Sweet dreams, Will.

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Sweet dreams are made of this...
Who am I to disagree?


Era da molto tempo che Will Graham non dormiva più serenamente.
Le sue notti ormai erano inghiottite da incubi sempre più terribili, e sempre più reali.
A volte Will non capiva se stava davvero sognando, o se stava accadendo veramente.
Il confine tra sogno e realtà si era assottigliato talmente, che ormai vagava senza bussola in un limbo immaginario.
Cervi neri lo inseguivano nella nebbia, il sangue ricopriva le sue mani, fantasmi mutilati dormivano accanto a lui.
I morti erano davvero morti? Le vittime erano davvero vittime? E sopratutto, lui combatteva il male, o ne faceva silenziosamente parte?
Come l' agnello sacrificale che divora i suoi padroni...
Era così che si sentiva Will, un agnello tra i lupi.
Anche se quella notte, era lui il lupo, lui divorava i suoi nemici e banchettava con le sue carni.
E la cosa peggiore, era che gli piaceva.
Sentiva distintamente il sapore denso e ferroso del sangue nella sua bocca, il sudore scendergli lungo la schiena, mentre un vento gelido accarezzava i suoi capelli.
Improvvisamente aprì gli occhi.
Una figura scura sussurrava il suo nome, mentre il suo anulare era stretto tra i suoi denti rossi di sangue.
"Salve, Will..." Disse l' ombra, ritraendo il dito e appoggiandolo sulle sue labbra.
"Chi... Chi sei tu?"
"La domanda giusta sarebbe chi sei tu, Will."
"Io sono... Io."
"Lo sei davvero? O sei solo la maschera che usi per nascondere il tuo vero io?"
Will era confuso, spaventato.
Non capiva se si trovava ancora dentro un sogno, o se era sveglio.
Eppure quella voce, quella voce calda e profonda, gli era terribilmente famigliare.
"Dottor... Hannibal?"
L' ombra sorrise.
"E' davvero lei? E' reale?"
"Solo se lei vuole che lo sia..." Rispose l' ombra, chinandosi lievemente su di lui.
La luna donava ai i suoi occhi una pallida luce argentata.
"Io... Voglio solo svegliarmi."
"Non è ancora il momento di svegliarsi Will..."
Dicendolo, l' ombra si chinò su di lui, fino a raggiungere il suo viso.
Premette il dito sul suo labbro inferiore, accarezzando con lussuria la morbida carne.
Poi lentamente, entrò di nuovo nella sua bocca, facendo riassaporare a Will il sapore del sangue.
Il battito del suo cuore era sempre più accelerato, il suo respiro era affannoso.
Era davvero Hannibal o il frutto della sua mente malata?
Qualunque cosa fosse, gli piaceva. E li, nell' oscurità della sua stanza, era libero di cedere alla tentazione che lo stava logorando da settimane.
La lingua di Will leccò il suo dito, gustandone il sapore.
L' ombra si chinò ancora, ritrasse il dito, fino a scendere sul suo mento.
Con l' indice ed il pollice lo sollevò verso di lui, stringendolo con forza.
Poi insinuò la sua lingua dentro la bocca di Will, con ferocia e avidità.
Come se fosse di sua proprietà.
Will sussultò, gemette, incerto se lottare o cedere a quell' abuso.
Le labbra dell' ombra mordevano le sue, le succhiavano, le leccavano, facendogli perdere il controllo.
La sua lingua giocava con la sua, soffocandolo, eccitandolo.
Era come se l' ombra volesse possederlo, divorarlo.
Will chiuse gli occhi, inarcò il corpo, avvicinandosi a quello sopra di lui.
Gli concedette tutto lo spazio che voleva, tutta la carne che desiderava.
Quel bacio, non era dolcezza, non era amore, era lotta, desiderio, fuoco sulla sua pelle gelida.
Qualcosa che Will non aveva mai provato.
Le labbra dell' ombra morsero le sue fino a farle sanguinare, ed il sangue si mescolò a quello dell' ombra, in un' estasi di sapori.
"Ora dorma, e faccia dei bei sogni, Will..." Disse poi, staccandosi da lui.
"Hannibal?" Sussurrò confuso, ma prima che potesse rendersene conto, l' ombra era svanita.


Some of them want to use you
Some of them want to get used by you,
Some of them want to abuse you
Some of them want to be abused.


Al suo risveglio, Will Graham rimase qualche minuto a fissare il vuoto.
Era accaduto realmente o era stato solo un sogno?
Hannibal Lecter lo aveva davvero baciato?
Si toccò le labbra, e quasi gli sembrò di poter sentire il calore di quelle di lui.
Corse verso lo specchio della camera, controllando il labbro inferiore.
C' era un piccolo segno, riconducibile ad un morso.
"Già, - Si disse Will - Ma mio o suo?"
No, è impossibile... Pensò Will. Sono solo io, che sto impazzendo.
Si preparò il più rapidamente possibile, concentrando la sua mente confusa sul nuovo caso che lo attendeva.
Anche se, ogni tanto, per qualche frazione di secondo, quel bacio di sangue invadeva prepotentemente la sua memoria.
Il viaggio verso la casa del delitto sembrò passare in un lampo, l' ennesimo viaggio tra la fitta nebbia della sua vita.
Una volta arrivato nella stanza, l' odore del sangue e della morte lo inebriò, provocandogli una strana sensazione di nausea ed eccitazione.
Davanti a lui, un corpo senza vita, nudo, freddo, spezzato, umiliato.
Crocefisso su una tela bianca, gli organi appesi intorno ad esso, macabri residui della vita che scorreva in essi.
Unico colore del dipinto, il sangue scarlatto che colava fino ad arrivare al pavimento di marmo.
Appena lo vide, Jack fece uscire tutti, in attesa che il suo piccolo pazzo genio, gli indicasse la via da seguire.
Will si tolse gli occhiali, riponendogli nel taschino della giacca.
Fece un profondo respiro, poi chiuse gli occhi.
Buio.
Poi, il lento dondolare del raggio di luce dorata che scansiva le sue visioni.
Più il raggio ondeggiava, più le cose davanti a lui sparivano.
La tela, il corpo, il sangue.
Rimase solo una donna nuda, con lunghi capelli neri che ricadevano sulla sua schiena.
Fissava catatonica la tela bianca, poi lentamente, si voltò verso di lui, sorridendo.
Will le andò incontro, incantato dai suoi occhi neri come la notte.
Poi, un improvviso lancinante dolore inondò il suo corpo.
Una lama nel suo addome, contorceva le sue viscere.
La donna infilò bruscamente il braccio dentro di lui, strappandogli il fegato.
Lo guardò qualche istante pulsare e gocciolare nella sua mano, poi, lo appese nel punto più alto della sua tela.
Will tremava, guardandosi le mani insanguinate, che stringevano il suo cuore.
Poteva sentirne il battito regolare.
Boom. Boom. Boom.
"Boom." Disse una voce.
Quando alzò gli occhi, il dottor Lecter sorrideva davanti a lui.
"Me lo dia, Will." Ordinò.
Confuso, allungò le mani verso di lui.
Hannibal prese delicatamente il suo cuore, poi lo avvicinò alla bocca.
Lo leccò, mentre i suoi occhi non si staccavano da quelli di lui.
"Gliel' hanno mai detto, che il suo cuore ha un sapore delizioso?"
Will scosse la testa.
Stava sognando? Era sveglio?
Si era mai svegliato?
Hannibal diede un morso al cuore, gustandone ogni boccone.
Will poteva sentire il rumore delle fibre lacerarsi.
Poi il dottore fece qualche passo verso di lui, avvicinando il cuore alla sua bocca.
Lo spinse contro di essa, con un macabro sorriso.
Will ci affondò i denti, strappandone un pezzo e divorandolo.
"Impara in fretta, mio caro. Molto presto, potrà svegliarsi..."
"Svegliarmi da cosa?"
"Dalla vita. O da quello che crede che la vita sia."
Will non capiva... Eppure, qualcosa dentro di lui gli diceva che aveva ragione.
Presto, si sarebbe dovuto svegliare dal lungo sogno in cui aveva vissuto.
"Ha paura Will?" Chiese Hannibal, avvicinandosi ancora a lui.
"Sempre."
"Non deve. Solo le vittime hanno paura... Ma io e lei, siamo mostri. I mostri non hanno paura."
"Io non sono un mostro!" Urlò Will.
Hannibal sorrise, poi con la mano afferrò i suoi capelli, portando la sua testa a pochi centimentri dalla propria.
"Non può mentirmi... Lei è il mostro di Frankenstein, ed io sono il suo creatore."
Prima che Will potesse ribattere, Hannibal lo spinse violentemente contro di lui.
Si insinuò dentro la sua bocca, con forza, senza lasciarlo respirare.
Morse brutalmente le sue labbra, facendolo gemere dal dolore.
Poi, come a voler lenire la sofferenza, le leccò, le accarezzò, le baciò.
Will non capiva, come un sogno potesse essere così doloroso e piacevole al tempo stesso...
Ma del resto, erano molte le cose che non capiva ultimamente.
Quando riaprì gli occhi, si ritrovò da solo, nel bosco vicino alla casa della vittima.
Si guardò intorno spaesato.
Come ci era arrivato li? Quanto tempo era passato?
Istintivamente si mise una mano sulle labbra bagnate.
Quando la guardò, vide che era sporca di sangue.
"Impossibile..." Sussurrò al vento.

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