Eccoci
Ve lo avevo promesso, no? Beh vi lascio al capitolo bellezze
Mi sveglio svogliatamente con il rumore assordante della mia sveglia mattutina. Sprofondo il viso nel cuscino. Pesantemente e controvoglia mi trascino in bagno per darmi una rinfrescata prima di andare a lezione. Come al solito una bella doccia calda, mi lavo i denti e mi vesto. E' ancora agosto perciò fa caldo. Fortunatamente la borsa l'avevo preparata ieri sera perché adesso non ho proprio voglia. Decido di far colazione al bar, visto che non ho voglia di restare nel mio appartamento. Saluto di fretta Irene, la mia coinquilina stra gentile e simpatica, ed esco dirigendomi allo Starbucks, visto che si trova abbastanza vicino a dove abito.
Londra è bella, molto bella. Ma ancora dopo due mesi non riesco ad apprezzarla o a non pensare che è una città a cui maca qualcosa-o qualcuno-...
Come tutte le mattine ordino il mio latte al cioccolato e nocciole caramellate. Qui è buonissimo, non che lo facciano da altre parti ma questo è uno dei migliori latte al cioccolato di sempre.
Sarà meglio prendere subito la metro se non voglio arrivare tardi. Cammino per le strade affollate di Londra a passo deciso e finalmente prendo la metro che mi porta dritta all'università. Irene mi raggiunge poco dopo e insieme andiamo a lezione.
Stranamente oggi sono di buon umore, non capita spesso, e ancora più stranamente non sto male come ieri. Così visto che né io né Irene abbiamo lezioni pomeridiane decidiamo di pranzare a casa, cosa che non succede quasi mai.
Stamattina ho lasciato il cellulare in casa e appena lo riprendo in mano mentre la mia coinquilina cucina trovo tre messaggi e quattro chiamate perse tutte dello stessa persona. Andrea.
Ogni volta che cerca di contattarmi passano giorni se non settimane prima che io stessa lo richiami. So che è sbagliato, anzi è sbagliatissimo nei confronti di mio fratello che vuole solo sapere come sto. Io sto bene a parte il fatto che-a parte quel piccolo problema di cui non posso assolutamente parlargli, non capirebbe.
Però fa male. Fa male sapere di avere la possibilità di dirgli tutto quello che mi sta accadendo e allo stesso tempo non potergli dire niente. Fa male. Fa ancora più male continuare a pensare a LUI, e come la potrebbe prendere se solo sapesse...Ma non voglio che lo sappia, non voglio che lo sappia nessuno. Cercherò di andare avanti per quanto mi è possibile e fino a quando riuscirò ad andare avanti e a far quandrare la mia vita infelice.
Non lo sa nessuno tranne la mia coinquilina qui a Londra che ormai è diventata come una sorella per me. Da quando lo ha scoperto non mi ha voltato le spalle ma mi aiuta tutt'ora come può. Capitano giorni in cui non sto affatto bene e lei fa il possibile per farmi stare meglio, le voglio molto bene.
"allora? Come va? Mi pare che tu stia meglio oggi...o no?" Richiama la mia attenzione lei con un sorriso
"Sì oggi sto bene, è come se non avessi nulla, strano...grazie che ti preoccupi per me, lo apprezzo molto. Sei l'unica che in questo momento mi sta vicina" abbasso lo sguardo sullo schermo del telefono spento
"ma...non sarei l'unica se tu dicessi la verità a tuo fratello" indica il cellulare tra le mie mani
"Irene..."scuoto la testa amareggiata
"Quante volte ancora ne dovremo parlare prima che ti decidi? Anna...so che non è facile ma per me staresti meglio a sapere che lui lo sa... perché in tutta sincerità non ci trovo nulla di sbagliato..." alzo un sopracciglio per farle notare l'evidente cazzata che ha detto, infatti lei si ricrede"Ok, è vero...non è esattamente corretto però io penso che capirà se provi a spiegarglielo..." ho perso il conto di quante volte mi abbia fatto questo tipo di discorso, ma non è mai riuscita a convincermi a parlargliene e non cambierò idea
"Tu non lo conosci, darebbe di matto...E' sempre stato molto protettivo nei miei confronti e se venisse a sapere che mi sono lasciata sfuggire a una cosa del genere quando invece poteva andare diversamente se fossi stata attenta lui..." provo a spiegarle perché non posso permettermi di dirglielo
"Ok ok...ma a qualcuno dovrai pure dirglielo...vediamo....Quando è stata l'ultima volta che hai risentito i tuoi amici? Perché da quanto mi risulta non li hai mai chiamati per parlare un po'... E la tua migliore amica?" dove vuole andare a parare?
"L'ultima volta che ho sentito Elena è stato un mese fa. Così come tutti gli altri" le rispondo in fretta
"Che? Un mese fa? Ma perché Anna? Io li sento ancora i miei amici, non è che se hai una nuova vita qui devi troncare tutti i rapporti che avevi prima" dice con tono ovvio, certo per lei è facile parlare...
"Per te è facile dire così.. sai benissimo che non mi piace parlarne. Sto male solo a pensare al fatto che sono quasi tre maesi che non li vedo e ripensare a i bei momenti..." no, no , no non ci devo pensare, scuoto la testa per lasciar cadere il discorso
La sua voce è più calma "senti...e LUI?" sbarro istintivamente gli occhi a sentire quella parola
LUI
Faccio un respiro profondo "Lui è l'ultima persona che lo deve sapere" la voce calma ma tremante
"Posso sapere il perché?" chiede cauta perché sa di aver toccato un tasto dolente nominandolo
Sorrido tristemente "Non lo so nemmeno io il perché se devo essere sincera...So che voglio tenerlo fuori da questa storia per il suo bene...Si sentirebbe terribilmente in colpa e non voglio perché dopo tutto quello che ha passato non se lo merita" rispondo sincera io
"ma neanche tu meriti di affrontarlo da sola" mi ripete cautamente lei prima di stringermi la mano
"lo so..." concludo sconfortata
La conversazione muore lì. Il giorno dopo mi sento a pezzi e Irene mi consiglia saggiamente di rimanere nell'appartamento.
L'indomani mi sento meglio e riprendo la mia routine da universitaria con le lezioni pomeridiane.
Il giorno dopo lo stesso. Quello dopo anche. Così come quello dopo, quello dopo e quello dopo ancora.
E continuavo a pesarci, continuavo a pensare a lui. La mia vita era diventata monotona. La mattina andavo a lezione, il pomeriggio studiavo o avevo qualche corso pomeridiano, la sera mi deprimevo guardando film e mangiando barattoli di gelato a quantità industriale e di notte o la sera tarda piangevo. Piangevo come non ho mai pianto in vita mia. Pianti disperati, pieni di dolore, di tristezza e malinconia. Spesso Irene usciva con alcuni nostri compagni del college e io rimanevo a casa a piangere e a disperarmi. Non faceva bene alla mia sanità mentale, ma francamente non me ne importava, era l'unica cosa che un po' mi consolava.
Il primo capitolo
Mi lasciate una bella stellina e un commy? Mi fareste felice, davvero...
Ci vediamo alla prossima bellezze
Bye
-Chiara❤
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Change your life
Romance"..." SEQUEL di Per te ci sarò Anna ha una nuova vita davanti a Londra. Lei è la stessa di sempre, tenace, sensibile, sola in una città nuova che riufiuta di scoprire. Forse però qualcosa è cambiato... Piero può ricominciare da capo, senza Anna, ma...