Nei giorni successivi andai in spiaggia ogni mattina,ma di Chuck nemmeno l'ombra. Ne ero sicura:mi aveva preso in giro. Troppo bello per essere vero. Quel giorno però ci andai molto tardi,verso le sette e mezza di sera,perchè di mattina avevo un impegno.
Mi stavo rilassando sulla sabbia fresca e umida,quando ricevetti una telefonata improvvisa. Pensavo fosse Chuck,invece era Lexie.
-Pronto?Emma? Devi venire subito a casa mia! Mio marito si sente male!-
-Sto venendo,massimo dieci minuti e sarò lì.-
-Ok. Sbrigati!-
Arrivai lì in sette minuti precisi:il tempo di rivestirmi e prendere un taxi.
Salii al terzo piano,la porta era già aperta. Steve,il marito di Lexie,la mia migliore amica da sempre,era accasciato a terra. Edema polmonare. L'ambulanza arrivò quasi subito. Aiutai i paramedici a sistemarlo sulla barella ed entrai con loro nell'ambulanza. Ordinai a Lexie di seguirci con la macchina.
Intanto nell'ambulanza feci soministrare al marito di Lexie un diuretico: il Lasix,che serviva ad evitare un arresto respiratorio.
Arrivammo al pronto soccorso:in quel luogo regnava il caos. Bambini urlanti,medici sudati,e la persistente puzza di pipì di vecchio. Poteva apparire disgustoso,ma avrei fatto di tutto per essere al posto di quei medici,che intanto stavano soccorrendo Steve. Lexie ci raggiunse piangendo,mi chiedevo come avesse fatto a guidare,visto che era in preda ad una crisi isterica.
-Lexie,calmati. Andrà tutto bene.-
-Tu come fai a saperlo? E se invece non si riprende?!-
-Si riprenderà,non ti preoccupare.-
Ma ovviamente le mie parole non servirono a niente. Continuò a piangere ininterrottamente.
-Lexie,molto probabilmente starai qui tutta la notte,vuoi che vada a casa tua per prenderti dei vestiti?-
-Non ti preoccupare, ci vado io.-
-Non lasciare Steve solo.-non doveva guidare,anche perchè era ancora troppo sconvolta.
-Tieni,prendi la mia macchina.-mi diede le chiavi della casa e della macchina.
C'era un pò di traffico,quindi arrivai in venti minuti. Per aprire la porta di casa mi ci volle un pò,perchè c'erano un sacco di chiavi e non sapevo quale fosse quella giusta. Appena entrai notai la mia borsa a terra e il mio telefono sul bancone della colazione.
-Che scema,per la fretta ho lasciato tutto qui e non me ne sono neanche accorta! Ho guidato anche senza patente!-dissi tra me e me.
Raccolsi la borsa da terra e presi il cellulare:
"Due chiamate perse da Chuck Lavender"