Corro più veloce che posso. Con i capelli bagnati, i vestiti zuppi, gli occhi rossi e il cuore spezzato. Inciampo e mi maledico per aver messo queste stupide scarpe e questo vestito. Sto scappando di nuovo. L'ultima volta che sono stata cosi male era molti anni fa, dopo la morte di mia sorella più grande, da li ho cominciato a bere e a fumare, mentre immersa nel dolore mi rifugiavo tra le braccia di qualche ragazzo più grande. Avevo giurato che non sarei più stata così. Poi è arrivato lui è il mio cuore si è fermato. Era così fottutamente bello e ha fatto di tutto per avermi e io sono rimasta con lui nonostante tutto. Dovevo immaginarmi che era una trappola, che sarei caduta nella sua stessa voragine. Che sarei affondata con lui. Pensavo mi avrebbe ripresa, pensavo mi amasse come lo ho amato io, fino a distruggermi. Ed è ora che sento un vuoto nel petto che mi pento di cio che ho fatto e sento come se si fosse staccata la parte più importante di me. Il mio cuore batte all'impazzata e le gambe mi tremano. Non so fino a quando resisterò, è un ora che corro senza sosta. Ma non mi importa! E mentre continuo a correre tra le strade di questa Londra affollata nessuno si accorge di me. Mentre corro sotto questa pioggia insistente maledico i miei genitori assenti, i miei amici, i professori per non essersi accorti di nulla. Dicevano tutti di tenerci a me, ma ora che mi sento morire loro dove sono? C'è qualcuno che è pronto ad aiutarmi? Vorrei tanto che fosse così. Vorrei avere un punto di riferimento da cui andare in questo momento. Qualcuno pronto ad aiutami. E non c'è nessuno. Pensavo di aver costruito la mia campana di vetro. Di essere immune a tutto e a tutti. Mi ha stupito. E lo ho lascito entrare pensando che mi avrebbe protetto. Che sarebbe diventato lui il mio muro di ghiaccio. Ma mi sono sbagliata. D'altronde come sempre no? Dato che non c'è niente che faccio bene, dato che creo sempre problemi e non sono mai d'aiuto per nessuno. Riuscirò davvero ad andare avanti, io non credo. Perché ora io mi sento così morta dentro che penso che questa sia davvero la volta buono. Nessuno mi tirerà fuori dalla mia fossa.
Mi fermo sul ponte e tiro fuori il lucchetto e il pennarello nero.
"Ti mancherò solo dopo che non ci sarò più" A scrivo sul lucchetto.
Lo attacco alla sbarra del ponte davanti a me e penso sia meglio rischiare. Lo faccio sempre no? Con un balzo sono in piedi sul ponte e di fronte a me c'è il Tamigi sporco e mosso come sempre. Conto fino a tre mentre una lacrima mi solca il viso e rivivono tutti i momenti della mia stupida vita. Quando c'era mia sorella, quando Lucas mi amava, quando la mia famiglia mi voleva bene, quando andavo bene a scuola e quando a sport ricevevo sempre dei complimenti. Sento alcuni passanti che gridano e mi lascio scivolare tra le braccia della morte, che sin da piccola mi aspetta. Chiudo gli occhi e aspetto un tempo che mi sembra infinito ma mi accorgo poco dopo che non sono in acqua. Apro gli occhi e vedo una ragazzo che mi stringe a se. Non so chi sia ma mi lascio avvolgere dal suo corpo caldo mentre sighiozzo sulla sua maglia.
Ho paura di ammettere a me stessa che ho cercato di uccidermi e cerco di dimenticarmi di tutto mentre mi beo le carezze di questo ragazzo.

"Proteggimi" C.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora