La sveglia suona puntualmente alle 06:00. Non faccio mai storie per alzarmi, ma già prima delle 06:01, mi alzo e mi preparo per la mia corsetta mattuttina. E' un'abitudine che ho preso al college, allora lo facevo per rimorchiare le ragazze, ora invece lo faccio per allentare la tensione e tenermi in forma. Grazie all'allenamento giornaliero, in un'ora sono capace di percorrere svariati chilometri. Mentre corro, mi sento spensierato come un bambino, tuttavia il tempo a mia disposizione sembra essere sempre troppo poco e difatti, controllando l'ora, noto chè è già tempo di tonare a casa a preparasi per l'ufficio. Adoro il mio appartamento: è vicino al lavoro, ha due camere, un salotto/cucina, un bagno...e ogni altra sorta di confort che ogni uomo desidera in casa. L'unica pecca è la doccia che è decisamente troppo bassa per uno che come me è alto 1,90 cm. L'eleganza nella S&S non è un optional, perciò scelgo un completo giacca-pantalone color blu notte e una camicia azzurra. Mi metto alla guida della mia Alpha Romeo e come al solito, prima del lavoro faccio una deviazione da Starbucks per prendere due caffè. A quest'ora della mattina è quasi un'impresa impossibile, ma avere delle conoscenze all'interno fa si che, appena varcata la soglia, siano già pronti ad attenderti. Uno me lo bevo nel breve tragitto che mi separa dall'azienda, l'altro invece lo tengo al calduccio nel portavivande, per il mio capo. Faccio un cenno di saluto ai due omoni che stanno all'ingresso e mi dirigo verso gli ascensori. Non è una novità che siano strapieni, perciò nella mia posizione di sardina schiacciata, devo far attenzione a non far rovesciare il contenuto del bicchiere che tengo in mano. Finalmente dopo qualche minuto, grazie al mio corpo massiccio, riesco a farmi spazio tra la gente ammassata. Non mi sorprende constatare che il capo è già nel suo ufficio a lavorare. Mi domando se quella donna dorma ogni tanto o sia una qualche sorta di robot. Entro in punta di piedi nel suo ufficio e le lascio il caffè sulla scrivania. "Noto che è arrivato puntuale. Bene Donovan, si metta al lavoro. Convochi una riunione con gli altri dirigenti per lunedì mattina alle 10, dopodichè si occupi dei conti che le ho lasciato sulla scrivania e che successivamente io stessa revisionerò". Sempre freddamente professionale. Perlomeno non è di quelle donne che amano denigrare il proprio assistente maschio per sottolineare l'emancipazione femminile. "C'è altro?". "No, può andare". Esco dall'ufficio, saluto due miei colleghi, Mark e Troy e mi metto all'opera.
Penso che tutti quei conti mi abbiano fuso il cervello. Quando alzo la testa dai fascicoli, le luci di quasi tutti gli uffici e delle postazioni di lavoro, sono spente. Gli unici due rimasti sono i miei amici a cui faccio cenno di aspettarmi due minuti. "Capo.." alza lo sguardo verso di me e mi guarda in attesa "..ho finito tutti i bilanci, se non c'è altro andrei". "Li dia a me..e certamente può andare". "A lunedì.." dico, ma non ricevo risposta. Faccio dietrofront e raggiungo i miei compagni. "Possiamo andare a divertirci finalmente!". "Voglio prendermi una bella sbronza oggi!" annuncia Troy. "E quale sarebbe la novità?" lo canzona Mark. "Basta di fare i bambini! Stasera ci vuole una birra in compagnia di qualche pollastrella". Entrambi annuiscono convinti e mi seguono docili. Ognuno prende la sua macchina e ci ritroviamo davanti al Red Hole. "Che la festa abbia inizio, Baby!" urla Troy, guadagnandosi uno scappellotto da me e Mark. Il locale è strapieno di studenti universitari ubriachi e uomini di mezz'età che vogliono rimorchiare ragazzette che potrebbero essere loro figlie. Ci sediamo al bancone e Joe, il barman, ci porta subito le nostre birre. "Allora come va con Miss Manico di Scopa?" mi domanda Mark. "Chi, il mio capo? Bene..tutto sommato non è male come capo. C'è di peggio in giro" rispondo con un'alzata di spalle. "Ancora non capisco perchè con tutti i soldi che ti ritrovi, fai da sguattero ad una donna". "Primo: non faccio da sguattero. Secondo: sono abbastanza sicuro della mia virilità da non avere problemi che ad essere il mio capo sia una donna". "Se fosse una sventola almeno!" si intromette Troy. "Quanti anni ha? 40?!". Sinceramente non mi sono mai chiesto quanti anni abbia. Olivia Hoover, nonchè mio capo da quasi 2 anni, è una delle donne più misteriose su questo mondo. Con indosso sempre abiti maschili, capelli legati in uno chignon stretto ed occhiali spessi, è l'enigma del secolo. Non saprei darle un'età, perciò rispondo con sincerità:"Non ne ho idea". "Può anche essere un mezzo maschiaccio, ma sai come si dice..le rosse sono passionali" ammicca Mark. "Basta parlare della Hoover, oggi mi voglio dedicare solo al divertimento". "Benissimo, perchè lì c'è un gruppetto di ragazze niente male..". "Voi andate.." dico ai due "..devo controllare solo qualche messaggio e vi raggiungo". "Come vuoi amico" dicono dandomi una pacca sulla spalla e successivamente allontanandosi. Oggi non ho ancora avuto modo di contattare Holly, e non avere sue notizie mi rende nervoso. Queste due settimane stanno durando una vita, ma so che ha diritto di passare del tempo con i nonni materni. Tasto le tasche dei pantaloni, ma non lo trovo. Provo con quelle della giacca, e niente...Ripercorro mentalmente la giornata di oggi per fare mente locale su dove possa essersi cacciato quel maledetto telefono. Mi pianto una manata in faccia quando mi rendo conto che l'ho lasciato nel cassetto della mia scrivania al lavoro. Dentro di me sto sbraitando in tutte le lingue del mondo. Porca puttana! Non ci voleva proprio, e devo pure sbrigarmi altrimenti chiuderanno l'edificio . Mi avvicino a Mark e Troy, che stanno parlando con delle ragazze alquanto sbronze. Non appena mi vedo prendono a presentarmi le loro compagne. "Non ho tempo per questo..devo tornare in ufficio, ho dimenticato il telefono..". "Jamie! Non puoi andartene sul più bello!". "Mi dispiace ragazzi, ma mi serve il telefono, lo sapete..". Dopo i saluti mi avvio alla macchina e fortunatamente a quest'ora non c'è traffico, così in un quarto d'ora sono arrivato. Saluto Bob della sicurezza notturna e gli chiedo se posso salire in ufficio perchè ho dimenticato una cosa. Mi concede il permesso, perciò salgo. Apro il cassetto ed eccolo lì quello stronzo! Sto per tornare indietro ma dall'ufficio del capo vedo provenire della luce. Non è possibile che di venerdì sera sia ancora qui! Ma quella non ha proprio una vita! Decido di andare a farle un saluto, così apro la porta e dico: "Buona sera, Capo! Ancora qui?". Ma le parole mi muoiono in gola quando vedo che alla scrivania non è seduta la donna che conosco io, bensì una ragazza giovane e...cazzo! E' bellissima!. Lunghi capelli rossi che penzolano dallo schienale della sedia dove è appoggiata. E' scalza e le ginocchia sono appoggiate al petto, e questo particolare mi fa notare la camicetta leggermente sbottonata che mette in mostra un bel seno abbondante. Mi guarda con occhi sgranati e si immobilizza come me per lo shock. Dopo un po' sembra riprendersi ed indossa gli occhiali. Il mio capo..non ha 40 anni, ma ne avrà una ventina! Lentamente aggiro la sua scrivania per ritrovarmela difronte. Si schiaccia ancora di più sulla poltrona, come timorosa. So che potrebbe risultare una situazione ambigua, ma la necessita di vedere i suoi occhi, mi spinge ad abbassarmi fino a ritrovarci faccia a faccia. Appoggio una mano sul bracciolo, mentre con l'altra le sfilo gli occhiali e li appoggio sulla scrivania. Lei non si muove e non emette un suono, ma mi guarda terrorizzata. Finalmente punto i miei occhi azzurri nei suoi che mi sconvolgono. Sono leggermente a mandorla, di un colore indefinito..sono un misto di sfumature verdi e