Le voci

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- Lydia...Lydia...Lydia. - una voce sussurrante pronunciava il mio nome, era la prima volta che lo sentivo realmente. Le mie vocine mi parlavano solo di un ragazzo, della sua vita, di quanto fosse bello e inappropriato allo stesso tempo. Conoscevo tutto di lui ormai, tranne il suo nome. Ah, i nomi!
Ero in campeggio, la prima notte con le tigrotte fu straziante per tutti, ma più per me, perché si pensava che nel bosco si nascondesse un serial killer, essendo stato notato che nei mesi e nei giorni appena trascorsi fossero stati rinvenuti molti cadaveri uccisi alla stessa maniera: sgozzati, ma prima violentati e asfissiati con un cuscino sulla faccia.
Grazie alle voci avrei potuto sapere chi fosse, ma esse non si facevano capire.
Quando ritornai dal mio stato di trance, i miei occhi grandi e verdi erano spalancati ed io circondata da tutte le tigrotte.
- Lydia,stai bene? - mi chiese Alexis, il capo team.
Era la prima volta che Alexis, quella VIP, si preoccupava per me, era la prima volta che le tigrotte mi avevano chiamata per nome al posto di "Pel di Carota".
- Sì, sto bene. - risposi senza pensarci due volte.
- Ma qualche minuto fa hai urlato come una persona da ricoverare in un istituto psichiatrico. - una voce proveniente dalle ragazze riuscì a farmi mettete a fuoco la situazione.
Sono Lydia Martin e sono una banshee, se urlo qualcuno sta per morire.
"È segno che sta per morire qualcuno" pensai.
- Il killer. - pensai ad alta voce.
Alexis si spaventò proprio come si spaventarono le altre girlscout.
- Questa è matta da legare. - disse una.
- Lo sa che nel camposcout l'erba non si fuma? - disse un'altra.
Alexis, non badando ai commenti delle altre continuò a parlarmi, stranamente.
- Puoi spiegarti meglio, Lydia? - chiese come se fosse intimorita.
- Nulla, ho urlato perché ho avuto un incubo sul killer. - risposi smascherando il tutto.
- Bene, si può tornare a dormire adesso. - Alexis invitò le ragazze a dormire nel proprio sacco a pelo.
In mattinata, circa verso le dieci meno un quarto, lo sceriffo di Beacon Hills ci chiese gentilmente di evacuare la zona.
Ero più che sicura che ci fosse un cadavere tra la boscaglia.
Accanto allo sceriffo si trovava un ragazzo alto, magrolino e bruno, era carino. Andò nella macchina e la azionò appena finì di parlare, così capii che la jeep era sua.
Mi consultai con Alexis perché non avevo il passaggio per tornare in città e mi disse che non  era un problema suo...che arrogante!
- Non posso accompagnarti, sono in servizio ma mio figlio può sicuramente - mi propose lo sceriffo, io annuii.
Lo sceriffo fece un cenno al figlio e subito il ragazzino moro con capelli castani mi aprì la portiera.
- Grazie - mormorai.
- Dove ti accompagno? - chiese quel bravo ragazzo.
- Vicino al bar Florida - risposi,intanto le vocine facevano brusio.
Il ragazzo guidava verso la destinazione e le vocine facevano brusio.
Capii indirettamente che il ragazzo di cui so tutto tranne il nome era lui.
Arrivati a destinazione,scesi - Ciao... - salutai lasciando un silenzio come per sapere il suo nome e rimanendo lì.
- Stiles - rispose con il suo nome.
-Ciao Stiles- salutai con la mano.
- Ciao... - rispose lui,con lo stesso silenzio.
- Lydia - risposi, stessa situazione.
- Ciao Lydia - mi salutò con il clacson per poi sfrecciare via.
Stiles, il suo nome è Stiles.

Stiles, il suo nome è StilesWhere stories live. Discover now