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Percy fingeva di essere allegro come al solito. Era il 18 Agosto, ovvero il suo compleanno. Eppure quella mattina, quando Annabeth lo aveva svegliato con un bacio, ecco, si era aspettato che gli facesse gli auguri. Insomma, quel giorno era un giorno importante, abbastanza impossibile da dimenticare, più che altro perché 8 anni prima, proprio quel giorno, avevano vinto la battaglia contro Crono. Eppure sembrava che tutti se ne fossero totalmente scordati.

Quel 18 Agosto 2017, avrebbe compiuto 24 anni. Era passato tanto tempo. Eppure era tutto uguale a prima. Sua madre Sally, il patrigno Paul e la sorellina Penelope l'avevano chiamato per fargli auguri, ma nulla di più. 

Erano le 6 passate e nessuna traccia di un augurio. Niente. Era abbastanza sconfortato e in più nessuno dei suoi amici era più spuntato. Era sdraiato sul suo letto nella cabina di Poseidone. Almeno lì c'era un po' di fresco.

Qualcuno bussò alla porta.
-Avanti.- borbottò il figlio di Poseidone.
-Hey, Testa D'Alghe!

Percy si alzò di scatto dal letto.
-Annie! Non ti vedo da stamattina! Si può sapere dove ti eri cacciata? - chiese lui mentre le dava un bacio.

- Nulla di che, semplice giornata di lezione.
-Ah, ecco, non mi avevi avvisato. - rispose lui. Annabeth faceva lezione di latino, greco e architettura ogni tanto. Ma lo avvisava sempre.

-Ti va un bagno in spiaggia?
Il semidio acconsentì e si andò a cambiare.

Mentre si avviavano verso il laghetto delle canoe la figlia di Atena iniziò a straparlare.
- Stamattina ho conosciuto un ragazzino nuovo, figlio di Ermes. Non ho mai visto un bambino così esagitato ed è tutto dire visto che conosco te. Si chiama Kyle Stevenson. Oggi a lezione mi ha chiesto di andare al bagno sei volte in un'ora. Si agita sulla sedia come se scottasse e cerca di impegnarsi senza alcun risultato. Dovevano tradurre il mito greco di Persefone ed è arrivato a metà, scrivendo frasi che sembrano senza senso. Per non parlare di Storia dell'Arte. Malcom mi ha raccontato che stava spiegando la Nike di Samotracia e Kyle ha alzato la mano. Sai cosa ha chiesto? "Ma la Nike non ha sede nell'Oregon?". Mal ci è rimasto di sasso. Fortuna che i ragazzi l'hanno presa per una battuta... Ho paura che avrà dei seri problemi anche qui. Insomma, quando un ragazzino...- Quando iniziò a parlare di psicologia Percy disconnesse il cervello.

Di ciò che pensava quell'illustrissimo Sigdund Froid o come accidenti si diceva, non gli interessava gran che.

Anche se qualcosa non quadrava. Non aveva sentito parlare di nessun Kyle Stevenson figlio di Ermes in quei giorni... e solitamente era piuttosto ben informato.

Conosceva tutto sul Campo Giove grazie ai suoi amici romani, tutto su quello che combinavano i satiri grazie a Grover, tutti i problemi degli inferi grazie a Nico Di Angelo, tutto sull'Olimpo grazie a Chirone e tutto sul Campo Mezzosangue perché ci abitava. Eppure nessuno aveva parlato di Kyle.

Non fece in tempo a fare due più due che erano arrivati: la spiaggia era invasa da tutti i suoi amici.

-Per cui posso supporre che sia opportuno dirgli...-

-BUON COMPLEANNO PERCY!- urlarono i semidei invitati alla festa a sorpresa.

-BUON COMPLEANNO PERCY!- urlarono i semidei invitati alla festa a sorpresa

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