"Uh! La principessina è di cattivo umore oggi!" Maria sobbalzò sentendo quella voce; che conosceva fin troppo bene...
" Slyter White! Non hai un'altra vita da rovinare oltre alla mia?"
Dietro le spalle della ragazza apparve un'uomo più o meno sui vent'anni, con capelli color della notte, due occhi che assomigliavano a due preziosi rubini, un'armatura con il sigillo regale apposto sul cuore, un fisico tonico e mascolino, ed una spada con un dragone intagliato sul manico.
"Nah! Mi piace rendere solo la tua vita impossibile principessina!" gli rispose beffardo il giovane avvicinandosi e mettendole un braccio intorno alle spalle; lei lo scostò con un gesto stizzito.
"Mi sento veramente lusingata!" rispose acida la ragazza, Slyter rise nel modo che Maria odiava a morte.
Era quella tipica risata di uno che non ha niente da fare oltre che rompere le palle alla sua unica vera amica. Esatto; Maria Laitano e Slyter White erano migliori amici fin da quando erano piccoli.
Era stato la madre della ragazza a farli incotrare, è stato un caso alquanto particolare!
Dovete sapere che il ragazzo era orfano; i suoi genitori erano morti nel periodo della "battaglia dei mille" tra il regno oscuro e i quattro imperi.
Suo padre era uno dei soldato più valorosi, nonché fidato consigliere del nonno di Maria, purtroppo però egli fu ucciso durante il sanguinoso combattimento, cercando di protegere il sovrano; mentre la madre si ammalò poco dopo, per un'epidemia di malaria che aveva infettato il loro piccolo paesino.
Fortunatamente Slyter riuscì a salvarsi, ma cosa poteva fare un bambino di soli due anni da solo in un mondo nel pieno di una guerra?
Solo i suoi familiari potevano occuparsi di lui, ma chi?
Nessuno dei suoi parenti era disposto a prendersi cura di lui in alcun modo,era una responsabilità troppo grande; e poi tenere un bambino costava tanto, e nel dopo guerra molte persone avevano perso la casa e i loro averi.
"Non abbiamo tempo di accudirlo, a malapena riusciamo a mantenere i nostri di figli, non abbiamo bisogno di altre rogne!" aveva detto la sorella del padre disgustata dal quella domanda, e la stessa cosa disse il fratello della madre.
L'unica che si offrì di curarlo e accudirlo fu la sua dolce nonna: Isabella.
Tutti nel paese la amavano, quando c'era qualche problema all'orfanotrofio o all'ospedale lei era sempre pronta a dare una mano.
A differenza degli altri membri della famiglia lei fu felicissima di potersi prendere cura del suo caro nipotino, e il suo nipotino era felice di passare del tempo con quella dolce vecchietta che lui chiamava "Naya", il perché?
Nessuno lo sapeva, era un loro segreto.
Da quando Slyter era arrivato nel paesello marittimo di Viandelle si era accesa una luce di speranza nel cuore della gente che, dopo la carestia, non aveva più voglia di vivere e non faceva altro che preoccuparsi del possibile arrivo di un'altra guerra.
Invece con l'arrivo del bambino tutto era come dire... più colorito.
Con la sua curiosità, la sua dolcezza, la sua simpatia, portava un sorriso sul volto di tutti; adulti e bambini.
Slyter passò i seguenti due anni con la nonna nella sua casa in riva al mare, giocando, imparando a leggere, scrivere e addirittura a pescare.
Ma a quanto pare in destino non sorrideva al povero bambino...
Infatti alla vigilia di Natale sua nonna era uscita per comprare qualcosa da mangiare, ma non tornò più. Morì in un'incidente.
Tutta Viandelle era presente al suo funerale,Slyter pianse come mai prima d'ora, gli sembrava che l'intero universo non volesse la sua felicità.
Dopo qualche giorno dalla morte di Isabella un'uomo in giacca e cravatta si presentò al paese chiedendo dove potesse trovare il piccolo White.
Gli fu detto di andare in cima ad una collina, lì avrebbe trovato il bambino.
Arrivato in cima alla collinetta, l'uomo bussò in modo convito all'immenso portone; che gli fu subito aperto da Slyter "Ciao piccolo! Tu sei Slyter White vero?" il piccolo annuì debolmente "Io sono Andrea Rinaldo, e sono qui per portarti in un posto bellissimo con tanti bambini dove..."
"All'orfanotrofio" taglio corto Slyter, l'uomo lo guardò con aria assente per qualche secondo, per poi fare cenno di sì con la testa.
"Mi vuole seguire signorino?" Andrea gli porse la mano, il piccolo la prese con un po di esitazione.
Arrivati alla stazione dove avrebbero dovuto prendere il treno, Slyter si voltò un'attimo a guardare il paesello di Viandelle, per poi soffermarsi di più sulla sua vecchia casa, dove lui e sua nonna avevano passato intere giornate a giocare e a studiare.
Prima di salire sul treno rivolse un'ultima pensiero al suo paesello.
Non l'avrebbe mai dimenticato.
Passarono due anni dalla morte di Isabella, e Slyter non riusciva ancora ad ambientarsi; era sempre isolato e non parlava mai con nessuno.
Chiunque cercasse di parlargli veniva respinto con qualche occhiata gelida e una frase poco cortese.
Ma finalmente,dopo tanto tempo, sembrava che il fato accennasse un sorriso al bambino, che fu adottato da una guarda del palazzo regale di Alamar, perché portasse avanti i suoi metodi secreti con la spada.
Infatti l'uomo era uno dei più bravi spadaccini dei quattro regni.
Dalla prima volta che l'aveva visto gli era piaciuto, serio, impassibile e non troppo curioso. Praticamente perfetto.
Arrivato a palazzo Slyter fu accolto da una donna più o meno di quarant'anni, con lunghi capelli biondi occhi verde smeraldo e uno splendido sorriso in volto "Ciao piccolo!" gli sorrise.
Il bambino si nascose dietro la gamba del tutore, che rise con la sua voce baritonale "Lo perdoni sua mestá, è un po timido!"
"Oh Archibald! Quante volte ti ho detto che non devi chiamarmi maestà ma Luise?" lo rimproverò con tono scherzoso la regina "Scusa Luise, ma sai, ora che sei regina e non più una fornaia mi fa strano non chiamarti maestà" si giustificò l'uomo, sorridendole.
Luise rise divertita dal cambiamento che aveva avuto l'essere regina di Alamar sulla sua normale vita da panettiera.
"Ma cambiando discorso, come si chiama il tuo nuovo allievo? " chiese l'imperatrice concentrandosi nuovamente sul bambino, che arrossì sempre più in imbarazzo.
"Si chiama Slyter, ha sei anni" gl'occhi della donna divennero più coloriti ed un'enorme sorriso gli si dipinse sul volto.
"Che caso! Anche mia figlia Maria ha sei anni come te!" detto ciò chiamò più volte la figlia, che scese solo dopo il suo quinto richiamo.
"Cosa c'è mamma? Stavo leggendo un libro molto bello sull' astrolopia!"
"Si dice astrologia tesoro, e poi vorrei presentarti Slyter, da oggi in poi vivrà con noi!"
La bambina si voltò a guardare Slyter, che gli accennò un lieve sorriso. Era proprio carina.
Era piccola, minuta, con dei lunghi capelli neri e due vispi occhietti azzurri.
Indossava un vestitino azzurro e in mano teneva un libbro rilegato con una copertina azzurra.
"Bhe, intanto che fate conoscenza io e Archibald andiamo a bere un caffè e a fare due chiacchere, vero Archibald?" l'uomo annuì velocemente, per poi seguire la donna all'interno del palazzo.
Un silenzio imbarazzante calò tra i due bambini, troppo timidi per parlare.
"Allora, ti piace l'astrologia noto..." Slyter cercò di rompere la tensione.
