Late

56 2 6
                                    

Molly si era sempre chiesta cosa significasse soffrire.

Era una curiosità particolarmente buffa, lei stessa ne era consapevole, ma era altrettanto accettabile come quesito dato che la sua vita era stata pressoché perfetta.

Aveva assistito ai pianti di qualche amica per qualche parente che veniva a mancare per andare in un posto migliore, oppure per qualche fidanzato che andava a tantissimi kilometri di distanza.

Ma a lei, tutto questo non era mai accaduto. I suoi parenti stavano bene e i suoi amici erano sempre presenti. Non aveva mai avuto alcun motivo che l'avesse portata a stare male. Per questo si era sempre domandata cosa portasse alle lacrime, cos'è che facesse apparire un pesantissimo macigno sul cuore che molte persone mettevano anni a spostare.

Ma c'è sempre una prima volta per tutto, e di questo Molly se ne sarebbe accorta molto presto.

Come la varicella, prima o poi a chiunque capita, è pressoché impossibile scamparla. E se il castello di carte, che era la vita di Molly, era sempre stato in piedi, tutto d'un tratto era crollato definitivamente su se stesso.

Fin da quando aveva cinque anni, aveva vissuto con la mamma e il suo compagno. Quest'ultimo aveva un figlio di sei anni più grande di lei: Niall. Per questa voragine d'età che li divideva, i due non erano mai andati particolarmente d'accordo. Il biondo, principalmente, l'aveva sempre ignorata, mentre Molly, con il passare degli anni si era resa conto di provare dei sentimenti per il fratellastro.

Ma lo aveva ammesso a se stessa troppo tardi.

Era accaduto tutto troppo velocemente, come un fulmine a ciel sereno. L'ennesimo litigio. Una porta sbattuta. L'incidente. Molly non aveva mai visto Niall infuriato come quella volta.

"Smettila di rendere la mia vita un inferno."

Le aveva urlato. 

"Tu per me non sei nessuno, e di conseguenza, non hai nemmeno il diritto di comandarmi e dirmi ciò che devo o non devo fare."

Molly aveva perso la pazienza e aveva mollato al biondo uno schiaffo.
Ma se n'era rammaricata subito, appena aveva visto i suoi splendidi occhi azzurri scurirsi.

Niall gli aveva lanciato un'occhiata gelida, che l'aveva colpita come una lama affilata, ed era uscito di casa sbattendo la porta. Ed è sul ciglio della strada che un camion, sbandando, l'aveva preso in pieno.

Ora sapeva cos'era il dolore.

Il dolore era vedere Niall su un letto d'ospedale, bianco come un lenzuolo.

Il dolore era ricordarsi quel: "Come faccio ad essere innamorato di una tale stupida" urlato dal fratello, quando ormai si era già chiuso la porta alle spalle.

Il dolore era vedere arrivare un medico nella loro direzione, guardarli con dispiacere e scuotere lentamente la testa.

Late ||Niall Horan Os||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora