Cold

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"Avanti, rispondi... Rispondi..."

Andreas stava andando avanti e indietro per la sua stanza ormai da mezz'ora, mordicchiandosi nervosamente le unghie di una mano mentre nell'altra teneva saldamente il proprio telefono.
Per l'ennesima volta chiamò Michael e di nuovo rispose soltanto la segreteria.

"Quell'idiota ha spento il telefono, quando lo trovo ci penso io ad ammazzarlo!"

Si sedette sconfitto sul letto.
Michael sembrava scomparso nel nulla.
Gli aveva concesso un'ora per starsene da solo, ma quando arrivarono le 17 decise almeno di chiamare il fratello minore per sapere se il riccio fosse tornato a casa, ma Fortunè ne sapeva quanto lui.
La madre era seriamente preoccupata, ma sperava che il moro rientrasse prima di cena.

Erano ormai le sei passate, stava giá arrivando il buio su Londra, l'inverno aveva portato un'ondata di freddo a ricoprire ogni foglia di brina e lui era a vagabondare chissá dove.

"Ma dove ha la testa?!"

Andreas stava per rinunciare a contattarlo, quando una notifica sullo schermo del cellulare attirò la sua attenzione.

Da: Michael :)
Sul fiume, difronte al cinema.

Il biondo mise velocemente sciarpa e giacca e si fiondò fuori di casa urlando un distratto "Torno per cena!"
a sua madre, che dalla cucina aveva fatto solo in tempo a sentire la porta d'ingresso chiudersi.



Andreas non era mai stato uno che amava correre, ma in quel momento proprio non ce la faceva a camminare.
Doveva trovare il suo migliore amico prima che facesse qualche cazzata,
e così si ritrovò a urtare persone a caso lungo le vie londinesi, tenendo in mente la direzione da seguire.
Dopo 20 minuti arrivò con il cuore in gola davanti al famoso cinema e per un momento credette di aver sbagliato posto, non vedendo nessuno.

"Dove sei Mica..."

Ma poi si ricordò del messaggio e quel "SUL fiume", così attraversò la strada e prese le scale in cemento grigio che portavano vicino al corso d'acqua.

Arrivato in fondo, sospirò di sollievo.
Michael era a pochi metri da li, accovacciato a terra con la schiena contro il muro, le gambe strette al petto e uno sguardo assorto davanti a sè.
Avanzò a grandi passi.

"Sei un coglione!"

Il riccio parve risvegliarsi da quello stato di apatia e finalmente rivolse gli occhi alla figura affannata di Andreas.

"Ma ti pare il modo di scappare? Hai fatto preoccupare tutti, hai fatto preoccupare me".

"Scusa..."

Lo sguardo con cui Michael gli rispose fece pentire il biondo di aver alzato tanto la voce.
Era come se il ricciolino non aspettasse altro che qualcuno che gli dicesse in faccia l'ennesimo errore che aveva commesso da idiota quale era.
Ormai era rassegnato.
Abbassò lo sguardo sulle proprie ginocchia, stringendole se possibile ancora di più contro il petto.

Andreas notò solo allora il livido violaceo e gonfio sul labbro inferiore del riccio, Richard doveva essersi sfogato per bene quella volta.
Sapeva che non era la prima volta che qualcuno metteva le mani addosso a Michael, ma il moro si ostinava a fingere che andasse tutto bene.

Non era così.

Prese un lungo respiro e si sedette al suo fianco, attendendo in silenzio.
Prima o poi avrebbe iniziato a parlare, lo conosceva, probabilmente stava cercando le parole giuste per iniziare.

"So cosa stai pensando".

La sua voce era quasi un sussurro, una piccola nuvola di vapore fuoriuscì dalle sue labbra, fino a dissolversi nell'aria gelida.

Feels like I'm fallingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora