Damnatio Memoriae.

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"Tan, tick-tick, tan, tick-tick..."

A volte, quando l'ebbrezza raggiungeva un livello indefinito, o quando accadevano all'esterno cose che rievocavano nell'uomo quel genere di fantasmi, Floryan ricordava.

Strano, gli uomini bevevano per dimenticare, mentre lui lo faceva per ricordare. Per riportare alla mente pensieri, parole, immagini seppelliti nel suo animo da strati e strati di ricordi, forse più tetri, forse più recenti e vividi.

"Tan, tick-tick, tan, tick-tick..."

A quei livelli, quasi non percepiva il mondo attorno a sé, piuttosto s'immergeva in quella sorta di dimensione onirica, quasi identica dalla realtà se non fosse per quei contorni sfuocati, come se lui stesse guardando un film e le immagini fossero sfumate, con quei contorni che vanno quasi al bianco...

E in quel momento era come se vedesse il film della sua vita. In quel momento, osservava una scena di tanti, tanti anni prima, quando era appena un ragazzino.

Era una notte di mezza estate, quell'estate in cui venne ospitato nel grande casolare dove viveva la coetanea Blanche, nel meridione della Germania.

La sua amata Blanche...

"Tan, tick-tick, tan, tick-tick, tan, tick-tick ..."

La vedeva canticchiare, distesa a pancia in giù, con la testa fra le mani che si muoveva a ritmo, i gomiti posati sulle assi di legno che reggevano quelle sottili braccia e le gambe che seguivano, sinuose, il resto del corpo.

Imitava per gioco la macchina da scrivere che aveva di fronte. O meglio, imitava i rumori che produceva quando sua madre usava quella curiosa macchina per imprimere indelebili segni neri sui fogli di carta, che poi ordinava in pile a gruppi di dieci sulla scrivania.

Adorava osservarla in quello stato di gioiosa trance, quasi quasi vorrebbe addormentarsi per sempre solo per vedere i ricordi più felici e innocenti, ma anche quella visione tra il sogno e la realtà, come tutte le altre, poi finì per infrangersi come vetro e scomparire come acqua al sole...

-Floryan?-

La voce adulta di Blanche lo risvegliò in parte. Con la vista offuscata dagli ultimi fumi dell'alcol Floryan aprì gli occhi per mettere faticosamente a fuoco il viso della sua compagna.

Blanche era seduta sul divano dove lui era disteso, gli aveva dolcemente tolto violino e archetto dalle mani per posarli sul pavimento, e allo stesso modo aveva fatto sparire la bottiglia di vino.

O era birra?

Tanto ormai non faceva più differenza.

-Floryan, non possiamo più continuare così...-

Il sussurro gentile e calmante della sua donna lo rilassarono un pochino, anche se gli misero una tristezza immensa. Mise a fuoco quel tanto per scorgere il suo viso dai lineamenti duri e gli occhi cristallini, incorniciati da capelli e ciglia chiarissimi, quasi bianchi.

Per tutta la vita Floryan aveva pensato che quella donna fosse una roccia, e anche la perdita del loro piccolo Allen non era riuscita a spezzarla.

Anche se... l'aveva piegata fin quasi la rottura. Lei aveva toccato il fondo, ma lentamente stava risalendo.

S'era messa in testa però di risollevare anche lui, che non aveva la sua stessa forza d'animo, tanto da preferire il preferendo rifugiarsi nella musica del suo violino e nell'alcolismo piuttosto che lottare a testa bassa.

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