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Alessio soffriva molto l'aereo, al contrario di Gennaro che saltellava a destra e a sinistra per l'eccitazione. Era troppa la gente che partiva; colori vivaci, climatizzatori che creavano un sottofondo confusionario, americani che gridavano, luci accecanti e stanieri che gli chiedevano informazioni. C'era un chiacchiericcio entusiasta e fremente per le persone che, come i due ragazzi, aspettavano l'aereo che li avrebbe portati da Capodichino fino a Costa Rica, all'aeroporto di Juan Santamaría.

Il caldo appiccicava i vestiti ai corpi sudati e li faceva respirare a fatica. Signore anziane li colpivano con borsette, i bambini calpestavano i loro piedi mentre si rincorrevano, famiglie e gruppi amici li facevano spostare in continuazione con i loro trolley. Dei poliziotti cercavano di riportare l'ordine come potevano; Alessio sentì uno dire all'assistente capo "menghia, i passeggeri si sono surriscaldati... renforzi" in siciliano, facendolo ridere.

Alessio avrebbe voluto avere un ventaglio, come quella signora seduta di fronte a loro, dato che era un agosto troppo afoso per i due napoletani. Alessio indossava dei jeans un po' larghi e slavati, ed una semplice maglietta nera, che gli fece rimpiangere di non essersi messo in shorts. Guardò male tutte le ragazze che passavano in pantaloncini, mettendosi in mostra davanti a Gennaro e sorridendogli. Non le biasimava, perché l'amico era davvero molto bello: era un po' rachitico forse ma con i capelli biondi, caratterizzati da un ciuffo che ricadeva delicato sulla fronte, i suoi grandi occhi azzurri erano falsamente innocenti e le sue labbra rosse nascondevano un sorriso malizioso che tirava fuori quando Alessio faceva qualche battuta con doppi sensi senza accorgersene. Forse Alessio era geloso perché sapeva di non provare un sentimento fraterno nei confronti di Gennaro.

Alessio era quasi l'opposto del biondo. Gli occhi erano di un marrone color nocciola, era robusto, i suoi capelli tendevano al colore nero, era gentile e smaliziato. Insomma, non si lanciava in commenti a sfondo erotico in pubblico (anche se li pensava spesso), e non era vergine. Quindi la parola smaliziato sarebbe stata da revisionare, ma ad Alessio non importava di quello che pensavano le persone, come Gennaro. Una delle tante ragioni per cui stavano bene insieme era proprio grazie a quella complicità chimica che condividevano, composta da parole mai espresse ad alta voce e da sguardi profondi.

I passeggeri erano in continuo movimento, facendo domande banali ai poliziotti di passaggio. Un signore chiese dove fosse la biglietteria a un poliziotto e quello gli indicò un cartello piuttosto enorme, gridando "monumentale". Per una ragazzo come Alessio che soffriva di una leggera claustrofobia, quel luogo era fin troppo affollato, per questo la gamba sinistra aveva cominciato a muoversi, salendo e scendendo ritmicamente.

"Alex, dobbiamo andare" disse Gennaro, controllando il cellulare.

Si alzarono simultaneamente e, raccogliendo i loro zaini, si avviarono verso l'aereo. Fortunatamente i loro posti erano vicini e non dovevano fare quindici ore di volo separati. Non erano amici morbosi ma qualcosa tra di loro gli impediva di stare lontani uno dall'altro. Forse era perché si conoscevano da quando erano in fasce o forse perché avevano una band, o forse ancora a causa di quel linguaggio segreto. Forse erano tutte e tre le ragioni.

"Io vicino al finestrino" disse Gennaro.

Alessio avrebbe voluto protestare ma lo lasciò fare, suo malgrado. Ricevettero delle istruzioni dalla hostess, prima del decollo, che Alessio seguì molto attentamente, avendo paura di star male durante il volo. Il decollo fu la parte più difficile per il moro che si reggeva al bracciolo come se fosse la sua unica possibilità di sopravvivenza. Il cuore batteva all'impazzata e non sapeva più dove fosse finito il suo stomaco. L'amico ridacchiò nel vederlo così spaventato, aprendosi in un sorriso a trentaduedenti che metteva in mostra la bocca un po' troppo grande per un viso così piccolo. Quando la parte più ardua cessò, Alessio si rilassò visibilmente, sciogliendo le sue spalle irrigidite. Talvolta, c'erano delle turbolenze e ci volle un po' prima che Alessio si abituasse e non imprecasse più a manetta. Riuscì anche ad aprire il libro riguardante le prime creature nel mondo e a leggere quasi tranquillamente.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 13, 2018 ⏰

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