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Cambiare città è sempre stata un'idea che non mi è mai passata di mente, prima di qualche mese fa. La mia vita andava bene, ero una studentessa modello ma con molti amici, ho sempre avuto anche molti ragazzi a cui piacevo ma a me piaceva solo Lui, il ragazzo che mi ha preso il cuore e me lo ha riconsegnato rotto. Non avrei mai pensato di dover scappare da una città per colpa di un ragazzo, ma dopo quello che mi ha fatto non ho il coraggio nemmeno di tornare a scuola. Così per i miei 18 anni io, Ludovica, ho chiesto ai miei genitori di trovarmi un appartamento a Milano e finire lì l'ultimo anno di liceo. All'inizio erano scettici, ma poi dopo avergli raccontato cos'era successo, hanno acconsentito. Ed eccomi qui, con le chiavi del mio appartamento in mano, pronta a ricominciare da zero e provare a superare l'immenso dolore che ho provato nel vedere la mia migliore amica, anzi ormai ex migliore amica, nel letto del mio, ormai, ex ragazzo.
Il mio loft era abbastanza grande per una persona sola, la cucina moderna era collegata alla sala da pranzo e al soggiorno spazioso, mentre sul soppalco c'era la mia stanza e un bagno. La stanza era arredata con mobili solo bianchi e qualche decorazione nera, mi piaceva ma avrei sicuramente aggiunto qualche colore qua e là. Decisi di iniziare a svuotare gli scatoloni e quando fu l'ora di andare a dormire, presi sonno immediatamente, data la stanchezza per il viaggio e il trasloco.
La mattina seguente, la sveglia suonò alle sei e mezza, volevo farmi una doccia e prepararmi bene per la scuola senza fretta. Nella mia vecchia scuola ero molto popolare e amavo vestirmi e truccarmi bene perciò la preparazione richiedeva almeno un'ora. Uscita dalla doccia mi asciugai i capelli castani in una treccia che mi ricadeva fin sotto il petto. Come outfit scelsi dei jeans neri strappati al ginocchio e una canotta bianca un po' scollata, per finire legai alla vita una camicia a quadri rossa e nera. Passai il trucco, la mia parte preferita, infatti non uscivo mai di casa struccata. Finito guardai soddisfatta il risultato, il rossetto color carne metteva in risalto le mie labbra carnose, senza però esagerare, in fin dei conti andavo a scuola, il blush dava un colorito quasi naturale alla mia pelle chiara, e la matita nera risaltava i miei occhi verdi, perfetto pensai. Presi il mio zaino e mi incamminai verso la scuola, usando maps ovviamente, non sono mai stata brava con le strade e perlopiù in una città completamente nuova. Arrivai a scuola con un leggero anticipo, che mi permise di andare nell'ufficio del preside per ritirare qualche modulo. Alle otto in punto ero nella mia nuova classe, molti ragazzi sono entrati con me guardandomi con curiosità, mentre altri con indifferenza.
Guardandomi intorno l'unico banco libero è in fondo alla classe, anche quello di fianco era vuoto, forse qualcuno era assente. La professoressa mi parlare andare davanti a tutti per presentarmi e proprio alla fine del mio discorso, mentre mi stavo dirigendo al mio banco, si sentì bussare alla porta.
"Mi scusi, ma un suo alunno è stato beccato, di nuovo, a fumare nei bagni della scuola" disse quello che pensai fosse un bidello
"Neri, la prego si accomodi al suo posto e facciamo finta di niente" disse la
Professoressa con un tono di disapprovazione.
"Sei al mio posto" disse il ragazzo, una volta davanti a me. Mi guardai di fianco e c'era il posto libero proprio accanto a me così glielo indicai "puoi sederti lì" risposi.
"No, non hai capito. Quello è il MIO banco" disse con aria scocciata, "quindi sei pregata di spostarti" riprese, era un ordine e non una richiesta. Presa un po' dallo spavento per i suoi modi bruschi feci scivolare le mie cose nel bianco di fianco.
"Comunque sei fortunata" disse tranquillo il ragazzo che fino a a due secondi prima mi avrebbe ucciso
"C-cosa?" Sussurrai
"Sei fortunata, molte ragazze vorrebbero sedersi di fianco a me" mi rispose sghignazzando
"beh non mi sembra dato che era l'unico banco libero" dissi con aria di sfida, mi aveva messo i piedi in testa già una volta, non glielo avrei permesso due volte!
"Non è colpa mia se la prof le spostava tutte perché si distraevano guardandomi" rispose mantenendo lo sguardo sui miei occhi.
Ragazzo 1 Ludovica 0 disse il mio orgoglio.
Aspetta è vero, so solo il suo cognome.
"Comunque piacere ludovica" sussurrai allungandogli la mano
"Non te l'ho chiesto" rispose e io sbuffai.
" dai scherzavo, piacere Fabio" disse stringendomi la mano.

Prendimi per manoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora