L'ho conosciuto per caso, Erik è un ragazzo piuttosto particolare, forse la persona più bizzarra e caratteristica che io abbia mai avuto modo di osservare. Ha una personalità propria, un modo di fare non comune, e la sua linea di pensiero si basa su di un contrasto nella sua visione negativa-positiva della realtà.
Siamo seduti su una panchina, a mangiare patatine. Lui ha due grandi occhi neri, la sua pelle è bianchissima, ed i suoi capelli corvini. Dovevamo incontrarci con il resto della banda, ma oggi a quanto pare, a parte noi due, nessuno è riuscito a sopportare il caldo e quindi uscire di casa. Passo una mano nei capelli di Erik, scompigliandoli, e sorrido leggermente verso di lui.
«Mi piace il tuo sorriso.»
Mi dice lui, ed io distolgo appena lo sguardo. Non sono abituato ai complimenti. La mia famiglia è sempre stata screditante nei miei confronti, e non ho mai avuto il privilegio di ricevere commenti positivi su di me, da parte loro. La mia autostima, a causa di questo piccolo particolare, è andata a farsi benedire circa da quando avevo otto-nove anni.«Grazie, anche se non è vero!»
Tipica frase. Lo dico sempre quando qualcuno prova a farmi cambiare idea con un complimento.Lui allora arriccia il naso, con una smorfietta, e mi fa capire che lo infastidisce il fatto che io non accetti i suoi complimenti. A volte non abbiamo bisogno di parlare, talvolta sono i gesti a farci comprendere l'importanza che uno ricopre per l'altro.
Se non fosse per Erik, io ora sarei a casa, disperato, a subirmi i soprusi dei miei genitori.
Abbasso lo sguardo, lui mi poggia una mano sulla spalla, segno che sta richiamando la mia attenzione, e che ha qualcosa da raccontarmi.
«L'altra sera ho fatto un sogno.»
Mi dice, ed io mi perdo per qualche secondo nel mio mondo. Sì, sono fatto così. Il tipico ragazzo stralunato che si perde tra sé e sé di tanto in tanto, pensano a chissà quale assurdità.
Il mio sogno, l'altra sera.
È stato piuttosto strambo e surreale. Una specie di... Inizio? Sì, ma l'inizio di che cosa? Cerco di rimembrare spremendo le meningi, ma poi scuoto il capo, quando lo sento parlare di nuovo.«Ero di fronte ad una porta. C'era scritto che una volta varcata, sarebbe stato difficile tornare indietro, e che ciò che si trovava al suo interno, sarebbe stato un qualcosa che avrebbe avuto i suoi lati negativi e positivi.»
In questo momento il sangue mi si gela nelle vene, ed io provo un senso di ansia e sconforto, nella confusione più totale.
«Come?»
Cavolo, Mark. Potevi stare zitto e tenerlo per te. Invece hai fatto fuoriuscire dalle tue labbra, ancora una volta, i sentimenti che stai provando.Lui mi fissa interdetto, ed io cerco di rimediare, balbettando allora gli dico:
«A-ah! Niente, cioè, volevo dire... E tu hai varcato quella porta?»
Lo stesso identico sogno che ho fatto la sera scorsa. C'è qualcosa di strano in tutto questo, come è possibile che Erik me lo stia raccontando in maniera COSÌ precisa, e per di più, senza che io abbia raccontato il mio ad anima viva?
«Continua a raccontare, Erik.»
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United Dreams
AventuraChiudi gli occhi, e ascolta il silenzio intorno a te. Immagina un mondo dove ciò che vivi nella realtà, viene distorto a tal punto da lasciare in te una sensazione di vuoto, come se ciò che hai visto in quel sogno in realtà non assomigliasse ad una...