Era passata una settimana, una lunga settimana da quando avevo detto ad Harry che mi piaceva, e questo per molte persone non sembrava un problema, ma lo era per me. Non m'infatuavo dei ragazzi molto facilmente, ma con lui era successo, ciò per me non era normale e mi spaventava. Onestamente, pensavo di desiderarlo, ma non pensavo fosse una cosa normale sentire le farfalle nello stomaco quando mi guardava o, addirittura, solamente quando veniva pronunciato il suo nome.
Harry aveva intasato il mio telefono.
137 chiamate perse.
345 messaggi.
31 messaggi vocali.
Aveva chiamato persino sul telefono fisso ed aveva risposto mia madre ed avevano parlato di me. Avevano veramente parlato e lei aveva ceduto al suo fascino.
Apparentemente, quando verrà qui, sarà nostro ospite, per poter risparmiare soldi.Il mio telefono squillò di nuovo, era Harry. Grugnii mentre raggiungevo il letto per prendere il mio telefono.
"Ciao, Harry." Dissi.
"Alice! Ma che diavolo? Ti ho chiamata talmente tante volte, perché mi hai ignorato? Hai realizzato che verrò da te fra due settimane esatte? Te ne sei dimenticata e mi stai ignorando? Dio! Perché?" Disse, velocemente.
Grugnii. "Harry" iniziai. "Mi dispiace. Ti ho detto che mi piaci e questo non è stato un grande affare, ma lo è per me. Non ti piaccio e tutto questo è imbarazzante."
Harry mi interruppe. "Come fai a sapere se mi piaci o no? Hai abbandonato la chat."
"Salvami dall'angoscia. Comunque, ho ancora voglia di incontrarti, in amicizia." Dissi.
"Alice" Iniziò, ma l'interruppi.
"Parliamo solamente da amici. Ti prego." Lo supplicai.
"Bene."
"Dunque, cos'hai fatto?" Dissi, in un modo alquanto imbarazzata.
Harry rise. "Stai davvero facendo questo in un momento così imbarazzante?"
"Sì, Harry. Questo, onestamente, è il momento più imbarazzante della mia vita." Grugnii.
"Se non mi fai parlare di ciò ch-"
"No! Non parliamone di nuovo." Gli dissi, interrompendolo.
"No, tu ora mi starai a sentire." Disse.
Grugnii, esaudendo i suoi desideri.
"Bene. Solo, non farmene pentire.""Hai bisogno di calmarti." Iniziò, e lo interruppi di nuovo.
"Ma, non ne ho bisogno."
"Alice." Mi rimproverò. "Per favore, lasciami finire. Tornando a ciò che volevo dirti, hai bisogno di calmarti perché anche tu mi piaci. Tesoro, era ovvio. Pensavo che tu lo sapessi già."
"Ti piaccio?" Gli chiesi, sorpresa.
"Duh, sei un'idiota. Mi hai lasciato appeso per una settimana, non so cosa dirti." Disse, per poi ridere.
"Bene, allora." Risi.
"Ora, andremo in spiaggia quando ci vedremo, o no?"
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