Maria guardò il libro che teneva in mano e annuì arrossendo un po sulle gote "Sì! Io amo le stelle! Ma tu sai leggere...?" domandò stupita la piccola, il bimbo alzò il mento con fare superiore "Certo, tu no?"
Maria scosse la testa senza perdere il suo sorriso "No, ma guardò le immagini e cerco le stelle nel cielo con la mia mamma!"
Alla parola mamma, Slyter divenne triste, la bambina dai capelli neri se ne accorse e gli si avvicinò premurosa "Qualcosa non va?"
Il piccolo incrociò i loro sguardi, i suoi occhi azzurri gli incutevano sicurezza, e si sentì di raccontargli tutti ciò che la vita gli aveva riservato.
"Wow, ma tu ne hai viste di tutti i colori!" commentò Maria alla fine del discorso, Slyter fece un sorriso amaro.
"Ehi! Non devi buttarti giù! " disse ad un tratto la bambina, facendo sobbalzare il ragazzino "Ora Ser. Archibald si prenderà cura di te! E avrai di nuovo un famiglia!"
Slyter la guardò con aria assente per qualche secondo, per poi sorridere in modo sornione "La principessina è diventata un cavaliere, mai sentite parole così onorevoli da una bambinetta!" il bambino avvicinò i loro volti, e Maria divenne rossa in viso e balbettò uno "stupido" poco convito.
"Comunque, grazie per quello che hai detto, sei la prima persona che mi dice queste cose..."
"Vuoi dire che sono la tua prima amica?" il bambino la fissò intensamente per un paio di minuti; la sua prima vera amica?
"Allora? " insistette Maria, Slyter sorrise vedendo gl'occhi della bambina farsi più curiosi "Sì! Sei la prima vera amica!"
La principessa rise "Anche tu!"
Il bambino divenne leggermente rosso, ma si unì comunque alla risata della bambina.
"Ehi! Ti va di giocare ad acchiapparella?" chiese Maria.
"Bhe ecco...." ci penso su il piccolo.
"C'è l'hai!" non fece un tempo a finire la frase che la principessa lo toccò ed iniziò a correre, Slyter scosse la testa e la seguì.
Che bello! Aveva un'amica, quello era il giorno più bello della sua vita.
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Da allora erano passati quattordici anni, e tra i due non era cambiato niente, erano ancora migliori amici.
Vero, litigavano per tutto, ma alla fine si sostenevano a vicenda nei momenti difficili. Ed ora era proprio uno di quei momenti....
"Come mai sei così di cattivo umore oggi principessina?" chiese Slyter accortosi che la sua amica era di cattivo umore, bhe più del solito s'intende.
Maria sbuffò sedendosi vicino al manichino ormai distrutto, il ragazzo la imitò "Ecco vedi..." le parole gli si bloccarono in gola.
Prese un bel respiro e riformulò la frase "Io mi devo sposare con il principe Stephan di Skyland, e non posso rifiutarmi, c'è in gioco il destino dell'intero regno"
Slyter la acoltava con la massima attenzione, appena Maria fini il discorso poggio una mano sulla sua e gli sorrise "Su principessina, ci sono io con te, no? E poi sono certo che troveremo una soluzione insieme, come abbiamo sempre fatto!"
La ragazza diviene lievemente rossa, che tenero!
"Grazie Slyter!" il ragazzo le sorrise dolce.
"Bene, ed ora ti va se ci alleniamo? "
"A cosa?" chiese Maria senza capire, il cavaliere gli sorrise sornione, per poi toccarle un braccio e dire "C'è l'hai!"
Dopo essersi ripresa dalla sorpresa iniziale, la ragazzi si mise a correre li dietro.
Era felice, perché aveva avuto l'amico migliore del mondo.
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Umpf!Il principe azzurro?Io non ne ho bisogno!
Science FictionQuante volte avete sentito parlare del principe azzurro che salva la principessa e la porta in salvo nel suo bel palazzo? Ecco! questa storia è praticamente l'opposto! Per saperne di più leggete questa storia piena d'azione e divertimento!