mi presento, mi chiamo Kasumi Kuroshi, sono una ragazza di 13 anni dalla statura medio-bassa, occhi fin troppo grandi marroni e capelli neri corvino corti.
***
ero nel giardino a leggere un libro, sul mondo esterno, erano assai rari e "preziosi", i miei ne tenevano molti nella biblioteca, peccato che i miei non c'erano piú.
loro avevano il permesso di viaggiare nel mondo esterno, per uccidere quelle "creature" che c'erano al di fuori di quelle mura, che ho sempre odiato.
un giorno, un signore si presentò a casa mia, dicendomi che i miei purtroppo non c'erano piú, avevo appena compiuto 6 anni.
decisero di affidarmi ad una signora, Izumi, era sempre gentile con me, e lo è ancora.
ad un tratto sentii delle urla, dietro una casetta abbandonata vicino casa mia.
dissi ad Izumi che uscivo e andai a vedere.
"TU, BRUTTO NANO, COME TI PERMETTI DI DIRE A NOI CHE SIAMO DEGLI ANIMALI IN GABBIA."
"NON LO DICO SOLO A VOI, LO DICO A TUTTI NOI, DENTRO LE MURA. DAVVERO NON SENTITE QUESTA SENSAZIONE? QUELLA DI NON POTER FARE NULLA CONTRO DI LORO, E CONTRO LE MURA?"
sentivo questo, mentre mi avvicinavo sempre piú.
"VOI VOLETE PICCHIARMI PERCHÈ SAPETE CHE HO RAGIONE MA NON VOLETE ACCETTARLO, SIETE SOLO DEI DEBOLI SE FATE COSÍ."
girai la vecchia casa, spoglia, e vidi la scena; un ragazzo che teneva per il colletto della camicia l'altro, piú piccolo fisicamente e altri due che stavano a guarda tra un mix di rabbia e divertimento sul volto.
"ah davvero? voi pensate che là fuori non ci sia niente, o meglio, che stando rinchiusi come degli animali in cattività siate al sicuro? beh vi sbagliate. noi siamo costantemente in pericolo da...da quei cosi assassini." dissi avvicinandomi a loro, lentamente, avevo lo sgardo di tutti addosso compreso il ragazzo sbattuto al muro da quei tre bulli, aveva dei capelli a cascetto di un biondo molto acceso e degli occhi azzurri meravigliosi.
"oh, un'altra rottura, Shiro pensaci tu." un ragazzo molto magro mi si avvicinò velocenente, sferrandomi un pugno che io bloccai con la mano, per poi girargli un braccio quasi rompendolo e buttandolo a terra. i due rimasti mi guardavano sorpresi, e con un cenno di uno, mi si avvicinò un'altro ragazzo, stavolta sovrappeso, prima che potesse fare nulla gli tirai un calcio in pieno viso, e cadendo a terra fece un gran tonfo, poi mi avvicinai all'altro, che stavo pr sferrare un pugno al ragazzo biondo, io gli tirai un pugno sulla guancia, e quest'ultimo cadde a terra.
"g-grazie." sussurrò il biondo, ormai caduto a terra.
"ma di nulla, qual'è il tuo nome?" gli chiesi sorridendo.
"Armin, il tuo?" Armin, bello come nome.
"Kasumi." dissi. "vuoi che ti aiuto ad alzarti?" aggiunsi porgendogli la mano. la guardò per qualche secondo.
"n-no grazie, mi rialzo da solo." rispose alzandosi e scostando la mia mano.
pochi secondi dopo arrivarono correndo due ragazzi, un ragazzo, ed una ragazza.
"Armin cos'hai fatto!?" disse il ragazzo.
"oh, io nulla, stavo litigando con i soliti bulli quando è arrivata questa ragazza, Kasumi, che sostiene la nostra opinione riguardo le mura. ah, Kasumi, loro sono Mikasa ed Eren." disse Armin molto piú contento di prima.
"piacere." dissero i due all'unisolo.
"tu adesso dove dovresti andare?" mi chiese Mikasa
"oh beh, non ho una meta precisa haha, sono uscita di casa sentendo le grida di Armin e quei tre, mia mamma mi aspetterebbe verso l'ora di cena.." dissi pronunciando mamma in maniera strana, ad Izumi non l'avevo mai chiamata mamma, e forse mai lo farò...
"beh allora abbiamo ancora tempo dato che sono le quattro di pomeriggio, ti va di passegiare un po' con noi?" mi chiese Armin.
"oh, certo, a voi va bene?" chiesi ad Eren e Mikasa.
"certo." disse Mikasa.
"cosí potremmo conoscere meglio la nostra nuova amica." disse Eren con un sorrisone.
"bene, allora andiamo." disse Armin, e ci incamminammo.
parlammo tutto il tempo del piú e del meno, ma poi arrivammo all'argomento 'mondo esterno'
"voi come pensate che sia?" chiese Mikasa.
"oh, un posto fantastico...apparte quei mostri.." disse di tutta risposta Eren.
"io non penso siano del mostri, ma semplicemente, pensano in modo diverso da noi unani." dissi.
"esatto, la penso come te." disse Armin. "i miei genitori l'hanno visto il mondo esterno." aggiunse per non evitare discussioni.
"io ci sono nata." dissi io.
"come!?" chiese Eren, sorpreso.
"beh, i miei ammazzavano quei giganti, mia madre quando era incinta di me doveva lavorare per forza, visto che i cadetti erano pochi, e non potevano permettersi neanche di perderne uno...allora, mia mamma mi ha dovuto partorire lí fuori, ancora ricordo quant'è fantastico.." dissi io, quasi con aria malinconica. era incredibile che io riuscissi a ricordare quel mondo, eppure lo ricordavo benissimo.
"e i tuoi adesso dove sono?" chiese Mikasa.
"beh, loro morirono, quando avevo 6 anni." dissi.
gli altri non fecero in tempo di dire niente che sentimmo un boato, corremmo verso il centro e vedemmo...vedemmo quel gigante, alto piú di 50 metri, che stava distruggendo le mura...