Capitolo 2.

132 7 10
                                    

Lentamente mi giro e lo vedo, è proprio lui.

Giuseppe Truiolo.

L'incubo della mia esistenza da cinque anni a questa parte. Cosa ci fa quì? Perchè ha pensato di venirci? Non poteva aspettare che tornassi in Italia per potermi parlare? Cosa vuole da me, ancora? Mille domande si susseguono nella mia testa una dopo l'altra.

"Bene, bene, bene. Fede, Fede, Fede" mi gira intorno.

Cosa, cosa, cosa. Cazzo, cazzo, cazzo. Vuoi, vuoi, vuoi? Gli risponderei volentieri, ma con certi soggetti è meglio andarci con i piedi di piombo.

"G-Giuseppe, cosa ci fai quì?" Dico con ansia evidente nella mia voce.

"Altri soldi"

Ha davvero avuto il coraggio di venire fino a Santo Domingo per chiedere altri soldi? È da cinque anni che mi sgancia denaro minacciandomi ogni volta a suo piacimento. Ma adesso è ora di farla finita.

"Tu... hai davvero il coraggio di venire quì e chiedere altri soldi? Dopo tutte le minacce che ti sei permesso di farmi e dopo tutto quello che mi hai fatto passare vieni quì, a chiedere altri soldi?" dico scandendo bene ogni parola e alzando la voce man mano.

"Beh, sai caro Federico... anche io ho bisigno di farmi le vacanze" Mi gira ancora intorno. Sono due minuti che è quì e già mi serve una bustina di Oki visto che con questo suo giro tondo mi ha fatto già girare la testa.

"E tu, vorresti farti le vacanze con i miei soldi? Và a lavorare bello, come facciamo tutti." Scoppio a ridere.

Questo ragazzo dimostra chiari segni di squilibrio mentale. Uno psicologo con cui parlare non gli farebbe affatto male.

"E poi vedo che i soldi per venire fin quì non ti sono mancati" continuo io.

"Questi non sono affari che ti competono Rossi, ora dammi i soldi e chi si è visto si è visto" dice a denti stretti "Ah, e si io il lavoro ce l'ho, ed è questo."

Minacciare le persone? Che bel lavoro, applausi per te.

"Ascoltami bene" gli punto un dito contro. "Tu a me, non mi minacci più. Mi hai già minacciato abbastanza e ti ho dato già troppi soldi, ma ora basta...non sarò più lo stupido che sono stato fin'ora." Continuo.

"Ah si? Va bene. Ma stà attento alla tua sorellina... Meredith" dice scandendo forte e chiaro il nome Meredith.

Lo afferro subito per la maglietta e lo sbatto con le spalle contro una baita di legno che presumo fossero i bagni, e gli dico: "Prova solo a toccare mia sorella con un dito, e la tua vita finirà all'istante" lo guardo in cagnesco.

"E tu, se non mi lasci immediatamente, vedrai poi che le succede. Sai benissimo che non ho paura di te Rossi." Si esprime in una maniera del tutto calma, nonostante la situazione, e nei suoi occhi c'è uno sguardo assassino.

Questa non è una persona. È Satana.

Lo lascio, perchè so che sarebbe capace di tutto.
Per un attimo mi giro a riflettere. Se accade qualcosa a mia sorella non potrei mai perdonarmelo.

Proprio in quel momento il mio telefonino emette un suono, lo tiro fuori dalla tasca e a mia sorpresa è proprio Meredith che mi ha scritto.

Meredith: *Hey fratellino, come butta a Santo Domingo? Manchi tanto!! Io sono ad una festa con Maria.

Poi c'è un allegato di una foto e la carico subito. Nella foto ci sono lei e la sua migliore amica Maria. Meredith è bellissima con i capelli sciolti e ondulati, e un vestito blu che sembra essere scollato, si sono geloso. Maria, invece, ha i suoi soliti occhiali grandi e neri, ed è vestita con una magliettina bianca e jeans. In mano ha una delle copie dei romanzi che legge sempre. Quella ragazza è incredibile, legge anche alle feste. A volte mi stupisco per la sua così tanta semplicità.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 21, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

NOI SIAMO INFINITO!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora