"Non posso venire con te agli allenamenti" disse Thomas sbuffando "ho un impegno"
"So che dici così solo perché non hai voglia" rispose Ki Hong Lee con un sorrisetto beffardo.
Ed era vero, Thomas non aveva alcuna voglia di andare agli allenamenti di atletica -sport che, talaltro, non praticava- ma da quando il suo amico era stato nominato, per il terzo anno di fila, capo della squadra della scuola, ogni tanto si impuntava nel farlo partecipare come suo aiutante. Certo, sapeva benissimo che lui lo faceva per il suo bene, per tenerlo 'sotto controllo' e impedirgli di fare stronzate, ma essendo reduce di due interminabili ore di biologia passate a scarabocchiare il libro con l'evidenziatore, non era proprio dell'umore esatto.
Il problema ? Farglielo capire. Se c'era una cosa impossibile da fare,beh era riuscire a fare cambiare idea o discutere con Ki: era una battaglia persa in partenza.
"Amico,quando mai ti ricapiterà di vedere il sottoscritto prendere a sculacciate quelli del primo anno ?" scherzò l'altro
"Fammi pensare" replicò Thomas grattandosi il mento "ad ogni allenamento ?"
"Okay,forse. Ma quest'anno abbiamo veramente delle bombe" disse Ki Hong Lee
"Va bene, vengo."
"Davvero ?"
"No."
"Eddaii" "Stavo scherzando" replicò Thomas accennando un sorriso "ma niente valletto personale"
"Oh ma dai, amico" protestò l'altro assumendo sul viso dai dolci lineamenti coreani un'espressione molto buffa.
Thomas lo guardò inarcando un sopracciglio "Prendere o lasciare"
"Questo è il mio Thomas" disse Ki con una fragorosa risata.
La pista di atletica si trovava sul retro della scuola, vicino al giardino illuminata dal tiepido sole delle 15:30; lì vicino c'era inoltre una gradinata in cemento per gli spettatori utilizzata per assistere alle gare svolte all'aperto. Thomas si sedette in terza fila, lasciò cadere lo zaino accanto a lui e sospirò. Lo aspettava un pomeriggio in totale solitudine, perché sapeva benissimo che a nessuno interessava vedere gli allenamenti, specialmente con una giornata simile.
L'unica cosa positiva era che forse sarebbe riuscito a studiare seriamente biologia per la prima volta dall'inizio dell'anno. Non era un brutto programma per il pomeriggio. Ripensandoci era anche peggio.
Thomas era talmente perso nei suoi pensieri che non si accorse del ragazzo appoggiato alla ringhiera davanti a lui finché non lanciò un piccolo colpetto di tosse, allora il biondo alzò la testa.
"Ehi, ciao, sono Dylan. Non so se mi riconosci, beh immagino di no, comunque frequento il tuo stesso corso di biologia" disse Dylan sorridendo.
A Thomas bastò uno sguardo per sentirsi crollare un peso sullo stomaco, come se avesse appena inghiottito pezzi di cemento. Dylan era bellissimo.
I capelli castani gli incorniciavano il viso solcato da due fossette dannatamente carine, per non parlare dei suoi occhi, Thomas non aveva mai visto degli occhi marroni così belli: caldi, luminosi, sorridenti. Il naso era leggermente a punta e le sue labbra, seppur sottili, sembravano decisamente morbide e accoglienti.
Era come se fosse uscito da un'opera d'arte. Il Dorian Gray dei libri, il Batman dei supereroi, la parte culminante del racconto, la frase più significativa della canzone, il quadro più bello di tutta la galleria.
Thomas si chiese come avesse fatto a non accorgersi prima di lui. Poi si ricordò che passava le ore di biologia a disegnare il libro di testo o ad andare in bagno.
"Mi pare di averti già visto" rispose imbarazzato
"Non pensavo che facessi atletica" replicò il moro inclinando leggermente la testa di lato
"No, infatti. Pensavi bene"
Dylan sorrise e Thomas si dimenticò di respirare. "Come mai sei qui ? Aspetti qualcuno ?" chiese gentilmente guardandolo negli occhi
"Devo aspettare Ki Hong Lee. Non le vedi le catene ?"
"Ha Ha Ha. Guarda che ti ho sentito" gridò allegro il coreano, mentre sistemava gli attrezzi. Dylan scoppiò a ridere e il biondo si rese conto che la sua risata sarebbe potuta benissimo diventare la colonna sonora della sua vita.
"Forza Thomas, smettila di distrarre Dylan. Puoi continuare a chiacchierare con lui dopo, se sopravvive all'allenamento, ovvio." disse Ki facendo l'occhiolino
"Agli ordini, capitano" sbottò Thomas e Dylan sorrise prima di andare a prepararsi.
angolino della scrittrice
holaa
spero che questo primo capitolo (seppur corto) vi sia piaciuto.
non so già più che scrivere AHAHA. sono messa male.
il capitolo è molto soft, ma vi avviso che ci saranno scene con un linguaggio un po' forte che tratteranno temi abbastanza delicati come per esempio l'autolesionismo, se vi da fastidio, beh vi avviso in anticipo.
l'ultima cosah: i titoli saranno credo così per tutto il """libro""", ovvero in inglese, che racchiudono un po' tutto ciò che accade. magari per i meno ferrati in inglese vi metto la traduzione qua sotto. fatemi sapere.
ciao personcine fab c:
una persona disagiata
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Hold me. |Dylmas
Fanfiction"Come si può pretendere di combattere il dolore con il dolore ?"disse Dylan con dolcezza "A volte non ci sono vie d'uscita, a volte non puoi scegliere. " Dylan si rese conto che non poteva nemmeno lontanamente immaginare quanto T...