Capitolo 17

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Feci un passo di troppo e la porta si spalancò.

Rimasi impietrita davanti ai due. Erano stupiti nel vedermi lì. Steve tolse la mano da quella di Wanda e mi guardò con uno strano sguardo preoccupato. La rabbia che avevo dentro si trasformò in delusione, in tristezza.
Wanda mi scoccò uno sguardo scocciato.

<<Scusate>> farfugliai. Il mio stomaco era vuoto e bruciava terribilmente come se qualcuno gli stesse dando dei forti pugni.

Steve si alzò e mi venne incontro: <<Kathleen, noi non...>> provò a dire qualcosa, a giustificarsi, ma non lo ascoltai. Non riuscii ad ascoltarlo. Feci un passo indietro, mi voltai e camminai velocemente via.
Solo dopo essermi allontanata realizzai di poter essere sembrata ridicola ma non mi importava più, loro erano liberi di fare quello che volevano ma soprattutto non mi dovevano alcuna spiegazione.

Mi buttai sul letto e mi coprii il viso con il cuscino cercando di reprimere qualunque pensiero o sentimento negativo.

<<Hai una bella stanza>>.

Balzai in piedi stupendomi nel vederlo proprio qui: <<Pietro, come sei entrato?>>.

Pietro era lì in piedi, appoggiato ad una finestra, che stava giocherellando con la tenda: <<non sono venuto a chiederti se hai deciso>> disse interrompendo i miei pensieri riferiti proprio a quello.

<<Allora perché sei qui?>>.

Alzò le spalle e mi passò di fianco sedendosi sul letto come se fosse stato a casa sua: <<volevo fare due chiacchiere>>.

<<Oh>> mugugnai sorpresa.

<<Ma se ti disturbo posso...>> mormorò indicando con un cenno del capo non la porta bensì la finestra di camera mia.

<<No, figurati>>.

Scossi la testa e mi sedetti di fianco a lui.
Si era messo a fissare la parete di fronte a noi senza dire una parola.

Proprio due chiacchiere, pensai irritata.

<<Come sta Wanda?>> chiese dopo un po'. Alzai le sopracciglia sorpresa, ma tutti pendono dalle sue labbra?

<<In realtà non credo di starle molto a genio>> risposi.

Annuì pensieroso: <<hai dei simboli sulla spalla vero?>>.

Gli lanciai un'occhiata indagatrice: <<tu come lo sai?>>

<<Sono abbastanza evidenti, hai le spalle scoperte>>.

Ah già, mi ero dimenticata pensai guardandomi la spalla.
Alzai lo sguardo e vidi che mi stava già guardando. Il mio stomaco sobbalzò, forse perché eravamo tanto vicini.
Non distolsi lo sguardo fino a che non fui distratta da un rumore improvviso.

Toc Toc.

Guardai la porta spaesata e nel voltarmi di nuovo verso Pietro, vidi che non c'era più.
Sospirai, poi, alzandomi, andai verso la porta.
L'aprii leggermente, giusto per vedere chi fosse nonostante non avessi voglia di parlare con nessuno ora come ora.

<<Posso entrare?>>.

Il battito del cuore iniziò ad accellerare in modo anomalo. Steve teneva la mano appoggiata alla porta aspettando che gli dessi il consenso per farlo entrare in camera mia.
Riuscivo ad intravedere giusto una piccola parte del suo viso.

<<No, preferirei di no, non sto tanto bene>>.
Sentii un leggero sospiro poi, la pressione che la sua mano aveva sulla porta, sparì e riuscii a chiuderla.

Sospirai esasperata e mi gettai sul letto disfando le coperte.

<<Perché non l'hai fatto entrare?>.

Pietro era riapparso in camera mia e rimaneva appoggiato al muro vicino alla porta.

<<Puoi smetterla di apparire così dal nulla?>> chiesi irritata mettendomi a sedere.

Sorrise leggermente: <<è nella mia natura>>

Sbuffai: <<che scusa bidone, inizierò a metterti un campanellino al collo se continui>>.

Si mise a ridere, una risata leggera, più delicata rispetto a quelle burbere degli uomini. Si scostò dal muro e si sedette di nuovo di fianco a me: <<non hai risposto alla mia domanda>>mormorò.

