1.Il posto giusto,al momento giusto

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L'aeroporto quel sabato sera era gremito di gente,c'era chi camminava rapidamente trascinando i bagagli in
malo modo,mamme che tranquillizzavano i figli che piangevano,anziani che si lamentavano con il personale e poi,c'era mia madre.

Una donna buona,per carità,ma molto,molto ansiosa e protettiva

"S-s-sei sicura di aver preso t-t-tutto?"
balbettava come non aveva mai fatto
"Mamma,si.Stai tranquilla,se avessi dimenticato qualcosa,chiamami e me lo ricomprerò non appena arriverò a Toronto." io ci provavo a tranquillizzarla,ma è proprio una testa di coccio
"N-n-n-nonono!Tu non devi aver dimenticato niente,r-r-r-ritorni a Bo-bo-Boston a prenderlo eh!" mi stirava con le mani il vestito passandomi i palmi lungo le braccia,si toccava nervosamente i capelli e sudava tentando di mantenere una certa decenza

Mamma è sempre stata una donna severa,non con me ma con se stessa,molto fissata con l'aspetto esteriore,e infatti,nemmeno per accompagnarmi in aeroporto alle nove di sera si era lasciata sfuggire trucco e gioielli vari...

"Eccoci allora,piccola donna" papà era arrivato,e cingendo in vita mamma,tentava di non farmi vedere che aveva gli occhi lucidi...

Papà era tutto il contrario di mamma:nella sua serietà era un tipo trasandato,arrivava a casa alle undici di sera,fino a quell'ora trattenuto in ufficio,con la camicia stropicciata e la cravatta slacciata,e quella sera,se mamma non lo avesse convito a vestirsi decentemente,sarebbe venuto in pigiama.

"I passeggeri del volo Boston-Toronto sono pregati di raggiungere l'area di imbarco."

"Ok,é arrivato il momento che io vada." Abbracciai mamma,che mi strinse in un abbraccio spezzacostole e poi papà,il quale,non appena mi allontanai,scoppiò in lacrime sulla spalla di mia madre.

Continuai a salutarli fin quando non raggiunsi la navetta che ci avrebbe portato all'aereo.

Salii lentamente le scale e mostrai alla hostess il mio biglietto,questa sembrava molto nervosa e mi sorrise appena,indicandomi il mio posto,6B.

Il posto in mezzo era quello che più detestavo,eppure,eccomi lì,seduta in mezzo a due sconosciuti.
A destra un signore baffuto,con delle sopracciglia imponenti e calvo,e a sinistra una giovane donna,che mi ricordava mia madre,con qualche ruga in meno,si passava le lunghe dita affusolate della mano destra su quelle della mano sinistra,sfiorando gli anelli che le regnavano sulle falangi

"Scusi,signora..."
Eh?Io,signora?
Mi voltai di scatto
"Signorina,grazie!" la donna accanto a me rispose nervosamente "Cosa vuole?!"

Sospirai perché mi resi conto che per adesso non davo ancora l'idea di una vecchia,suvvia,ho vent'anni!
"Bhe questo posto è il 6b" era un ragazzo a parlare ,'niente male' pensai.

"Si!E quindi?!" Donne più isteriche io non ne avevo mai viste,MAI.
"Bhe,si dà il caso che sul mio biglietto ci sia scritto 'seat:6b'
Controllò e vide che sul proprio biglietto c'era 16b.

La donna si calmò di botto e con voce dolce e scherzosa si rivolse a me "È stato bello passare questi 5 minuti accanto a lei" e poi si riferì all'uomo accanto a me "Arrivederci e buona giornata anche a lei,signore" lui le rispose con un accento di capo e un sorrisetto "altrettanto" bofonchiò "altrettanto"

La donna scomparve in un batter d'occhio,lasciando il proprio posto ad un ragazzo alto il doppio di lei.

Nota autrice
Bon jour,eccoci qua al primo capitoletto,è corto,ma volevo darvi un assaggio e basta,se siete interessati ad andare avanti fatemelo sapere perché pubblicherò altre parti che ho già in bozza!
Un bacino💕

Life like a disaster Where stories live. Discover now