Demon †

†scuola†

Arriviamo davanti scuola e mi tolgo le cuffiette. Angelo mi sorride e mi sussurra, come se qualcuno ci stesse ascoltando: <<che ti ha detto?>>,
<<nulla di che>>. Non potevo dirgli che Pat -il suo vero nome è Salvatore- mi stava mandando su una brutta strada. Angelo sa benissimo che tutto quello che dice Salvatore, alla fine succede. Per colpa sua mi ero lasciata con Luca. Eravamo insieme da due anni e mezzo e con i suoi consigli adesso eravamo due sconosciuti. Fortunatamente Angelo non mi ha mai abbandonato. Un po come Salvatore. Siamo migliori amici da molto tempo e uno sa tutto dell'altro.
Comunque, ritornando alla scuola, varchiamo la porta d'ingresso dell'istituto e saliamo le scale.
Un altro bacio sulla guancia destra e ci separiamo. Prima ora: storia. Che due coglioni. Metto il silenzioso al cellulare ed entro in classe, tutti mi fissano male.
Ah dimenticavo, avevo cambiato corso e quindi è il mio primo giorno in questa classe. Ovviamente i posti dietro erano tutti occupati allora mi siedo avanti dove c'erano due banchi liberi. Mi metto vicino alla finestra e mentre comincio a togliere i libri dallo zaino una ragazza si avvicina e mettendosi a novanta, coi gomiti sul mio banco e stringendosi le tette con gli avambracci dice ad alta voce: <<buongiorno troietta emo, come mai nella B quest'anno?>>
<<B di BUGLIA>> rispondo strafottente.
Entra il professore in classe.
Mi guarda e dice: <<Bene, ecco la ragazza nuova>> mi fa alzare e mi fa presentare davanti a tutta la classe.
"Mi chiamo Giovanna Marino, vengo dal corso A, ho cambiato perché la professoressa credeva che le facessi delle maledizioni e mi metteva note su note e per non essere bocciata ho deciso di andare in un altra classe dove lei non fa lezione.".
-tutti a bocca aperta-
Appena finisco di parlare entra un ragazzo, non ci faccio molto caso e mi siedo.
Si accomoda vicino a me e sussurra:
<<Noi non ci siamo presentati. Piacere Giorgio Ferrario.>>
Mi giro di scatto verso di lui infilzandolo con i miei occhi grigi. Noto una leggera apatia nel suo viso, rimango immobile per qualche secondo fissando i suoi profondi occhi marroni -sono l'unica cosa che non trasmette inquietudine-, la sua cresta un po arruffata, i lineamenti ben segnati da un filo di barba. PORCODIO È PERFETTO. Poi sposto lo sguardo sul quadernone di storia senza rispondergli. Dopo l'interminabile ora di storia passiamo a matematica e "stranamente" non avevo voglia di fare un cazzo.