<<Non c'è un perché, non volevo farlo entrare e basta>>.

<<Volevi proprio rimanere sola con me eh?>>.

Lo guardai di sbieco e sorrisi: <<una cosa del genere>>.

Abbozzò un piccolo sorriso mostrando leggermente i denti e scosse la testa.
<<avevo bisogno di chiarimenti che solo tu puoi darmi>> mormorai.
Mi guardò con sguardo profondo e fece un piccolo cenno col capo.

<<Tu hai detto che c'è gente che mi vorrebbe per distruggere gli Avengers... ma altri che saprebbero davvero aiutarmi>> dissi cercando di ricordare le sue parole.
Annuì.
<<Chi è questa gente?>>
Aprì la bocca per parlare ma la maniglia si abbassò velocemente e Pietro scomparì emanando quella strana nebbiolina blu.
Guardai distratta lo spazio sul letto che prima era occupato da Pietro e poi spostai lo sguardo sulla porta che si aprì leggermente.

<<Pss>>.

Tutti a rompere sta sera... pensai scocciata.

<<Chi è?>> chiesi rimanendo a sedere.

<<Pss... Kathleen, posso entrare?>>

Thor. Lo riconobbi dalla voce. Sbuffai e andai verso la porta, la aprii con modi burberi e poco femminili nonostante non mi facesse così dispiacere la sua visita. Volevo parlare con Pietro ma purtroppo venivamo continuamente interrotti e lui, puntualmente, spariva.

<<Hai bisogno?>> chiesi guardando quei piccoli occhi azzurri.
Fece un passo indietro e annuì.
Uscii fuori chiudendo la porta alle mie spalle, il corridoio era illuminato solo da una luce bianca appesa al centro del soffitto: <<cosa c'è?>>

<<Steve...>>

A quel nome il mio cuore sobbalzò, ma subito dopo ricordai di quello che avevo visto nella stanza di Wanda.
<<Steve>> ripetei sperando andasse avanti con il suo discorso.

<<Steve era venuto di lá da noi... seguito da Wanda, e aveva l'aria di essere molto preoccupato>>.

Lo guardai stupita. Preoccupato per cosa? Non sarà mica perché ho scoperto della sua storia con Wanda.
<<Digli di stare tranquillo>> ogni parola che usciva dalla mia bocca era come un sasso che si depositava sul mio stomaco: <<non dirò niente a nessuno, e ora sono davvero molto stanca, vado a dormire>> aggiunsi in fretta. Mi diede una veloce buonanotte, scompigliandomi leggermente i capelli e dicendomi che, nel caso fossi stata molto male, sarei dovuta andare da lui. A quanto pare aveva a disposizione una medicina Asgardiana molto potente.

<<Wanda ha una storia con Steve?>> chiese Pietro uscendo dal bagno non appena aveva capito che ero tornata in stanza.

Lo fulminai con lo sguardo: <<perché ti interessa tanto?>>
Alzò le spalle, quanto poteva essere irritante?

<<Ora devo andare>> disse dirigendosi verso la porta da cui ero appena entrata. Si fermò proprio davanti a me e mi guardò con uno strano sguardo. Uno sguardo profondo che mi lasciò una voragine dentro.
Ero senza fiato, non so bene il perché.

<<Non hai risposto alla mia domanda>> sussurrai.

<<Avremo tempo un'altra volta>> rispose imitando il mio tono di voce.
Quindi lui aveva intenzione di tornare eh? A quel pensiero mi venne solo da sorridere.
Mi piaceva stare in sua compagnia. Poteva essere irritante, ma era simpatico.
Annuii ma lui continuò a guardarmi in silenzio.

<<Cosa c'è?>> chiesi imbarazzata.

Scosse la testa come per cacciare un ambiguo pensiero e aprì la porta.
Gli bloccai il braccio: <<non hai paura che ti scoprino?>>.

<<Non ricordi? Sono molto veloce>> fece orgoglioso.
Guardò con una certa insistenza la mano che teneva il suo braccio così la tolsi e sorrisi:<<allora ciao>>.

<<Allora ciao>> mi imitò e poi se ne andò, sparendo come un fulmine dalla mia vista.

Ciao a tutti!
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Spero vi piaccia !

Baci :*

The Psyche Girl- un nuovo eroe MARVELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora