È il quarto giorno di lezioni e qui le cose vanno sempre meglio, sto facendo diverse amicizie ultimamente e non posso fare altro che esserne contento.
Sto imparando a sconfiggere la mia timidezza, a 20 anni credo sia l'ora.

Non ho più rivisto Joy da quel giorno.

Che ti aspettavi?
E in effetti è vero! Non posso pretendere che una ragazza all'apparenza così complessa diventi mia amica.

Sento un leggero peso sul cuore mentre percorro la via per andare a casa nella mia auto.

Arrivato mi preparo qualcosa da mangiare e impreco mentalmente su quanto sia brutto per un ragazzo cucinare, abitare da solo e sbrigare tutte le faccende.
Finito l'ultimo boccone del mio pranzo esco a fare un giro e trovo un bar, del locale non mi interessa un granché ma vengo colpito dall'annuncio.
Cercasi barman per turno pomeridiano dalle 15.00 p.m. alle 18.30 p.m

Senza pensarci due secondi entro, avendo già svolto diversi lavori, un po' di esperienza ce l'ho, i miei genitori mi passano molti soldi, ma io voglio guadagnarmeli per me per una gran necessitá di indipendenza.
-Salve!- saluto educatamente -sarei qui per il posto di barman- sorrido leggermente e la donna all'interno del bar mi fa cenno di seguirla.
Dopo una lunga chiacchierata vengo assunto.
-Inizi ora?- mi chiede porgendomi la divisa.

Ma che cazz

Nemmeno ho il tempo di rispondere che già mi ritrovo in uno stanzino a cambiarmi.

Le persone che devo servire sono così monotone, forse è questo che mi interessa di Joy, il fatto che sia diversa.

Devi smetterla con lei.
Mi ripeto.
E devo smetterla sul serio.

-Cazzo!- quasi urla un uomo, perché distratto dai suoi pensieri ho riempito la sua tazzina fino all'orlo di zucchero.

-Scusi è che sono nuovo qui, e stavo pensando.- mi scuso e non lo guardo nemmeno negli occhi, per l'imbarazzo che sto provando.
Lui semplicemente non risponde ma mi sorride comprensivo e con mio grande stupore mi lascia una mancia.

Dopo qualche ora torno a casa, con un bel po' di soldi in tasca e mi accorgo della noia che si sta formando nelle mie giornate.
Tutti i miei pensieri scivolano via sotto la doccia, quando un getto freddo colpisce la mia schiena e tocco il piccolo tatuaggio sul mio polso.
Carpe diem, c'è scritto, e dovrei davvero cogliere l'attimo, qualcosa che potrebbe cambiarmi la vita.

Sento un rumore proveniente dalla mia stanza, e velocemente, mi asciugo, indosso una maglietta bianca e dei pantaloni della tuta neri e esco dal bagno con i capelli ancora scompigliati e bagnati.

Apro la porta della mia camera e mi rendo conto dell'assurdità di ciò.

-Mi spieghi come sei entrata e soprattutto cosa ci fai qui?- urlo con un leggero tremolio della voce.
Due occhi grigi mi guardano colpevoli lasciando cadere sul pavimento dalle mattonelle bianche tutti i soldi che prima aveva in mano.
Le scende qualche lacrima sbavandole di poco il trucco.
Passano 5 minuti di silenzio che sembrano ore.

-Perché rubi, Joy?- le domando quasi in tono severo.
-Io non rubo.- mi scruta, ed è offesa, a quel punto non riesco a trattenere una risata nervosa, -E cosa stavi facendo prima? Stavi guardando i soldi provando invidia perchè ne vedi pochi?-

Sono un grandissimo stronzo, non sono mai stato capace di dire una cosa simile ad una ragazza.
I suoi singhiozzi aumentano, è chiaramente ferita e mi dispiace.
-Io non so perchè l'ho detto.- sussurro, ed è la verità.
È seduta sul pavimento e porta le gambe coperte da dei jeans strappati sul suo petto, sorride.

Che dolce.

-È assolutamente comprensibile, Evan.- mi rassicura.
Le scoppio a ridere in faccia -Il mio nome è Ethan.- e noto subito sul suo viso abbronzato un po' di rossore, balbetta uno "scusa, non lo sapevo".

-Come facevi a sapere che avevo qui dei soldi se ci siamo parlati solo una volta?- e vorrei davvero saperlo, insomma, se non avesse fatto cadere delle cose si sarebbe presa un sacco di risparmi dei miei genitori.

-Sai, sei un tipo prevedibile, ho tirato a indovinare, così sono entrata dalla finestra aperta del piano di sotto mentre sicuramente eri in bagno!- esclama, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
-Beh non azzardarti più o per te saranno guai.- la minaccio puntandole un dito contro.

Annuisce con la testa lentamente e la osservo alzarsi dal freddo pavimento andando verso la mia raccolta di cd, li sta guardando uno ad uno sorridendo e solo allora noto un brillantino sul dente.
Rende quel sorriso più attraente.

Si accorge dei miei sguardi e abbassa la testa.
-Come mai di tante case, proprio nella mia?- riprendo l'argomento.
-Perché sei l'unico coglione che lascia la finestra del primo piano aperta!- alza la voce ridendo.

Colpito e affondato, questa volta davvero non so come rispondere.

-Quanti anni hai?- mi chiede e le rispondo. -20, tu?- e risponde dicendomi di avere la mia stessa età, sembra più grande, è davvero alta per essere una ragazza.

Passano 15 minuti e il fatto che perda tempo a girare per casa e a toccare tutto ciò che trova mi da molto fastidio, ma non le dico niente.

-Ethan devo chiederti una cosa.-

Le faccio un cenno con la testa invitandola a continuare.
-Potrei prendere qualcosa da mangiare?- il suo sguardo si spegne e il mio cuore si intenerisce all'istante.
-No, tieni un po' di soldi, su, vai!-

-Grazie!- sfoggia un sorriso paragonabile a quello di una bambina a cui viene regalata una Barbie, le apro la porta e lei al posto di salutarmi, mi accarezza delicatamente la guancia.

-Ciao.- sussurro quando ormai è lontana per sentirmi.

Poi sento un rumore ed è la suoneria del telefono, inconfondibile.

Da: Sharleen

Ciao! Ho visto quella ragazza strana uscire da casa tua, attento Ethan, ti prego.

Sharleen è una mia compagna di corso e mia vicina di casa, in genere ha molti pregiudizi ed è normale che non riesca a vedere in maniera positiva una ragazza che abita in una semplice roulotte e che abbia pochi soldi.

Ethan, ma tu cosa sai di lei?

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Spazio autrice:
Ciaoooo, ecco il secondo capitolo e grazie a chi inizia a leggere🌸


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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 01, 2016 ⏰

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