupida profezia, per non potersi salvare.
" Attesa lieta, ma lieta non resterà finché la tua candela non si spegnerà per mano di un corvo" sussurrò infine, l'uomo non capì cosa stesse farneticando e le chiese se il fumo le aveva dato al cervello o se si sentisse bene, la incitò ancora ad alzarsi. Ma la donna non si mosse, spiegò in fretta quel che la veggente le aveva predetto tempo prima e l'uomo questa volta capendo, la bacio un ultima volta, prima di girarsi e correre a prendere i due bambini, mentre lacrime amare gli carpivano il volto.
Giulio stava correndo nel buio della foresta francese. Il cappuccio calato sul suo viso e, i bambini nelle sue braccia che oramai si erano addormentati. Lui era alla disperata ricerca di qualcuno che lo potesse aiutare, pensò che costruire una casa isolata in mezzo ad un bosco non era stata l'idea migliore di tutte. La sua mente e il suo cuore erano distrutti aveva appena perso per sempre il suo amore, la gioia della sua vita, in breve non aveva più niente per cui vivere. Poi però si ricordò dei due piccoli fargoli che aveva in braccio, e si promise che sarebbe stato un bravo padre per loro è che gli avrebbe raccontato ogni giorno di come era bella, intelligente e forte la loro madre. Lei sarebbe sempre stata nei loro cuori, soprattutto nel suo.
Nel frattempo Cècile si era sistemata al centro del salone della casa, il cuore dell'incendio. Lasciava che le fiamme la ustionassero, lasciava che il fuoco la bruciasse. Si stava lasciando uccidere in un modo lento e dolce dal suo stesso elemento. Anche se la tentazione di trasformarsi era alta, stava lottando contro la sua natura, lei doveva morire in quel modo. Non poteva salvarsi. Pensò alla sua vita, a come era stata fortunata ad incontrare Giulio, ad avere due splendidi figli, e di come la sua vita fosse stata piena gioia e spensieratezza. Con quei pensieri in mente sorrise tra se, mentre la sua pelle diventava cenere e si scrostava dal suo corpo lasciando intravedere la pelle rossa dei muscoli pulsanti... piano a piano tutto di lei divento cenere e così scomparve nel nulla lasciando il mondo dei vivi, promettendo che avrebbe vegliato per sempre sulla sua famiglia. Nel esatto momento in cui lei morì un tuono rimbombò nella notte e la tempesta raggiunse il culmine.
Nel suo studio intanto il capo dei corvi senza volto, gioiva per la riuscita del suo piano. Estirpare le erbacce già dalla nascita era stato semplice.

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