Prologo

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Premessa brevissima. Questa storia è il continuo di ' Se non ti avessi incontrato la mia vita sarebbe stata molto più semplice' ed è ambientata due anni dopo la fine di quella prima storia, quindi prima del 'cinque anni dopo' che si è visto come spezzone nell'ultimo capitolo della storia precedente.


Percepii un dolce calore sulla pelle quando il sole mattutino mi illuminò il viso e il braccio fuoriuscito dal nido che di notte creavo attorno a me. Strinsi a me quelle morbide coperte mentre tornavo sempre più presente a me stessa. Aprii lievemente gli occhi e osservai il sole alto nel cielo. Non doveva essere più tardi delle dieci. Tornai a chiudere gli occhi e a gustarmi quel dolce tepore. Mi girai nel letto cercando con la mano sull'altro lato, ma era vuoto. In quel momento giunsero al mio orecchio delle voci che parlavano a tono basso.

Aprii gli occhi e vidi Sam in fondo alla stanza davanti al computer e Dean dietro di lui. Parlavano in maniera concitata, ma a bassa voce, di chissà quale problema. Mi appoggiai su un gomito sbadigliando rumorosamente così che potessero capire che erano liberi di parlare normalmente, tanto ormai ero sveglia.

- Giorno!- Dissi mentre mi mettevo a sedere.

Dean mi si avvicinò e mi diede un leggero bacio sulle labbra. – Giorno anche a te dormigliona. Ti abbiamo disturbato?- Chiese tornando verso il fratello.

Io mi stiracchiai cercando di darmi una svegliata. – No, tranquilli. Cos'avete scoperto?- Chiesi mentre mi alzavo definitivamente andando verso il bagno nella mia tenuta da notte, pantaloncini molto corti e una canotta leggera.

- Ti dispiace vestirti un po' di più quando siamo in camera con mio fratello.- Disse Dean irritato.

Mi girai verso di lui appoggiandomi allo stipite della porta del bagno. – Perché? Mica gli da fastidio, sai te quante gambe avrà visto in vita sua!- Dissi.

- Non quelle della mia ragazza però!- Rispose Dean mentre Sam diceva con un sorriso furbo. – A me non da nessun fastidio.-

- Visto?- Dissi mentre entravo in bagno chiudendomi la porta dietro le spalle e percepii più che vedere il ceffone che Dean tirò a Sam.

Mi feci una doccia veloce e quando uscii mi avvolsi l'asciugamano attorno al corpo. Mi avvicinai allo specchio per sistemarmi i capelli. Quando mi guardai allo specchio non riuscii a trattenere un urlo di sorpresa e spavento. Poi uscii spalancando la porta del bagno con ancora l'asciugamano addosso. – Cavolo Castiel!- Sbraitai. – Ma proprio non l'hai ancora capito che non si compare così alle spalle della gente!- Gridai verso il moro che mi guardava con la testa inclinata senza capire.

- Mi dispiace, non volevo spaventarti.- Disse.

Sospirai. – Bene, ma non farlo più. Non si compare così alle spalle della gente, e soprattutto mentre è in bagno!-

Sentii Dean ridere e Sam sghignazzare a bassa voce. Mi girai verso di loro fulminandoli.

- Ehi. Che vuoi? Per una volta che non succede a me, posso anche divertirmi.- Si difese lui.

- Coglione. – Dissi guardandolo male.

- El non mi freghi più. Adesso capisco un po' d'italiano, soprattutto le parole che usi più spesso.- Disse con un sorriso.

Gli feci una linguaccia, presi dei vestiti puliti e rientrai in bagno sbattendo la porta sperando che nessuno mi disturbasse. Quando uscii, trovai i tre intenti in una discussione.

- Beh? Allora cosa sappiamo?- Chiesi legandomi i capelli e avvicinandomi a loro.

Sam staccò gli occhi dai fogli che aveva davanti guardandomi di sfuggita. – Avevamo chiamato Castiel mentre dormivi per darci una mano con le ricerche, visto che qualcuno è troppo scansafatiche per aiutarmi.- Disse lanciando uno sguardo storto a Dean che gli rispose con un ghigno, come a dire 'ehi, che vuoi farci, sono fatto così'. E lo trovai adorabile, nonostante quella parte di lui innervosisse anche a me il più delle volte.

- Quindi? Cos'abbiamo?- Lo esortai a parlare.

- Da quel che ho trovato nei pochi articoli che ci sono penso sia uno spirito o un demone, non saprei dire senza qualche informazione in più.- Disse Sam.

Mi sedetti sul letto cercando di pensare a una possibile soluzione. – Avete chiamato Bobby?- Chiesi.

- Certo. Si è messo già all'opera sui suoi vecchi libroni, ma senza qualche informazione in più anche lui può far ben poco.- Rispose Dean.

- Quindi non abbiamo niente.- Dissi sospirando e alzandomi in piedi. – Direi di andare a far colazione e vedere il da farsi.- Proposi. – Chi viene?- Insistetti prendendo la mia giacca di pelle e avvicinandomi alla porta.

- Io vado.- Disse Castiel sparendo.

- Sì, ciao anche a te.- Risposi sarcastica, non avrebbe mai imparato a comportarsi come un persona normale. Forse proprio per il fatto che non lo era, era un angelo. – Meno uno. Voi che fate?-

Dean mi raggiunse e spronò il fratello a fare lo stesso. Nonostante fosse restio ad abbandonare il computer alla fine si arrese.

- Tanto lì sopra non troverai nulla di nuovo.- Dissi. – Bisogna fare sopralluoghi sul campo.-

Niente è mai semplice come sembraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora