-Lena, svegliati- sussurrò la mia sorellina
-Lisa lasciami dormire, sono solo le...otto?! Perchè non mi hai svegliata prima? Farò tardi a scuola!-
-Lena calmati, è domenica-
-Non ho tempo per calmarmi è tardiss...domenica?-
-Già...domenica. Ti ricordi il picnic no?- disse ridacchiando
-Ah, il picnic...grazie Lisuccia- la baciai in fronte
Rise ed uscì, portando con se i suoi lunghi ricci castani che svolazzarono via dalla porta della mia camera.
Dopo essermi rotolata più e più volte tra le morbide coperte del mio letto, riuscii ad alzarmi. Ogni mattina mi prendo la mia mezz'ora di tempo per leggere e svegliarmi del tutto, mettendomi con la sdraio fuori al balconcino di camera mia, dove c'è un panorama mozzafiato.
Era veramente una bellissima giornata: sole non troppo cocente, brezza primaverile e nessuna nuvola, perfetta per un picnic.
Presi "Storia di una ladra di libri", il mio libro preferito e lo ricominciai per la terza volta. Ero talmente presa nonostante lo sapessi a memoria che il tempo mi volò, e non mi resi conto che erano già le nove.
Chiusi velocemente la sdraio e la riportai dentro casa, poi chiusi la porta-finestra e mi recai al piano di sotto per fare colazione.-Buongiorno Lena- mi disse mio padre
-Buongiorno papà- dissi sorridendo -Hai preparato i pancakes per caso?-
-Fi, fono buoniffimi- disse Lisa con la bocca piena
-Allora devono temere la bocca temeraria di questa giovane guerriera!- risi
-Dai, non fare la scema e vieni a mangiare- disse papà ridendo
-Adesso non farai come la mamma!- dissi facendo la finta offesa
Mi mancava la mamma, mi mancava la sua gioia la mattina appena alzata, che la portava nelle camere a spalancare le tende per costringerci ad alzarci. Mi mancava anche la sua maturità, che sapeva riconoscere in quali momenti si poteva scherzare, e in quali no. Ma a causa di un terremoto nel 2009, per salvare me e mia sorella, non fece in tempo ad uscire dalla casa, e rimase intrappolata nelle macerie con mio padre. La protezione civile ci mise quarantotto ore per ritrovarli, ma purtroppo solo papà ne uscì vivo. Non dimenticherò mai quella donna.
-Lena non toccare questo argomento- disse papà turbato
In realtà aveva ragione, non dovevo farlo, ma a volte dico delle cose che non vorrei dire. Non so perchè mi è sembrato così opportuno dirlo.
-Scusa papà, hai ragione- dissi spostando la sedia per mettermi seduta e finalmente mangiare
Quando finii i pancakes rimasti, andai nel bagno al piano di sopra per farmi una doccia e per prepararmi.
Uscii dal box e mi asciugai i capelli, poi mi vestii e preparai la borsa con delle creme solari e cose di questo genere, per poi scendere al piano di sotto ed uscire.
Appena scesi trovai Lisa che urlava fuori al balcone il nome della nostra cagnolina, Sun.
-Papà che cosa succede? Un altro temporale?-
Lui non disse nulla ma disapprovò con la testa, mentre Lisa urlava ancora, ma questa volta con la gola strozzata dalle lacrime. Che succedeva?
-Lisa calmati, va tutto bene- dissi stringendola in un caldo abbraccio
-Non va affatto bene- piagnucolò
-Ti fidi di me? Va tutto bene-
-Okay...-
-Dopo mi dici che succede, ti va?
Annuì.
-Me lo prometti?-
Annuì nuovamente.
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-Ecco, questa è l'ultima borsa, la zia dovrebbe averne altre ma c'è posto nei sedili dietro-
Riponemmo l'ultima borsa con il cibo dentro nel bagagliaio e partimmo per Lake Shore Drive, la strada di Chicago che fiancheggia il lago della nostra destinazione, per dare un passaggio alla zia e portarla nel nostro piccolo paradiso, dove nessuno sa dell'esistenza di esso. È una grotta in mezzo agli alberi, al confine del lago; lì nessuno va mai perchè dopo il terremoto quel luogo è stato distrutto, e successivamente ricostruito dalle guardie forestali. Abbiamo contribuito anche noi a ricostruirlo, a loro insaputa, però. Non vogliamo che nessuno tocchi quel posto, quindi il gran lavoro lo facemmo noi, lasciando che quelle persone andassero lì solo due o tre volte. Quando cominciammo i lavori trovammo una strana roccia violacea con delle sfumature nere verso la fine, doveva essere bruciata. La portammo al laboratorio di mio padre e lui la esaminò, constatando che non apparteneva alle macerie della grotta.
Durante il viaggio c'era il silenzio più assoluto. Nessuno di noi parlava, tranne il radiocronista che stava presentando un nuovo cantante emerso in quei giorni.
-Lisa, vuoi dirmi cos'è successo prima?- ruppi il silenzio con queste parole
-Vuoi veramente saperlo? Insomma...te lo devo dire per forza o vuoi vederlo appena torniamo a casa?-
-Devi. L'avevi promesso-
-E va bene. Da qualche anno ho la paura che Sun scappi di casa. Quando avverte qualcosa che non va impazzisce e va sul balcone. Questa volta però doveva essere grave quello che ha sentito, perchè sono uscita sul balcone e non c'era, l'ho vista in strada che correva e papà ha detto che ormai non potevamo rincorrerla, correva troppo veloce-
In effetti Sun è sempre impazzita prima di un temporale, o prima del terremoto che uccise la mamma. In ogni caso non volevo spaventare Lisa, quindi feci la vaga e risposi semplicemente:
-Tranquilla Lisa, Sun ritornerà. Non preoccuparti, è tutto okay-Continuammo il viaggio sempre in un silenzio tombale, forse perchè papà si sentiva in colpa per Sun e Lisa era triste. Fatto sta che avevo paura. Sun era la nostra bussola, il nostro meteo, e mai si era sbagliata. Però stavolta addirittura saltare dal balcone? Non lo riteneva più un posto sicuro? La nostra casa non era più un posto sicuro?
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La Quinta Onda - Apocalisse Aliena
Science FictionIn un mondo dove ormai i 700.000 anni di inquinamento causato dal fumo, gas e vari si fanno sentire, dall'altra parte dell'universo si vive una vita cosí perfetta che forse la perfezione non basta. L'avidità e la fame di potere spingerà questo popol...