Capitolo 5.

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Entrai a scuola con passo deciso e con gli occhi aperti in cerca di Federico.
Odio le persone che ascoltano le conversazioni altrui.

In lontananza lo vidi vicino al suo armadietto intento a cercare dei libri.

Appena arrivai vicino, con una manata chiusi il suo armadietto e lo presi per il colletto della maglietta.
"Ascoltami bene, te lo chiedo una volta sola. Cosa-hai-sentito?" Gridai furiosa.

Nessuno deve sapere di mio padre.

Da quel giorno mi sono detta che: "mai più nessuno mi avrebbe vista debole"

E così è stato, dopo la sua morte non ho più pianto per nessuno, né provato amore.
E forse è questo che mi frena nel conoscere gente nuova.
Ma sotto sotto io non la voglio conoscere.
Sto bene da sola.

"I-io non ho sentito niente, ho visto soltanto l'immagine di un ragazzo che parlava sul tuo telefono ma ti giuro che io non ho capito cosa vi stavate dicendo." Si difese

Mi arresi alle sue parole.
Forse è vero e ho reagito con troppa rabbia, era troppo lontano per aver sentito il dialogo tra me e mio Jeremy.

Piano piano staccai le mani dal suo colletto.
"Senti, te l'ho già detto non sono una ragazza facile e non voglio altri amici." Gridai cercando di non incontrare i suoi occhi.

"A me non piacciono le ragazze facili."

Questa volta alzai gli occhi verso di lui e mi sorrise.
Non ha ancora capito che con me non attacca.

"È meglio che mi lasci in pace, lo dico per il tuo bene."

Presi il mio zaino e mi allontanai con passo veloce da quel ragazzo dagli occhi azzurro cielo.



"Chi mi sa citare una delle commedie tragiche più famose Shakespeariana, composta tra il 1600 e 1602?" Gesticolò il professore di letteratura.

Questi asini non sanno neanche come si usa un' aspirapolvere figuriamoci sapere cos'è una commedia Shakespeariana.

"Questa la so anche io Prof! La divina commedia!" Esclamò Marcus il solito ragazzo capitano della squadra di calcio.
Il tipico ragazzo figo con un cervello grande quanto una noce.

"Pff, che razza di idiota"
sussurrai o forse credevo di averlo sussurrato ma mi sbagliavo di grosso.
Tutti gli occhi si fissarono su di me dopo la mia esclamazione.
"Vuoi correggerlo Francesca?"
Mi chiese il professore, so dove vuole arrivare, sa che so rispondere a questa cazzata.             vuole dimostrare che ha ragione.

Gli occhi azzurro cielo mi fissavano, sorridendo.

Mi schiarii la voce.
"Prima di tutto, La divina commedia è un poema scritto da Dante Alighieri e non da Shakespeare inoltre è stata scritta tra il 1304 e il 1321 cioè ben 300 anni prima di Amleto, la tragedia Shakespeariana di cui parlava il prof."

Gli occhi delle persone si aprirono e le pupille si dilatarono come increduli dalla mia risposta.

Il suono acuto della campanella mi salvò facendo cessare gli sguardi sbalorditi di quegli asini.

Iniziai a mettere a posto i libri.
La classe si è svuotata. 

"ti sei meritata un sette, brava francesca" ignorai il professore e misi in spalla il mio zaino.             E mi diressi fuori dalla classe in cerca del mio armadietto.

"Un'opportunità per sorridere." [Benji&Fede]Where stories live. Discover now