2.1 [R]

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Un dolce tepore sulle sue guance l'aveva svegliata, sembrava avesse dormito per secoli per quanto era intontita. Ci mise qualche minuto prima di mettere a fuoco l'ambiente circostante: la prima cosa che notò fu la presenza di un tetto sopra la sua testa, poi spostò lo sguardo più in basso, vide un camino acceso e tutte le sue cose appoggiate accanto al letto. Era in una stanza fatta pressoché di legno, calda e ben arredata; sul mobile erano appoggiate alcune cornici, da lontano Sophie non riusciva a vedere le foto contenute in esse. Una strana sensazione di protezione sembrò pervaderla per qualche secondo, sarebbe stato bello illudersi di essere in un posto sicuro, senza minacce o pericoli. 

Chi mi ha portato qui? Cosa vuole da me? Pensò diffidente. 

Nessuno faceva nulla per nulla, di sicuro dietro quel misterioso salvataggio c'era un ricatto. Sophie cercò di alzarsi, sentiva il corpo stanco e indolenzito, ne dedusse che non sarebbe riuscita a rimanere in piedi. Trascinò lo zaino più vicino e ne estrasse il suo coltello, se lo portò sotto le coperte e aspettò in silenzio, fingendo di dormire, che qualcuno entrasse nella stanza.

Al ricatto si risponde col ricatto.

Passarono alcuni minuti che la porta della stanza si aprì, dei passi si avvicinarono al letto dove giaceva la ragazza fino a fermarsi. Sophie aspettò pazientemente fino al momento in cui sentì il fiato dell'individuo sul viso quando, all'improvviso, scattò. La ragazza cercò con tutte le sue forze di ferire l'estraneo o almeno di metterlo nella condizione di non poterle fare del male, tirava coltellate deboli e senza alcuna mira a causa della vista appannata. La piccola lotta durò ben poco, l'avversario, infatti, le strinse il polso della mano in cui Sophie teneva il coltello, questo cadde a terra con un tonfo metallico. Era stremata, come se tutte le sue forze fossero state prosciugate in qui pochi secondi.
"Accidenti, che caratterino. – disse lo sconosciuto, era una voce maschile. – Dovresti recuperare le forze invece che cercare di uccidermi." Sophie era alla completa mercee di quell'uomo, non si era nemmeno accorta che lui l'avesse presa in braccio che sentì il delicato contatto del letto sotto la sua schiena.
"Che cosa vuoi... da me?" Era una fatica anche parlare.
"Beh, sarebbe auspicabile che tu non mi punti mai più coltelli addosso."
"C'è ancora qualcuno... che... ha il senso dell'umorismo..."
"A me sembra più un consiglio spassionato che umorismo, poi vedi tu." L'uomo si era seduto accanto al letto.
"Dove siamo?"
"Ma quante domande... Siamo a casa mia."
"Perché mi hai portata... qui?"
"Insomma – sbuffò lui – non potevo mica lasciarti morire nella foresta, non trovi?"
Sophie nel frattempo si era addormentata, appena il suo interlocutore lo notò trasse un sospiro di sollievo: "Cosi piccola eppure così tenace, da non crederci." Si alzò dalla sedia e uscì dalla stanza.

Quando Sophie aprì gli occhi nuovamente il caminoera spento e dalla finestra entravano i raggi del sole che illuminavano tuttol'ambiente. Si sentiva un po' meglio rispetto all'ultima volta, sicuramente piùin forze ma non avrebbe tentato di nuovo di assalire quell'uomo snervante. Siera preso gioco di lei, non le aveva detto i reali motivi delle sue azioni eper giunta aveva la sfacciataggine di scherzare.
"Vedo che la bella addormentata ha aperto gli occhi."
"Vedo che la simpatia è sempre di casa." Disse Sophie voltandosi verso ladirezione da cui proveniva la voce. Sulla soglia della porta non vide un uomoma bensì un ragazzo, doveva avere più o meno alla sua età: era alto, magro eslanciato, aveva gli occhi verde smeraldo, portava una t-shirt e un paio dijeans.
"Dato che non sei ancora in grado di alzarti ti punzecchio un po' finchéposso..."
"Sei tornato per torturarmi?"
"No. – rispose lui alzando in alto un bicchiere – Ti ho portato qualcosa diutile."
"Ma quello... è latte! Come diamine hai fatto a procurartelo? Non è che èscaduto...?"
"Dopo tutta la fatica che ho fatto per salvarti la vita ti pare che tiucciderei con del latte andato a male?"
Sophie strinse gli occhi e prese in mano il bicchiere, dopo averlo sorseggiatoparlò: "Ma è fresco..." era sbalordita.
"Sono i vantaggi di avere una mucca nel garage..."
"Una mucca? Ma... gli erranti non le mangiano...?"
"No. Gli piace solo la carne umana... Più che altro bisogna stare attenti a nonfar entrare gli animali in contatto con la carne infetta. Altrimenti... saicom'è... muoiono."
"Immagino sia possibile."
Rimasero in silenzio qualche secondo mentre Sophie sorseggiava di gusto il suobicchiere di latte quando poi il ragazzo parlò di nuovo: "E la bellaaddormentata ce l'ha un nome?"
"Si, e non ti interessa."
"Avanti... Ti ho salvato la vita, varrà pure qualcosa."
"Sophie."
"Io sono Andrew." Le rispose lui porgendole la mano.
"Non te l'ho chiesto."
Andrew si alzò dalla sedia e iniziò a passeggiare per la stanza: "Accidenti,voi donne non perdete la vostra tempra nemmeno alle porte dell'apocalisse."
Sophie sbuffò sonoramente.
"Su, su, se fai la brava ti porto qualcosa di buono da mangiare."
La ragazza incrociò le braccia: "Voglio solo andarmene di qua."
"Come puoi constatare tu stessa, non puoi."
"Non mi interessa, io-"
Andrew in quel momento si fece scuro in volto e si avvicinò pericolosamente alviso di lei per poi dire: "Per ora le tue gambine non te lo permettono quindistai ferma e buona se non vuoi che te le spezzi."
Così dicendo uscì dalla stanza lasciando Sophie con una forte inquietudinenell'anima.


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Questa volta capitolo più corto ma abbastanza importante, abbiamo conosciuto Andrew: sarà un alleato o un nemico? E perché ha salvato la nostra eroina? Come mai ha una mucca in garage? Ok la smetto se no non finiscono più le domande ahaha nella prossima parte riceverete qualche risposta :3 Come al solito se volete chiedere qualcosa sono a vostra disposizione nei commenti qui sotto e se la storia vi sta piacendo perché non lasciare una stellina?

Ci si becca in giro and stay tuned!

Infected - Hope springs eternal [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora