Chapter 1.

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Non sono assolutamente pronta ad affrontare un nuovo anno scolastico, semplicemente non ce la faccio. Prima di alzarmi dal letto per il mio primo giorno di scuola ripenso a tutti i magnifici momenti estivi passati con i miei amici, la mia famiglia e il mio ragazzo. Ma purtroppo dopo l'estate arriva sempre l'autunno e dopo l'autunno arriva sempre l'inverno, bisogna accettarlo.

Scendo dal letto ancora mezza addormentata e cammino verso il bagno per fare una doccia ma purtroppo non ho molto tempo, quindi non posso dilungarmi troppo. Dopo la doccia torno in camera per vestirmi, optando per un jeans a vita alta, una maglietta rossa e le mie adorate Vans. Mi pettino i capelli ed infine mi trucco leggermente, non mi va di agghindarmi troppo. Afferro lo zaino e scendo le scale della mia abitazione, passando in cucina per salutare mia madre.
- Mamma io vado, ci vediamo stasera. -  le dico stampandole un bacio sulla guancia.
- Fare colazione mai eh? -  chiede ironica.
- Dai lo sai che poi mi resta sullo stomaco per tutta la mattinata, non è colpa mia. -  rispondo ridendo e uscendo dalla cucina.
Varco la soglia di casa e mi incammino verso la fermata dell'autobus che riesco a prendere esattamente un secondo prima che parta. Il tragitto non è molto lungo e in un certo senso mi rilassa, adoro ascoltare la musica mentre viaggio.
Appena scendo dal bus intravedo la figura di Federico, il mio ragazzo, che chiacchiera con il suo amico Matteo e senza esitazioni mi dirigo da lui saltandogli addosso.
- Aiuto, sono stato attaccato da una scimmia! - esclama lui divertito.
- Ah quindi sono una scimmia per te? -  ribatto facendo la finta offesa.
- No, per me sei la più bella. -  dice dandomi un bacio a stampo.
- Bene, non voglio fare il terzo incomodo quindi vado via. Ciao Lea, ti trovo molto bene. -  afferma Matteo prima di scomparire dalla nostra vista.
La campanella suona, dando ufficialmente inizio al nostro primo giorno di quarta superiore.
Io e Fede ci dirigiamo mano nella mano in classe, dividendoci però per accomodarci ai nostri banchi. Beh veramente lui è seduto dietro di me ma questi sono dettagli.
- Oggi pomeriggio arriva mio fratello. - mi avvisa dato che la professoressa non è ancora arrivata.
- Che bello! Vuoi che non venga a casa tua così potete stare un po' da soli? -  chiedo sorridente.
Federico ha un fratello più grande di un anno, frequenterà il quinto qui. Non so neanche il suo nome ma so che sono molto legati. Lui ha trascorso gli ultimi quattro anni con il padre, mentre Fede è rimasto con la madre dopo il loro divorzio.
- No voglio che tu venga, devi conoscerlo. -  risponde calmo.
Annuisco e sposto lo sguardo verso la porta della classe dalla quale entra il nostro gruppo di amici. Ci sono le mie due migliori amiche, Ludovica e Jessica, e i tre migliori amici di Federico: Andrea, Alessandro e Mirko.
- Ah ma siete qui, vi stavamo aspettando in cortile. -  afferma Ludo sedendosi al suo posto affianco al mio.
- Siamo entrati appena è suonata la campanella, voglio iniziare bene l'anno. -  ribatto tesa.
Tengo tanto alla scuola e ai bei voti, non sono una secchiona ma sono molto brava.
Vedo Ludo alzare gli occhi divertita, a lei sembra non importare la scuola ma riesce comunque a cavarsela. Le piace solo pomiciare e avere rapporti con Alessandro ma la loro è una storia complicata.
Tutto iniziò il secondo anno di liceo. Ludovica era innamorata persa di Alessandro ma lui era il classico ragazzo da una botta e via. L'anno scorso riuscì a portarsi a letto anche la mia amica e da quel momento i sentimenti di Ludo sono contraccambiati ma ancora oggi ci sono dei problemi, poichè lui non riesce ad opprimere del tutto il suo lato donnaiolo. Chissà come andrà a finire.
Finalmente la professoressa di italiano entra in classe, riportandomi alla realtà.

Inutile dire che in queste cinque ore non abbiamo svolto nulla di importante, dopo tutto è il primo giorno. La campanella rimbomba per tutta la scuola e in meno di un minuto i miei compagni sono fuori dalla classe.
- Amore, per che ora pensi di venire? -  domanda ansioso Federico una volta arrivati in cortile.
Poverino, è agitatissimo.
- Per le quattro? -  domando incerta.
- No alle quattro potrebbe essere già arrivato. Vieni alle tre e mezza. -  mi ordina serio.
- Fede calmati, è tuo fratello. -  cerco di rassicurarlo stringendo le sue mani tra le mie.
- Non lo vedo da quattro anni Lea... E se non gli piaccio? - 
- Ma certo che gli piacerai! Come potresti non piacere a qualcuno? -
Poggio le mie labbra sulle sue, sentendo un sospiro provenire dalla sua bocca e immediatamente le nostre lingue si scontrano.
Federico è sempre stato molto desiderato dalle ragazze ma fortunatamente tra tutte ha scelto me ed io, fortunatamente, tra tutti ho scelto lui.
Ci stacchiamo dopo circa tre minuti, ricordandoci che siamo ancora a scuola.
- Ti accompagno io a casa. - dice dolcemente Federico.
Mi cede il suo casco e saliti sul motorino partiamo.
- Grazie per il passaggio, ci vediamo dopo. -  dico prima di stampargli un altro bacio.
Entro in casa chiudendomi la porta alle spalle. Mia madre non c'è perchè lavora fino alle 20:00, quindi mi tocca cucinare qualcosa da sola se non voglio morire di fame.
Dopo aver mangiato un misero hamburger e un po' d'insalata corro subito a rinfrescarmi. Lavo i denti e mi rifaccio il trucco buttandomi sul letto poco dopo e afferrando il telefono. Chiamo Ludovica.
- Hey Ludo! -  urlo felice.
- Tesoro puoi anche non urlare, non sono sorda. -  ribatte ridendo.
- Tra circa quindici minuti devo essere da Fede. - 
- Chissà, magari combinate qualcosa finalmente. - scherza divertita.
- Smettila, arriva suo fratello. - dico ridacchiando.
- Ah già il fratellone! -  urla con tono malizioso.
- LUDO. - 
- Che c'è di male? Hanno lo stesso sangue dopo tutto. -
- Dio sei malata. -  affermo scherzando.
- Come va con Ale? -  continuo io.
- Non me ne parlare. Oggi ha guardato il culo di Lucrezia della 3B. - 
- Allora devi lasciarlo assolutamente. -  la prendo in giro.
- Non scherzare, è una cosa seria. - 
- Ale ti ama, non ci vedo nulla di male se guarda il culo ad un'altra. Lo fanno tutti i ragazzi, quindi non preoccuparti. -
- Lo sai che sono gelosa, forse anche troppo. - 
- Cerca di contenerti. Devo andare, ci vediamo domani! -
- Buona fortuna Lea Lea. -
Odio quel soprannome.
Infilo nuovamente le scarpe, prendo le chiavi del motorino ed esco di casa. Lo uso sempre, tranne che per andare a scuola.
Dopo pochi minuti arrivo a destinazione e non perdo tempo a suonare il campanello. Mi apre Anna, la madre di Fede.
- Buon pomeriggio Anna. -  dico sorridente.
- Ciao Lea, che bello vederti. Federico è in camera sua. -
Annuisco e raggiungo la camera di Fede. La porta della camera non è del tutto chiusa e riesco a vederlo mentre si leva la maglia e ne infila un'altra, incantandomi del tutto. Non so se alla nostra età si possa già conoscere cos'è l'amore ma non mi importa, io sento di amarlo da un anno ad oggi.
- Posso? -  chiedo aprendo un po di più la porta.
- Certo, da quanto sei lì fuori? - 
- Da poco. Notizie di tuo fratello? -
- L'aereo è appena decollato, mia madre è andata a prenderlo. -
- Sei nervoso? -
- Devo dire di no, i tuoi metodi per combattere l'ansia sono efficaci. -  soffia vicino al mio orecchio con tono malizioso.
Inizia a lasciarmi una scia di baci sotto l'orecchio, per poi scendere fino alla fine del collo che morde e succhia violentemente.
Decido di farla finita e blocco la sua bocca con la mia, intrufolando le mani nei suoi capelli castano chiaro, mentre le sue vagano sotto la mia maglietta disegnando cerchi immaginari sulla schiena. Il bacio diventa sempre più frenetico e senza neanche rendermene conto sono sdraiata sul letto, con lui sopra di me e le nostre bocche che ancora non vogliono lasciarsi. Ora la sua mano destra vaga per la mia coscia in parte scoperta a causa del pantaloncino di jeans e quando i nostri corpi si toccano sento un evidente rigonfiamento provenire dal suo amichetto. Sento la sua mano farsi strada all'interno della coscia ma, grazie a quel mio poco buon senso rimasto, decido di scansarla e riposizionarla dov'era prima.
- Scusa. - mormora con tono comprensivo.
Sua madre e suo fratello dovrebbero tornare a momenti, così decidiamo di fermarci, nonostante vorrei che le sue mani tracciassero ogni parte del mio corpo. Ma non sono ancora pronta per quello e lui sembra capirlo ed accettarlo.
Si dirige in bagno, mentre io mi specchio per cercare di sistemarmi ed essere almeno un po presentabile. Noto che le mie labbra sono gonfie e un visibile succhiotto si presenta proprio al centro del mio collo, il quale copro con i capelli.
- Dai Lea scendiamo. -  afferma Federico affacciandosi in camera.
Annuisco e mano nella mano raggiungiamo l'entrata. Sentiamo la macchina di Anna fermarsi e sinceramente mi sento un tantino a disagio, cosa c'entro io con loro?!
La porta si spalanca, presentando ovviamente la madre di Fede ed un ragazzo molto alto, capelli castani, occhi marroni e faccia un po da sbruffone.
Però, la bellezza è di famiglia.
- Hey Luca da quanto tempo! -  escama Fede.
- Ciao fratellino, ti trovo bene. -  ribatte stringendolo in un abbraccio.
I suoi occhi vagano per un momento su di me, prima di interrompere quel gesto d'affetto.
- Non sapevo avessimo anche una sorellina. -  dice posizionandosi di fronte a me.
Ero totalmente sovrastata dalla sua altezza, sembravo una formica rispetto a lui.
- No lei è Lea, la mia ragazza. -  afferma Federico posizionando un braccio intorno al mio collo.
Lo saluto con un cenno della mano e mi accorgo che continua a scrutarmi. Imbarazzante.
- Fede, puoi venire un attimo in cucina con me? -  domanda sua madre.
- Certo. -  risponde lasciandomi e rivolgendomi uno sguardo prima di andare.
Bene.
- Ehm scusa, non vorrei essere scortese ma la domanda mi sorge spontanea. Quanti anni hai? -  chiede Luca divertito.
Beh, è una domanda che in tanti mi hanno chiesto appena conosciuta. Sarò anche un po bassina, ma la faccia da diciottene ce l'ho.
- Diciotto, sono in classe con Fede. -  rispondo seria.
- Da quanto state insieme? -
- Circa un anno. -
- E com'è a letto? -
- Cosa? - rispondo quasi strozzandomi con la mia stessa saliva.
- Ho capito, non l'avete mai fatto. - 
- Fatti i cazzi tuoi. -  sbotto quasi urlando.
Ha una faccia da schiaffi assurda.
- Lea, potresti accompagnarlo in camera sua per favore? -  mi chiede gentilmente Anna.
Ma perchè proprio io?
- Seguimi. -  gli ordino afferrando un borsone e quasi cadendo.
Ma quanto pesa?
- Ce la fai tesoro? -  chiede ironico.
- Certo che ce la faccio. -
Inizio a salire le scale seguita da lui e quella borsa non aiuta per niente. Quando finalmente mancano due gradini perdo l'equilibrio e scivolo indietro, già pensando alla mia morte prematura, ma una mano mi regge la schiena evitandomi una caduta mortale.
- Dammi la borsa, non vorrei che tu morissi così. - 
L'afferra e per un secondo la sua mano sfiora la mia, poi continua a salire le scale superandomi.
Finalmente arriviamo in camera sua e con la mia solita delicatezza cerco di lasciarlo solo e tornare da Fede ma quando mi volto la porta mi colpisce in faccia.
- Porca puttana. -  dico mettendomi le mani in faccia.
Lo sento ridere di gusto, come se avesse otto anni e mi scosta le mani per controllare la situazione, penso.
- Ti sei graffiata il labbro. -
- Si, mi fa male. - 
- Aspetta qui. - 
Quando solo sola penso alla colossale figura di merda che ho fatto, si può essere così imbranati?!
- Siediti. -  mi ordina indicando il letto.
Faccio come mi dice e lo vedo inginocchiarsi, dopodiché posiziona uno straccio bagnato sul punto del labbro inferiore dove c'è il graffio. È concentrato in ciò che sta facendo ed io mi prendo un po di tempo per osservarlo, è carino dopo tutto.
- Hai delle belle labbra. -  sibila piano, ma riesco comunque a sentirlo.
Accenno un sorriso che ostacola il suo lavoro e il suo sguardo si sposta dalle mie labbra in un punto non identificabile del mio viso. Dio che vergogna.
- Che succede qui? -  chiede Fede preoccupato.
- Niente, ha sbattuto contro la porta e si è tagliata il labbro. -  ancora ridacchia Luca.
- Sto bene. - affermo alzandomi e dando un bacio a stampo a Fede.
- Ti lasciamo solo, avrai tante cose da fare. -  dice Federico rivolgendosi a Luca.
Lui scrolla le spalle. Ci incamminiamo verso la porta e prima di uscire dalla sua stanza mi giro nella sua direzione e mimo un grazie con le labbra.

- Dovrei proprio andare, sono già le 17.30. -  affermo quando siamo davanti l'entrata.
- Grazie per esserci stata, spero che mio fratello ti stia simpatico. - 
- Si, è un tipo complicato ma gentile. -
- Gentile? -  ridacchia. - non è proprio gentilissimo amore. -
- Non so, mi ha aiutata con il graffio. Comunque, devo proprio andare. -
- Ci vediamo domani a scuola. -
Gli do un veloce bacio e salgo sul motorino, per poi sfrecciare verso casa ed avere un po di tempo per rilassarmi.

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Hiii guysss!!
Se state leggendo questo ora è perchè siete stati così gentili e carini da dare un'occhiata a questa nuova storia, quindi grazie mille.❤️
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Se si votatelo e commentatelo, mi farebbe molto piacere.😘
Succederanno molte altre cose nei prossimi! 😝
Ah e non dimenticate di seguirmi!
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Byeeeee!

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