marroni, e in vita mia non ho visto delle ciglia così lunghe senza trucco. Si, senza, perchè anche con il viso acqua e sapone, è di una bellezza sconvolgente. Mi avvicino ancora un po' per poterla studiare meglio, e posso sentire il suo respiro spezzato sulle mie labbra. Sul naso leggermente all'insù ha una spolverata di lentiggini color caffellatte che le danno un'aria da ragazzina. Penso che magicamente si sia trasformata in una sirena, pronta ad ammagliarmi e farmi annegare nella lussuria. Sto quasi per baciarla, la vedo avvicinarsi leggermente a me, ma invece di un bacio, in faccia mi arriva uno schiaffo. Mi riscuoto così da questa sottospecie di trace. Mi allontano bruscamente imbarazzato. "Mi dispiace capo! Non so cosa mi sia preso..spero che questo non influisca sul nostro rapporto lavorativo". "So io cosa ti è preso! Voi uomini siete tutti uguali!". Abbasso la testa perchè so che ha ragione. "Non una parola a nessuno..NESSUNO! Nemmeno a Mark Larson e Troy McCow, ci siamo capiti?". "Si, signora". "Non sono un sergente, sono il tuo capo" dice puntandomi contro quei magnifici occhi. "Certamente..Posso farle una domanda capo? Se non sono indiscreto..". C'è una cosa che mi interessa. Mi fa cenno di procedere perciò formulo la mia domanda. "Quanti anni ha?". Rotea gli occhi e sbuffa. "Non ti hanno mai insegnato a non fare questo tipo di domande alle donne? Non è rispettoso..". Il suo rimprovero tuttavia non mi scalfisce minimamente, perchè la curiosità prevale sulla ragione. "22" risponde semplicemente. Perbacco, più giovane di me! Mi mordo il labbro inferiore per trattenere tutte le domande che mi affollano la testa. "Ho capito che altro c'è che vuoi chiedermi..già che siamo qui, domanda pure". Mi apro in un sorriso a trentadue denti pensando da dove cominciare. "Innanzitutto mi piace questa cosa del darmi del tu". "Io posso, tu no.." dice malefica. Faccio labbruccio e lei scoppia a ridere. Una risata melodiosa, ma anche un po' bizzarra. "Va bene, quando siamo soli puoi darmi del tu". "Benissimo, perciò riprendendo il tema principale..perchè non ti mostri per la bella ragazza che sei?". "Perchè per una donna, fare carriera non è facile come per gli uomini...quindi se ti presenti come una bella donna, tutti gli uomini con cui vorrai fare affari, ti tratteranno, in pratica, come una bambola gonfiabile. Poi, o gli dai quello che vogliono o le possibilità di fare carriera saranno pari a zero. Al contrario una donna non troppo bella non rischia spesso comportamenti di questo genere". "Immagino che tu abbia ragione...ma essere a capo della sezione finanziaria di una ditta importante come la S&S è un bel traguardo. Molti nella tua posizione si sarebbero già adagiati sugli allori. Ma non mi sembra questo il caso". Mi sorride dolcemente e mi incanto a guardarla. "Ma veramente è necessario mascherarsi proprio così tanto?". Ritorna seria e per un attimo mi guarda come se non fosse sicura di poter essere totalmente sincera. "Forse no, se la situazione fosse diversa. Ma guardandomi bene, non noti una certa somiglianza con qualcuno?". Non capisco la sua domanda perciò la guardo interrogativo, per ricevere una spiegazione, che tuttavia non arriva. La studio attentamente, ma non riesco proprio a trovare una somiglianza con qualcuno di mia conoscenza. Ma poi con un tocco della mano, si sposta i capelli sul lato destro, e quel gesto mi fa accendere la lampadina. Non è possibile! Spalanco la bocca, sgomento. "Tu..Tu..sei Olivia Violet Spencer, figlia di Arthur e Nora Spencer, unici titolari della S&S". Un lampo di malizia le attraversa lo sguardo. "Piacere di rivederti, Jamie".
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One Shot Baby
Literatura FemininaCasualità o destino? Una storia al contrario, dove il capo è Olivia e Jamie è solamente il suo assistente. Quale sarà la verità che li porterà ad avvicinarsi?