Capitolo 1

5 2 0
                                    


Il mio primo giorno da vampiro è stato un inferno, quando mi risveglio sono all'obitorio dell'ospedale in una cella frigorifera con almeno un'altra decina di cadaveri intorno a me piazzati su altrettanti tavoli,alcuni hanno delle cicatrici ad Y sul loro petto,in un angolo c'è una cassa con un cadavere tagliato a metà, un braccio mancante e dei fluidi corporali che scorrono lentamente sul pavimento fino alla grata, il viso del cadavere è irriconoscibile,credevo di avere fegato per certe cose ma quella era una scena disgustosa e se non fossi stato un vampiro avrei rigurgitato anche l'anima. Mi dirigo alla porta, molto più veloce di quanto mi aspettassi, la apro e vengo abbagliato dalla luce, credevo di essere uscito al sole, ma mi sbagliavo, ero io che stavo al buio, ogni mio senso è acuito, riesco ad ascoltare conversazioni a distanza di almeno venti metri come se fossero proprio di fianco a me, in quel momento capii quanto era impari una battaglia tra umani e vampiri, fortunatamente conoscevo quella zona dell'ospedale c'ero stato per riconoscere il cadavere di mia sorella dopo che avevo fatto denuncia della sua scomparsa, scappo evitando di passare vicino a chiunque, ma quando esco mi rendo conto che non posso tornare nell'alloggio con Marco. Il primo posto che mi venne in mente è l'appartamento sopra il bordello, non mi apparteneva più ma difficilmente qualcuno l'avrebbe affittato. Sperando di trovare l'appartamento libero, corro a perdifiato per mezza città passando per le zone meno affollate, sono a due isolati dall'appartamento troppo concentrato sul mio obbiettivo quando sento uno sparo e pochi secondi dopo un proiettile mi mi colpisce il braccio sinistro , un dolore lancinante che parte dal foro e si espande in tutto il corpo mi fa perdere l'orientamento,inciampo nei miei piedi e rotolo per terra finchè non mi scontro con il muro. Il mio aggressore si avvicina a passo svelto, è minuto rispetto a me forse uno e sessanta se non di meno mi rendo conto che e una donna, dai lineamenti del viso e dai capelli blu elettrico raccolti in uno chignon, mi spara di nuovo,fortunatamente  riesco a scansare il colpo rotolando di lato, in preda al dolore alla paura e alla rabbia faccio uno scatto mettendoci tutte le mie forze e mi catapulto contro la donna, la forza dell'impatto le fa cadere l'arma, le blocco le mani e le gambe prima che possa fare qualcosa, ma lei mi da una testata da paura, mi stordisce non riesco a pensare lucidamente. Un odore inebriante di sangue misto a paura accende una fame insaziabile dentro di me, in preda al delirio mordo il morbido e invitante collo della donna lasciandomi andare al piacere del fluido vitale che mi scorre in gola caldo e denso. Poco a poco si dimena sempre di meno e il dolore al braccio diminuisce sempre di più, il rumore del proiettile che colpisce terra mi fa tornare in me stesso, ormai sazio separo i miei canini dal collo della donna,mi accorgo che è in fin di vita il suo cuore batte con una lentezza che a stento riesco a percepirlo.che faccio? che posso fare?  Il panico mi attanaglia e faccio l'unica cosa che mi passa per la mente. Mi mordo il polso e lascio scorre il mio sangue fra le sua labbra,ma non deglutisce la guardo in volto e mi accorgo che è ancora cosciente, ha le pupille dilatate dalla paura, ma so che se non beve il mio sangue morirà, le tappo il naso costringendola a deglutire, ma è troppo tardi, non posso fare più niente per salvarla. Sento che l'alba è vicina vado nel panico e afferro il cadavere della donna in fretta e furia, sto ancora più attento a ciò che mi circonda, mi dirigo all'appartamento, controllo che sia vuoto almeno me ne capita una buona ogni tanto mi intrufolo attraverso l'unica finestra dell'appartamento con le scale anti incendio lascio cadere il cadavere sul pavimento e mi guardo intorno non c'e più nulla, i tubi escono dalle mura nella vecchia zona cucina, in un angolo ci sono alcuni pannelli di legno mezzi bruciati, la carta da parati è scrostata in più punti del locale e una puzza di muffa e fumo aleggia nell'aria. Mi riprendo da questo scenario orrendo afferro il pezzo di legno più grande e lo piazzo davanti alla finestra,trascino il cadavere nella zona meno illuminata e perdo i sensi.

Born To KillDove le storie prendono vita. Scoprilo ora