Un incontro casuale?

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Come al solito, Chiara si avviò verso la spiaggia per la passeggiata del mattino. Non avrebbe saputo spiegare perché, ma d'estate non riusciva ad iniziare le sue giornate prima di avere bagnato i piedi nell'acqua del bagnasciuga e di avere percorso almeno un paio di chilometri in completa solitudine a diretto contatto con il mare. Forse era il suo modo di far sapere all'umanità che quel mondo in cui le era capitato di vivere non le piaceva per niente. In tal caso, però, difficilmente il messaggio sarebbe arrivato a destinazione perché l'umanità sembrava avere occupazioni più urgenti che non seguire l'ozioso cammino di una quindicenne scontrosa alle prese con un'adolescenza difficile. In genere non incontrava nessuno, se non qualche malinconico vecchietto cui non bastava una serata di pesca per meditare sulla propria solitudine.

In genere. Ma quel giorno non era uno qualsiasi. Chiara non lo sapeva ancora, ma quel giorno avrebbe cambiato per sempre la sua vita e niente sarebbe stato più come prima. Alzando gli occhi dalle punte dei piedi, appena sfiorate dalle pigre carezze delle onde, vide una sagoma scura muoversi verso di lei. Notò subito qualcosa di insolito: non avanzava con passo incerto, come capitava agli anziani perdigiorno che ogni tanto le capitava di incrociare; il suo passo era fermo e deciso, come se muovesse verso una meta ben precisa. Bastò poco a Chiara per capire che quella meta era proprio lei. Quell'uomo le stava venendo incontro. Non riusciva a scorgerne il viso perchè il sole era proprio alle sue spalle, ma l'andamento determinato dei passi e l'eleganza della figura colpirono subito la sua curiosità. Percepí che il battito del cuore stava accelerando, quasi come se volesse spingere i suoi piedi a correre verso quello sconosciuto. Ma era una follia e Chiara era troppo orgogliosa e razionale per cedere a quell'improvviso sussulto emotivo. Come per contrastare quell'insolita sensazione, si fermò ad attendere, ma il suo sguardo, fisso sull'uomo, tradiva l'inquietudine dei suoi sentimenti.

Finalmente lo sonosciuto si fermò, a non più di due metri da lei. Si fissarono negli occhi. Chiara non temeva lo sguardo di nessuno: erano gli altri in genere, soprattutto i coetanei, a evitare il suo, troppo duro e inquisitorio per un gruppo di adolescenti, sempre in vena di scherzi e di battutine sarcastiche. Quella volta però era diverso. Quegli occhi avevano qualcosa di speciale e - come dire - di potente. Chiara aveva la sensazione di essere scavata da quello sguardo che sembrava capace di penetrare fino al nucleo più profondo della sua intimità. Non era solo l'azzurro intenso dell'iride che brillava come uno zaffiro provocato dai raggi del sole ancora basso. C'era qualcos'altro, qualcosa di misterioso e  inquietante. Un brivido percorse la sua schiena, facendo evaporare di un tratto tutta la spavalderia che l'aveva resa famosa e non proprio popolare fra i suoi compagni. Avrebbe voluto fuggire via. E probabilmente lo avrebbe fatto se proprio in quel momento lui non avesse pronunciato il suo nome.

"Chiara, finalmente sei arrivata. Ti stavo aspettando da più di un'ora."

La sua voce era calda ed accogliente, in netto contrasto con la freddezza indagatoria degli occhi e forse Chiara avrebbe dovuto stupirsi nel sentirsi chiamare per nome da uno sconosciuto. Ma non lo fece. Era certa, infatti, di avere già incontrato quell'uomo, anzi quel ragazzo, perché, ora che poteva finalmente guardarlo da vicino, era chiaro che lo sconosciuto non aveva più di vent'anni. In altri momenti avrebbe anche notato che si trattava proprio di un bel ragazzo, uno di quelli che avrebbe suscitato commenti isterici da parte delle sue compagne di classe: alto, spalle larghe, fisico asciutto, lineamenti raffinati, capelli scuri appena mossi. E quegli occhi di ghiaccio. Ma in quel frangente Chiara non era in grado di perdersi in apprezzamenti estetici. Era come ipnotizzata.

Riuscì a stento ad articolate poche sillabe, che uscirono con fatica dalla sua bocca: "Chi sei?"

Il giovane sorrise: "Tu sai chi sono. Lo sai molto bene, anche se al momento forse non lo ricordi. Ci vorrà del tempo. Naturalmente me l'aspettavo. Ora però vieni con me. Non ho il tempo di spiegartelo, e non sarebbe nemmeno opportuno che lo facessi. Seguimi e vedrai che presto sarà tutto chiaro. Sbrighiamoci adesso. Non è prudente per noi fermarci qui."

"Ma perché  dovrei seguirti?" Chiara sembrava avere ritrovato la sua sicurezza "Io non so chi sei. Ti vedo oggi per la prima volta e dovrei seguirti... dove, poi? Perché dici che siamo in pericolo?"

"Finalmente ti riconosco, Chiara, mi sembravi un po' imbambolata prima. Era ora che uscissi dal letargo. Ora, però, basta con le domande. Ti ho già detto che non abbiamo tempo da perdere. Io devo andare e tu faresti molto bene a seguirmi. Ma fai come vuoi".

Queste furono le sue ultime parole. Poi si giró e si allontanò con lo stesso passo deciso con cui si era avvicinato. Chiara sapeva che tutto ciò non aveva molto senso. Aveva incontrato uno sconosciuto che la invitava a seguirlo per andare non si sa dove e fuggire non si sa quale pericolo. Era una follia. Forse si trattava solo di uno dei suoi soliti sogni. Ma in fondo che aveva da perdere?

Così, senza quasi rendersene conto, si sorprese a muovere i passi dietro alla sagoma del giovane, che aveva preso ormai una decina di metri di vantaggio.

"Aspettami!" urlò con una voce che aveva improvvisamente ritrovato vigore.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 18, 2016 ⏰

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