Come può amare un uomo come me, uno che l'ha abbandonato per seguire il sangue romano e la vendetta per un fratello che ormai ha praticamente dimenticato?
Nei miei ricordi vive ancora l'immagine chiara del sangue, ma non quello nemico. Il rosso vivo dei fratelli caduti che bagna la nuda terra arida. Alle porte di Roma il monito della disperazione.
Non riesco a togliermi dalla testa la figura esanime di Crisso, le grida della sua donna. Chissà se anche Nasir, questo dolce ed ingenuo ragazzino, avrebbe urlato così disperatamente per la mia vita.
Sono stato un pazzo a sfidare gli Dei, ad abbandonarlo e partire.
Per cosa poi? Vedere tanta sofferenza, udire grida notte e giorno implorare una morte veloce? Io stesso ho implorato silenziosamente gli Dei. Dopo tutte le vessazioni e le torture inflittemi, le botte e le violenze...
"Fate si che il mio dolore cessi. Questi chiodi mi han tolto tutto, ponete fine alla mia effimera esistenza e proteggete il mio amato."
Mi hanno ascoltato. Hanno posto fine al mio dolore facendomi ricongiungere con Nasir, il siriano dal sorriso di perla. Mai uomo avrebbe sperato tanto. Chi sono io per meritare tutto questo, per meritarmi lui?
Poco più che un ragazzo, incontrato per caso in una casa romana ma con un dono che pochi hanno. Lui è portatore d'amore, non l'amore effimero che tanti vanno cercando con prostitute e meretrici di poco conto. No, lui è l'amore divino che ogni uomo anela nella vita ma che pochi riescono a conoscere.
Crisso aveva trovato un motivo per morire, in suo amore divino, e ha lottato per il sorriso di Naevia morendo in fine per vendicarla. Spartacus, il portatore di pioggia, l'uccisore dell'ombra della morte ha mosso lo spirito di mille uomini spinto solo dall'amore per una donna e dalla sete di vendetta.
Io invece non sono stato in grado di muovere nulla, se non le fauci della crudele morte che per poco non son riuscite ad afferrarmi.
Ad ogni infida fitta di dolore causatami dai chiodi però, lo vedevo lì, sorridente e fiero di me. Nasir mi ha salvato e mi avrebbe salvato anche nelle braccia della madre morte.
Ora però lo ritrovo qui, al mio fianco, a prendersi cura di una persona svuotata di ogni abilità. Cosa potrò più fare ora che le mie mani non potranno più reggere una spada? Con cosa difenderò il dono più prezioso donatomi dagli Dei?
-Non muoverti, le tue ferite si riapriranno se continui ad agitarti.
La sua voce è come miele, il nettare più prelibato è ricercato. Lui è per me l'ambrosia degli Dei.
-Non voglio stare fermo. Devo alzarmi e rendermi utile.
-Non potrai essere utile a nessuno in queste condizioni, se vuoi tornare alla ribalta devi prima riposare e permettermi di curarti.
Già, non sarò utile a nessuno fuori da questa tenda. Spartacus, Gannicus, Naevia... tutti loro si saranno dati da fare per portare avanti la nostra ribellione mentre io, povero fesso, me ne devo stare sdraiato come un infermo.
-Nasir, lasciami alzare...
-No. Agron devi stare fermo, lascia che mani amorevoli si curino di te.
Mani amorevoli che continuano a lavare via sangue e terra. Solo il lieve calore del suo tocco mi permette di non cedere al dolore che provo. Dentro e fuori dal petto.
L'umiliazione inflittami dai romani non verrà dimenticata. Se mai sopravvivrò farò in modo che la voce di chi ha patito o patirà questa infame tortura non finisca nel baratro del silenzio. No, la farò risuonare forte nel cuore di chi come noi sogna un mondo libero.
-Non lasciare più il mio cuore per seguire il sangue, Agron, non credo riuscirei a vivere sapendoti in pericolo lontano da me.
-Una volta ero io quello che ti proteggeva... adesso sei diventato tu il più forte tra i due.
-Noi ci siamo sempre protetti a vicenda. Non sono né sotto né sopra di te, né dietro né davanti, io sono al tuo fianco. Una posizione che difenderò con le unghie e con i denti. Come hai detto tu una volta, nessun Dio riuscirà a strapparmi dalle tue braccia.
Saperlo qui mi conforta, so che fuori di qui c'è qualcuno che brama i suoi baci, il suo corpo caldo e la sua pelle d'ambra. Lui però è mio, il mio dolce siriano...
-Nasir...
Persino sussurrare il suo nome è fonte di infinito sollievo per me. È come bere da una fonte pura dopo un periodo di grande siccità. Per me è lui l'unico portatore di pioggia, il mio portatore di vita.
-Rilassati, ho quasi finito con le bende. Se ti può consolare sappi che il tuo fisico pare essere più forte di quel che credevi.
Più forte di quel che credevo. Sì, in fin dei conti sono un gladiatore, un uomo venduto e comprato proprio per le sue doti fisiche. Mi pare passata un'eternità da quando combattevo gloriosamente nell'arena accompagnato da mio fratello. Quando il sangue che colava sulla mia pelle era motivo di vanto.
Mille anni oppure pochi mesi, che differenza possono fare per un uomo morto?
Non combatterò mai più, mai più terrò tra le mani una spada. Quei fottuti romani mi han portato via tutto.
-Lasciami solo... vattene.
-Lasciarti solo? Credo tu sia rimasto fin troppo a lungo da solo. Non è mia intenzione allontanarmi da te, diventerò la tua ombra e non ti lascerò mai più, non ti permetterò di allontanarmi o allontanarti.
-Perché continui ad amare un uomo morto?
-L'uomo che tu dici morto è in realtà solo ferito, io sento il suo cuore, odo il lieve respiro fuoriuscire dalle sue labbra. Al tocco il suo calore mi riscalda e mi conforta. Solo le sue parole tradiscono un infausto sentore di morte... Agron.
Il tocco della sua mano sul petto brucia come una fiamma viva nel mio cuore. Ora si, ora lo sento nuovamente battere, è bastato poco perché tornassi una pallida ombra di me stesso. Il mio nome sussurrato da quella bocca bramosa d'amore è la miglior cura per il mio animo straziato.
-Nasir...
Sorride ad ogni mio minimo cenno, lo vedo infiammarsi ogni volta che pronuncio il suo nome.
-Nasir... dammi ciò che più desidero in questo momento, fa respirare nuovamente quest'uomo.
Non ho bisogno di dire altro, lui lo sa, sa che per me la miglior cosa sono i suoi baci. Nei mesi passati ne ho fatto incetta, come un animale selvatico che, in vista dell'inverno, fa scorta di cibo.
Mi erano così mancati. Le sue labbra tremano lievemente al contatto con le mie, come se stesse baciando un fine strato di ghiaccio pronto a spaccarsi. Eppure io ora mi sento vivo, illuminato da tanto amore.
Prima di venir catturato e fatto schiavo mai avrei creduto di poter vivere per qualcosa di così delicato. Nella mia mente l'idea di amore non aveva nemmeno mai preso una reale forma, ora invece l'amore per me è Nasir. Le sue Labbra incerte che chiamano le mie, la sua lingua sottile che danza con a mia. Il suo corpo caldo che trema per ogni nostro contatto.
L'idea di amore è Nasir. Per me, uomo destinato a morire...
Ora è qui, sento le sue mani calde che premono leggermente sul mio petto per reggersi, la sua bocca che accompagna la mia in un lento ballo fatto di sospiri e nomi sussurrati.
Gli sono mancato tanto quanto lui è mancato a me, lo sento nel suo cuore che batte a ritmo con il mio.
-Agron non possiamo, sei ferito.
Non mi interessa, se devo soffrire per qualcosa voglio almeno poter scegliere. Potremmo morire domani ed io non ho intenzione di lasciare che le cose belle della vita mi sfilino davanti agli occhi come gocce di pioggia incessanti.
-Non c'è tuo tocco che possa farmi soffrire, c'è vita in tutto ciò che fai ed io necessito di quella vita che tu, mio unico amore, sai trasmettermi.
Vedo l'incertezza nei suoi occhi scuri, eppure al fondo intravedo la stessa fiamma che arde dentro ai miei.
La passione brucia lentamente ogni cosa, dall'interno verso l'esterno. So che quella piccola fiamma presto arderà tra noi come un fuoco divino acceso per volere degli stessi Dei che tanto ho pregato.
-Nasir...
-Agron...
Vedo le sue mani correre sino ai lacci che chiudono il suo spallaccio, scioglie i nodi e si libera di quel fardello che solitamente lo accompagna nelle battaglie contro quei cani romani. Il suo petto è liscio come il granito ma scuro come il legno, con le forze che mi restano sfioro quel fianco ferito che invano cerca di nascondere.
Mi ritengo responsabile per quel taglio di lancia, se non fossi stato così arrogante e stupido avrei potuto proteggerlo. Invece non c'ero, non ero lì con lui e me ne pentirò ogni istante di vita che vivrò.
-Agron io...
Non mi interessa, so che è titubante, ma lo desidero. Necessito del suo calore sopra di me.
-Nasir, lascia che sia io a condurti.
Persino i piccoli gesti come sollevare una mano richiedono più energie di quel che pensassi, ma non voglio arrendermi. Gli afferro la veste che lo copre dalla vita in giù, gli slaccio il cinturone e mi abbandono alla vita delle sue gambe, ora solo più ricoperte da un sottile panno marrone.
Mi riempie di gioia vedere quanto sia eccitato all'idea di avermi lì, il suo membro tradisce i suoi timori.
Il suo petto si solleva ritmicamente sempre più veloce, sussulta al mio tocco sulle sue parti intime coperte.
-Agron...
So che non potrò toccarlo, che non potrò fare nulla di ciò che desidero. Le mie mani ferite sono un ostacolo per il suo piacere, il mio ventre martoriato non mi consentirà di dargli la gioia cui tutti e due agogniamo.
Se solo gli Dei potessero concedermi la grazia ancora una volta, dandomi la forza di reagire per assecondare i miei istinti. Non ho mai desiderato nulla con così tanta intensità , non ho mai bramato le braccia di nessun altro uomo come ora bramo quelle di Nasir.
-Lascia che sciolga i tuoi dubbi, come sto per fare con i nodi delle tue vesti.
A malapena riesco a muovere le dita, eppure con un immane sforzo riesco a districare quel groviglio di abiti, liberandolo da ogni velo o panno.
Vorrei alzarmi e prenderlo con la foga di un animale, allo stesso tempo però vorrei ricoprirlo di carezze e sospiri gentili.
Il suo corpo nudo è una visione divina, un assaggio dei campi elisi dove so che un giorno giungeremo per vivere una non vita fatta di sola felicità.
Solo dopo aver ispezionato ogni singolo punto del suo corpo mi soffermo sul viso, rigato da calde lacrime. Un silenzioso moto di dolore prende il sopravvento sul mio cuore.
-Nasir...
Non sono degno di tanta compassione, le sue mani che cercano la mia pelle, la sua voce che flebile sussurra il mio nome. Quelle lacrime non sono per qualcosa che ho fatto, ma per il dolore che lui riesce ad avvertire in me.
Riesco a sollevarmi quel tanto che basta per carezzargli un fianco con la punta delle dita, sobbalza e si china immediatamente per reggere il mio pesante corpo debilitato.
-Non devi alzarti... Agron... non devi...
-Io ti desidero, non puoi evitare così un desiderio che so, ne sono certo, infiamma anche i tuoi pensieri.
L'erezione che svetta tra le sue gambe é un segno più che evidente del piacere che va cercando in me, se solo sciogliesse le mie vesti vedrebbe quanto vicini siamo con il pensiero.
Che dolce ed ingenuo ragazzo, amare un uomo come me...
Come se avesse intercettato i miei pensieri si mobilita per privarmi delle vesti, le bende invece le accarezza con amorevole cura, soffermandosi suoi miei occhi gonfi.
-Agron io temo di farti male, non possiamo.
-Tu non potrai che guarire una delle mie tante ferite interiori. Lascia che ti colmi dell'amore di cui con così tanta arroganza ti ho privato.
Mi bacia come si bacerebbe una tra le più preziose creature terrestri, con la calma e la passione che possono muovere solo un ragazzo della sua età.
Sale dalla mia bocca sino agli occhi gonfi, per passare poi alla fronte ed alle orecchie. Sento i suoi denti che si chiudono attorno al mio lobo e gemo per un istante, colto alla sprovvista.
Non voglio che si allontani, non desidero che se ne vada per i segnali che invio. Non era dolore il mio, ma bensì piacere.
-Continua.
E lui lo fa, obbedisce come se fosse ancora lo schiavo e non il ragazzo libero che è oggi. Non mi va però di dire qualcosa. Io lo desidero, lo voglio.
Continua imperterrito a lasciare una scia di baci sul mio corpo sdraiato, lo sento soffermarsi su ogni mia ferita, so che se ne fosse in grado mi guarirebbe con un tocco. Quello che Nasin non sa è che proprio così lui mi guarirà. Con un tocco.
Con la calma che lo contraddistingue arriva fino al mio membro eretto, un asta che so maneggerà con maestria. Lo sfiora dandomi un piacere così profondo che non riesco a trattenere un gemito di piacere. Un sorriso elegante e casto va a colorare il viso di quel Dio siriano inginocchiato fra le mie gambe.
Sento che ogni suo tocco si fa sempre più deciso, meno frenato dal timore. Inarco la schiena ad ogni suo movimento, gemo più forte quando sento la sua bocca chiudersi, calda e umida, su di esso. Lo ingloba con maestria e mi dona il piacere che solo le sue labbra riescono a darmi. Lo succhia con forza facendomi ansimare sempre più voglioso. Vorrei potergli carezzare la testa, infilare le mie dita fra i suoi lunghi capelli neri... so però di non poterlo fare, non riuscirei a non sentir dolore.
Mi limito a gemere lasciandomi trasportare dal piacere e dalla sete che ho di lui. Nasir è la persona più casta e perversa che quest'uomo conosce. Un suo sguardo può infiammarti in un secondo oppure calmare persino il tuo pensiero più turbolento.
Ora non c'è spazio per la calma, il mio corpo brucia desiderando qualcosa di più, il mio pensiero vola al calore del suo corpo e al mio membro eretto dentro di lui.
Continua però a darmi piacere con la bocca, consapevole che il mio piacere sta per esplodere come un fiume. Il mio basso ventre brucia mentre sento l'orgasmo avvicinarsi. Nasir lo sa, si scosta lievemente lasciando la sua bocca aperta per accogliere ogni calda goccia del mio seme.
Lo sento ingoiare con ingordigia e mi tiro su per osservare il suo volto, rosso di vergogna. Un sentimento che stona su questa persona.
-Vorrei poter fare lo stesso a te, mio adorato Nasir, darti piacere con la bocca e bere dalla tua coppa.
Ma non posso, il destino mi ha privato di questa gioia ed ora non mi resta che assistere ad un impietoso spettacolo. So che non si spingerà oltre, timoroso di ferirmi.
-Berrai dalla mia coppa appena ti sarai ripreso, ora lascia che io mi prenda il piacere che vuoi darmi. Ma giura sul mio cuore che al primo cenno di dolore mi fermerai.
Nasir è sempre pieno di sorprese, che adorabile ragazzo.
Sento che si mette a cavalcioni su di me, tirandosi su fino a far sfregare i nostri due membri eretti, frizionandoli assieme per inumidirli. Sebbene con occhi velati di dolore osservo il suo viso goduto, quello sguardo non può che infuocare nuovamente il desiderio che era andato affievolendosi dopo l'orgasmo.
La sua bocca socchiusa, i suoi occhi serrati, il suo petto scosso dai tremiti e dai respiri affannosi. Riesco persino a cogliere il gemito che preannuncia l'orgasmo.
Sento il suo fluido caldo liberarsi sul mio ventre, nei suoi occhi nuovamente l'imbarazzo.
-Nasir...
Non ho tempo di dire altro, un gemito sordo mi spezza la voce. Cosa ho fatto per meritarmi tanto?
Nasir si lascia scivolare lentamente sopra di me, guidando la mia erezione dentro di lui.
Lo vedo godere ogni secondo di più, una sua mano sul petto, posata lievemente e l'altra poggiata sulle calde coperte ammassate sotto di noi.
Il movimento del suo bacino mi fa impazzire. È una sensazione così potente che persino il piacere del sangue romano sulla pelle impallidisce a confronto. Lui per me è tutto, lo capisco solo ora. Non c'è battaglia al mondo che potrebbe farmi godere come lui, persino se vedessi Roma cadere il piacere che Nasir mi dona rimarrebbe al primo posto tra i miei pensieri.
Mi godo ogni singolo istante, ogni suo respiro, ogni suo sussurro... ogni minima espressione di piacere che traspare sul suo viso giovane.
Sentire il mio membro totalmente inglobato dentro il suo corpo mi fa sentire un Dio, il più fortunato fra tutti. Giove in persona pagherebbe per avere ciò che io ho. Nasir.
Il dolore delle ferite è ormai cosa lontana nei miei pensieri, l'unica cosa che odo ora è il piacere che fuoriesce dalle nostre bocche. I gemiti di piacere, i piccoli sussurri... Sapevo che lui mi avrebbe guarito. Che mi avrebbe condotto fuori da quell'antro buio per farmi riscoprire la luce del sole.
Vengo prepotentemente e con forza dentro di lui, abbandonandomi alla sensazione del suo sedere che sfiora le mie gambe, conscio che la mia asta ha raggiunto il suo apice dentro di lui.
Assecondo il suo ritmo fino a che anche lui non viene nuovamente sul mio ventre, un'espressione colma d'amore a illuminare il suo viso.
-Agron...
-Non parlare...
-No, devo dirtelo, devi sapere. Io ti amo e ti amerò per sempre, le mie mani passeranno il resto della vita ad accudirti e le mie parole saranno solo dolci carezze per le tue orecchie. Potremmo morire domani o tra mille anni, il mio cuore però rimarrà sempre tuo. So che lo proteggerai e amerai come io farei con il tuo.
Con delicatezza si tira su, lasciandomi libero e appagato. Ancora nudo e sudato si sdraia al mio fianco, coccolandomi dolcemente la testa.
-Sei un eroe, ed io so che tornerai come prima a combattere per ciò in cui credi.
Combattere per ciò in cui credo. Se solo sapesse che ciò in cui credo ora è solo lui. Eppure devo combattere comunque, perché ne va della sua vita. Lotterò da oggi in avanti con un nuovo proposito. Non per vendetta, non per collera, ma per amore di Nasir.
-Sono felice di averti qui al mio fianco, piccolo dolce Nasir. Mi hai reso l'uomo più felice del mondo.
-Tu, tu mi hai dato tutto questo, libertà, felicità, amore che non avrei mai sperato di avere. Sono felice di essere qui, al fianco dell'uomo più coraggioso che conosco.
Una sua parola è l'equivalente di una dolce carezza divina, come può un uomo resistere a tanto?
Cederei mille volte al suo volere, se solo mi chiedesse di divenire suo schiavo.
-Ti amo come il sole ama questa terra, Nasir.
-Questa terra non può che amare il sole con la stessa intensità.
Lo amerò finché avrò fiato in corpo, e lo difenderò fino a che questo fisico me lo consentirà.
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-Questo scudo, questo l'hai creato tu?
Lo scudo che mi sta porgendo è la soluzione ultima al mio problema, queste mie mani non potranno certo più reggere una spada, ma Nasir ha trovato una via per aiutarmi.
Lo scudo è dotato di spada, certo poco agevole ma con questo potrò andare in battaglia assieme a lui e ai miei fratelli. Spartacus non potrà rifiutare nuovamente il mio aiuto.
-Si, vedi, qui infili il braccio, queste cinghie servono a non farti perdere la presa. Questa spada invece ti servirà per far a pezzi i romani che ti si pareranno davanti. Così potrai combattere al mio fianco.
Quanto amore può esistere per una persona sola? Ed io che cosa ho fatto per meritarmi il suo? Se solo potessi urlarlo al mondo... persino le stelle impallidirebbero.
Amo Nasir come non ho mai amato nemmeno me stesso. Non c'è spazio per altro sentimento nel mio cuore. Cuore che ora è per sempre suo.*****************************************
Amate i Nagron, loro sono le patate dolci di Spartacus e non potete che sciogliervi alla loro vista xD
Comunque, grazie a tutti per aver letto e per aver (si spera) apprezzato!
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The Shield.
Fanfiction********************************************************************************************* I Fatti narrati avvengono subito dopo la liberazione da parte dei Romani dei 500 prigionieri fatti durante la battaglia alle porte di Roma. I personaggi pr...