《Andiamo ragazzi, non avrete mica paura?》disse Mike per invogliarci a seguirlo, sorrise in modo beffardo.
Steven, Mike, Ilaria, e io, stavamo andando in una casa abbandonata solo per il gusto di farlo e per capire chi fosse il piú fifone tra di noi. Era il giorno di Halloween, la notte migliore per andare in un luogo come quello. Era una vecchia casa abbandonata da decenni e aveva un aspetto abbastanza intimidatorio, ma elegante; come se tu non fossi degno di entrarvi. Vi andammo quello stesso pomeriggio per fare un giro per le stanze e ammirare meglio ogni dettaglio della casa, cosa che sarebbe stato abbastanza impossibile con una torcia.
Le stanze erano spaziose e i mobili antichi di legno erano ricoperti di strati di polvere, intorno a essi vi erano le tracce del legno mangiato dalle termiti. Vi erano tre camere da letto che avevano enormi letti matrimoniali e due camere con letti singoli e una culla. Le lenzuola e le tende che circondavano i letti erano rosse, tutte e nessuna esclusa. Le finestre erano sporche e la vernice, ormai vecchia, si staccava da sola cadendo sul pavimento di legno consumato dal tempo e dai passi che vi passarono sopra. Si notavano delle impronte sul vetro delle finestre, erano impronte umane che spiccavano come dei buchi in un terreno bagnato. Impronte giovani e timide di chi forse ammirava il panorama, un panorama che era sparito anni fa dopo l'abbandono della famiglia che abitava in quell'enorme villa: I Black. Tutti li ignoravano dicendo che il loro cognome portava sfortuna. Erano definiti "maledetti". Un giorno dalla loro casa si udirono suoni strani e inquietanti, ma non si sapeva il motivo... nessuno voleva scoprirlo.
La sera arrivò e il cielo iniziò a scurirsi, il momento era arrivato: avremmo passato tutta la notte in quel luogo dentro dei sacchi a pelo e io non vedevo l'ora.
Eravamo seduti in cerchio e tutti eravamo nei nostri sacchi a pelo per riscaldarci e per passare il tempo, decidemmo di raccontarci delle storie dell'orrore e delle leggende.
《Chi inizia?》 Domandai curiosa, non vedevo l'ora di raccontare la mia storia.
《Inizio io》 rispose Steven sorridendo e lo invitammo a raccontare.
《La mia storia, è una leggenda del mio luogo di nascita: il Giappone. La leggenda è ambientata tra l' ottavo e il dodicesimo secolo e ha come protagonista una giovane donna, Kuchisake-onna. Non si sa se fosse la moglie o la concubina di un samurai, ma ella era molto vanitosa e il samurai pensava di essere tradito dalla donna a causa della sua bellezza. In un attimo di ira, con la katana, le fece dei tagli sui lati delle guance chiedendole chi l'avrebbe chiamata bella adesso. In epoca odierna, alcune persone raccontano di aver visto una donna aggirarsi solo nelle notti nebbiose e con indosso una mascherina. In Giappone, usiamo le mascherine quando siamo raffreddati per non contagiare gli altri e quindi nessuno ha mai sospettato nulla. Dopo la comparsa di questa donna sono sparite molte persone e tutte in modo misterioso. Ci sono persone che raccontano leggende differenti su Kuchisake-onna. C'è chi dice che mangi le sue vittime con la sua enorme bocca o che si diverta a terrorizzarle. Una più specifica dice che, se ti trovi vicino a lei ti chiederá se lei è bella e te lo chiederá di nuovo dopo essersi tolta la mascherina. Se dici no, muori.》 Fece una pausa.
《E se dici sì?》 Chiese Ilaria terrorizzata.
《Ti fa gli stessi tagli che ha lei sulle guance.》rispose lui tracciandosi con le dita due linee curve sulle guance.
Nessuno parlò, erano tutti giá spaventatissimi, io la trovavo davvero carina come storia.
《V-vado io, è il mio turno.》 Disse Ilaria ancora scossa 《La mia leggenda è "Bloody Mary", ma credo che tutti sappiate di cosa parli. Siamo tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900,in una cittadina dell’america. La medicina non era ancora molto sviluppata e vi erano molte epidemie mortali a quei tempi.
Mary, una ragazza di 16 anni circa, viveva con la madre lavandaia e il padre dottore. Ad un certo punto Mary si ammalò di Difterite e andò in coma. Il padre la seppellì sapendo quanto questa malattia fosse contagiosa, ma la madre decise di legarle al polso una corda che spuntava fuori dalla bara, collegata ad una campanella appesa ad uno stecco di ferro.
La madre di Mary si propose di stare la notte nel cimitero per sorvegliare la campanella, ma il marito le iniettò un sonnifero e portò la madre in casa, sapeva che la figlia sarebbe morta soffocata se si fosse svegliata.
Il giorno seguente, si avviarono verso la tomba della figlia e trovarono la campanella per terra. Cominciarono a scavare. Aprirono la bara e videro la figlia coperta di sangue e le dita delle mani erano completamente spolpate e senza unghie, le quali sei erano conficcate nel coperchio della bara.
Il giorno dopo, suo padre morì di attacco cardiaco nel bagno adiacente alla stanza di Mary.
La leggenda dice che se vai in bagno e ti posizioni al buio davanti allo specchio con una sola candela, devi girare su te stesso per tre volte ripetendo Bloody Mary alla fine di ogni giro. Il motivo? Lei apparirá vicino a te. A questo punto ci sono due possibilitá: se guardi lo specchio, le ti dirá il tuo futuro, se ti giri verso di lei... muori.》
Tutti conoscevamo almeno una parte di questa storia, ma eravamo tutti terrorizzati.
《Tocca te, Mike》 disse Ilaria.
《Che dire, io non ho paura di nulla. Le cose che mi avete raccontato non mi hanno spaventato, ma una cosa mi mette a disagio e questa è la mia famiglia. Voi lo sapete che sono stato adottato per motivi strani. Ho visto i miei famigliari uccidere mia sorella minore. L'hanno smembrata e si sono cibati della sua carne. Avevo solo cinque anni e sono scappato! Sono andato da alcuni poliziotti e ho spiegato che i miei genitori erano completamente impazziti e ho spiegato cosa era successo a casa mia. Ora capite perchè dico di non essere come voi? Ho visto cose che nessun bambino dovrebbe vedere...》
Ci avvicinammo a lui e lo abbracciammo.
《Vedete, ogni notte li vedo. Nel buio, nei miei incubi e mentre passeggio per il paese. Non mi abbandoneranno mai questi incubi d'infanzi e scommeto che loro mi stanno ancora cercando. Non li hanno ancora trovati.》
Nessuno parlò, eravamo tutti stretti in un abbraccio affettuoso e campassionevole. Mike aveva le lacrime agli occhi, ma adesso toccava a me.
《Se me lo permettete, vorrei raccontarvi la mia leggenda.》
Mi guardarono tutti e acconsentirono.
《Riguarda la famiglia che abitava questa casa. Erano persone strane e folli, sadici e sanguinari secondo gli altri. In realtá erano spaventati dal mondo. Sentivano notizie di morti e aggressioni, dolore e sofferenza. Abitando vicino a un cimitero, sentivano sempre i pianti delle persone e i racconti del sangue versato da gente ostile e senza cuore. Erano definiti "maledetti". Questa famiglia era composta da cinque persone e da parecchi servi. I primi due figli, morirono a causa di pazzi che giravano per la strada o per incidenti sospetti. Ai poveri signori Black, rimase una sola figlia. Una neonata strana e graziosa. Era sopravvissuta a tutte le malattie che aveva avuto. Era considerata un dono del cielo da quei poveri genitori che non avevano avuto fortuna in fatto di prole. La notte del suo 17 compleanno, nonchè giorno della morte, la figlia rimase sola a casa mentre i genitori andarono a teatro. Rimase nella sua stanza a leggere, ma non sarebbe durata quella gioia. I servi erano terrorizzati dalla ragazza a differenza dei suoi genitori. Dicevano che era figlia del demonio, nessuno poteva sopravviere a tutto quello che aveva passato lei. La presero per i capelli e la portarono in cucina. La legarono al tavolo e le chiesero di spiegarle cosa fosse. Lei disse che era solo una giovine, nulla di più. Loro iniziarono a torturarla. Le fecero dei tagli sulle gambe e sulle braccia. Lei pianse e gridó per il dolore e per paura. Le spruzzarono succo di limone negli occhi e nelle ferite. E infine, la uccisero. La loro paura e la loro gelosia li aveva resi dei mostri. I genitori, disperati, non sapevano il motivo della morte della figlia. La casa adesso si dice che sia infestata dalla figlia dei signori Black e che ella giri in cerca dei discendenti dei suoi assassini.》
《Cosa? Come fai a sapere questa storia?》mi chiese Mike.
《Non ricordo》 risposi facendo spallucce.
《Voglio andarmene a casa!》 Gridò Ilaria spaventata.
Non c'era niente da fare, erano tutti spaventati e tutti andammo a casa di Ilaria; non doveva per forza finire male la serata.
Decidemmo di fare un pigiama party o qualcosa del genere e tutti avrebbero dormito nel proprio sacco a pelo, tranne Ialria. I suoi genitori sarebbero rimasti in vacanze ancora per qualche giorno. Tutti si addormentarono immediatamente, ma io ho sempre fatto fatica ad addormentarmi. Decisi di fare un giro per la casa e di bermi un po' d'acqua prima di andare a dormire, cosa avrei dovuto fare? Mi sedetti al tavola della cucina e bevvi dal mio bicchiere dell'acqua e osservai la casa, tutta un'altra cosa rispetto alla mia. Le decorazioni di Halloween la rendevano comunque più presentabile della mia. Chissá quando aveva fatto la polvere mia mamma l'ultima volta. Devo ammettere di non ricordare da quanto non riposavo bene.
Stavo per tornare nel mio sacco a pelo, quando...
Un gridó distrusse la quiete in quella casa e quel grido era quello di Ilaria.
Mi avviai verso la stanza e la vidi tremare dinanzi allo specchio. Notai qualcuno dietro di lei e cercai di avvicinarmi.
《Stai lontana o ti ucciderá.》 Disse Ilaria in lacrime 《Mike e Steven mi hanno sfidato a ripetere Bloody Mary davanti allo specchio e lei è apparsa.》
《Allora scappa! Ma non guardarla, altrimenti morirai.》dissi.
Lei iniziò a correre nella mia direzione, le lacrime le rigavano le guance e lei non voleva aprire gli occhi. Si avvicinò a me e mi tese la mano, la presi. Bloody Mary strisciò vicino a noi e prese Ilaria per la gamba. Io la stavo guardando negli occhi, eppure lei non sembrava volermi uccidere. Susan si girò di scatto a causa della presa sulla gamba da parte del fantasma di Mary. Lei fece uno scatto e la prese subito per entrambe le gambe e la tirò. Susan cade di faccia e si ruppe il naso, probabilmente. Il sangue le scendeva e sembrava si fosse rotta il labbro inferiore. Le lacrime non si fermavano. A un certo punto, Mary andò nello specchio e cercò di trascinare Susan con sè, ma tutto ciò che vidi io fu la mia amica che veniva distrutta mano a mano che entrava nello specchio. Pelle, carne e organi fuoriuscirono dallo specchio.
Corsi via e andai a cercare Mike e Steven, dove si erano cacciati.
Andai in cucina e vi trovai Steven che morto. Aveva gli occhi pieni di lacrime e un sorriso era stato intagliato sulle sue guance. La sua leggenda si era avverata ed era seduta per terra con la testa di Steven appoggiata sulle gambe. Stava sorridendo quella donna. Non a causa dei tagli, ma come se lei fosse felice di vedermi. Mi guardò e non disse nulla, sparendo dalla mia vista.
Ero in lacrime, Mike era l'ultimo amico che mi era rimasto. Iniziai a correre per cercarlo e lo trovai nascosto in bagno e gli chiesi di aprire.
Entrai in bagno e lui chiuse la porta.
《Li hai visti? Sono qui!》mi disse nel panico.
《Chi, le leggende?》 Risposi.
《Al diavolo le leggende, loro sono qui a terminare ciò che non hanno terminato nel passato》
Lo guardai e capii di cosa stava parlando.
Bussarono alla porta e lui si irrigidì e inizió a piangere in silenzio. Erano loro, coloro che gli avevano rovinato la vita. Bussarono più forte.
《Tesoro, apri la porta》disse una voce femminile, acuta e inquietante 《Ci sei mancato dolcezza. Ci dispiace per tutto, ma non sapevamo come rimediare.》
Silenzio.
Bussarono ancora alla porta, ma piú forte. La voce sembrava furiosa e divenne un urlo nervoso.
《Apri la porta e facciamola finita. Andiamo, pensavi davvero di poter sfuggire ai tuoi genitori? Coraggio, apri e metti fine a tutto.》 Fece una pausa e fece scivolare qualcosa sotto la porta. 《Te lo ricordi questo? È ciò che rimane.》
Mike prese quella cosa e vide che si trattava di una busta decorata di pallini rossi irregolari.
La aprì e vi trovo qualcosa che lo fece rimettere immediatamente. Si trattava di resti umani, probabilmente di sua sorella. Un orecchio in decomposizione e qualche vena. Erano molli e simili a gelatina, ma di colori vivi.
La porta si aprì e loro entrarono. Il padre prese Mike per le gambe e la madre per le braccia e lo portarono fuori. Andarono nella camera da letto e io vi andai dietro.
Legarono Mike al letto con delle corde e si avvicinarono. Respirarono il suo odore e lo guardavano come fosse un animale ferito e loro dei leoni affamati. La madre e il padre presero dei coltelli e vi si avvicinarono.
《Ci hai lasciati, quindi scoprirai il dolore peggiore.》
Gli infilarono i coltelli negli occhi e li estrassero e mentre lui urlava, gli tagliarono la lingua. Gli aprirono la pancia e iniziarono a sdrotolare le sue membra buttandole sul pavimento. Il sangue iniziò a tingere di rosso le lenzuola bianche. La madre di Mike iniziò a leccarsi il sangue dalle mani e a rimpire di impronte rosse tutto quello che la circondava. I suoi genitori ridevano e gridavano. Erano dei folli psicopatici. Infine, strapparono il cuore a Mike, dalla sua bocca uscí molto sangue. I due banchettarono e quando furono pieni, scapparono nella notte.
Adesso sarebbe toccato a me, la mia leggenda. Mi sedetti e attesi di vederla apparire, ma non accadde nulla.
Ci provo ogni anno e non succede mai.
Forse, dovrei andare a dirlo alla polizia. Dovrò farmene una ragione e tornare a casa. A quanto pare, i morti non possono vedere ciò che hanno detto o, forse, non possono vivere di nuovo la propria morte.
Sono anni che sono qui sulla terra, ma i discendenti di coloro che mi hanno ucciso ci sono ancora. Morirò quando saranno tutti morti e ciò che mi blocca sulla Terra, morirá.
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Ci sono riuscita e ne sono più o meno soddisfatta. Adoro le leggende e le storie dell'orrore e mi sono divertita a scriverle. Spero vi sia piaciuto.
Ciao^^
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