A hand to hold

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Michael avvicinò la mano leggermente tremante al piccolo bottoncino del campanello.
Il pulsante metallico venne premuto e il ricciolino quasi sobbalzò al suo suono squillante. Fece mezzo passo indietro e attese con il cuore a mille.
Un secondo dopo, la porta di legno bianco si aprì, rivelando la figura snella di quella che era la sorella maggiore, Yasmine.

"Oddio mio, finalmente sei a casa!"

Subito la ragazza lo afferrò per un braccio e gli fece oltrepassare la soglia, abbracciandolo velocemente.
Andreas sgattaiolò al suo fianco, sembrava che nessuno si fosse accorto di lui.

"Hai idea di quanto fossimo preoccupati?! MAMMA, MICA È TORNATO!"

Michael era impietrito, stava succedendo tutto troppo velocemente.
La sorella si separò da lui, solo allora notò il livido violaceo sul suo labbro spaccato.

"Mica, chi ti ha fatto questo?!"

La ragazza fece appena in tempo ad avvicinarsi al viso del fratellino, quando la figura di sua madre comparve trafelata nel salone.

"Michael!"

Yasmine si voltò e lasciò che la donna si avvicinasse a lui.
Quando lo chiamava con il suo intero nome non era mai un buon segno...

Per il ricciolino fu come vedere tutto a rallentatore, perfino i suoni erano ovattati.

Sua madre che prima lo rimproverava e subito dopo si avvicinava preoccupata.
I suoi fratelli che si avvicinavano incuriositi, Andreas che stava sempre alla sue destra, il padre che scendeva le scale arrivando dal suo studio.

Parlavano tutti assieme, tutti allo stesso momento, la sua testa stava per scoppiare.

Chiuse gli occhi sentendo le tempie pulsare.
Percepì le mani delicate della madre guidarlo fino al soggiorno, facendolo sedere sul grande divano color nocciola.
Come se fosse tornato alla realtá, si destò da quel momento di offuscamento sentendo tutti gli occhi dei presenti puntati su di lui.

Joannie era seduta alla sua sinistra, teneva tra le sue mani calde quella del figlio, guardandolo preoccupata.
Non aveva ancora spiccato parola.

Michael Senior era sulla poltrona difronte al divano, le mani congiunte sotto al mento e il viso imperturbabile.
Andreas se ne stava alla sua destra sul divano, cercando di far sentire all'amico la sua presenza poggiandogli una mano sulla schiena.

I suoi fratelli più piccoli, Zuleika e Fortunè, bisbigliavano incuriositi sulla soglia della porta, non capendo cosa stesse succedendo.
Paloma li accompagnò con un sorriso per lo meno credibile ad andare a giocare al piano di sopra, lasciando che Yasmine stesse con il resto dei presenti.

Mica tenne lo sguardo basso sul tappeto dai ricami arabeggianti e colorati, sperando che quella situazione finisse il prima possibile.

Ora tutti quanti erano in silenzio.

Fu Joannie a prendere parola per prima.

"Dove sei stato oggi?"

Michael deglutì, prima o poi doveva parlare, quindi si fece coraggio.

"E-Ero sul fiume... Non so bene dove"

"In che senso non sai dove? Come ci sei arrivato?"

Il riccio tenne costantemente lo sguardo basso. I fili di quel tappeto erano davvero cuciti bene...

"A piedi, dopo scuola. Ci sono finito e basta.."

Suo padre sbuffò, attirando la sua attenzione.

"Michael, vedi di arrivare al punto. Tutti noi vediamo quella botta, hai intenzione di dirci come te la sei procurata? Hai fatto una rissa?"

Sua madre ascoltò il marito rimproverandolo con lo sguardo.
Sapeva che parlare così bruscamente con il figlio non sarebbe servito a nulla, se non spaventarlo di più.

Feels like I'm fallingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora