Capitolo 15

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Il giorno dopo ci ritrovammo come sempre alla locanda per prendere la nostra cioccolata.
A quel punto della nostra indagine dovevamo soltanto trovare delle prove per dimostrare che la signorina Valentine ( la domestica) era la colpevole.
Dovevamo tornare in quel giardino... quei pezzi di vetro non ci convincevano.

Ci incamminammo,quel freddo giorno di marzo, verso la scena del crimine( infatti eravamo ormai convinti che ti trasse di un omicidio e non di morte naturale).
Dopo aver scavalcato la staccionata, perlustrammo centimetro per centimetro il terreno.
" quanti ne avete voi?" Chiesi ai miei amici .
" io due..."  " io tre..."dissero i miei amici. Sentii la porta aprirsi e poi un sussurro: era la signorina Valentine, che diceva al fratello di andare via , se no li avrebbero scoperti.
Soddisfatti( sia per quello che avevamo visto, sia per quello che avevamo sentito perché sarebbe stata una prova in più per dimostrare la sua colpevolezza)
ci sedemmo sulla solita panchina per discutere.
O almeno, io e Arsene discutemmo ma Sherlock era assorto nel suo solito ed imprevedibile silenzio, mentre rigirava nelle sue mani i pezzi di vetro.
" ragazzi che ne dite di venire a vedere invece di perdere il vostro tempo in chiacchiere?" Disse Sherlock spazientito.
" sì signore!"disse Arsene imitando una voce grossa e mettendosi sull'attenti.
Sherlock ci mostrò che i pezzi di vetro si univano perfettamente tra loro ma stranamente ne mancava uno...

Quel giorno mi accorsi per la prima volta che quando Sherlock parlava di qualcosa che era a suo parere interessante, gli brillavano gli occhi,aveva un'espressione convinta e sicura, parlava in modo più misterioso del solito...
Era in quei momenti che amavo Sherlock, con il suo fascino ed il suo mistero. Ed anche se era 'diversamente bello' o 'diversamente simpatico' era una persona fantastica.
Lui era speciale per me.

Sherlock,Lupin e io ~verde smeraldo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora