Capitolo 1

248 12 5
                                    


- Allora, cosa ne pensi?- Chiese Sam.

Io stavo gustando la mia ciambella mattutina e lo fulminai con lo sguardo. – Te l'ho già detto varie volte Sam, non interpellarmi mentre mangio!- Dissi irritata.

Lui sospirò e quando notò che anche Dean era intento nella medesima operazione, gustarsi il suo pancake, alzò gli occhi al cielo. – Beh intanto vi metto al corrente delle mie ricerche. Questa creatura sembra essere in grado di abbindolare le persone. Le poche fonti che si hanno dalle testimonianze sono di persone ch perdevano il controllo. Alcuni testimoni oculari giurando di aver visto la vittima insieme a qualcuno la sera dell'uccisione e questo non per la stessa vittima. Altri dicono che erano da soli e che si sono morti di colpo. –

Nel frattempo avevo finito la mia colazione e osservavo qualche articolo di giornale degli scorsi giorni. – Insomma non è chiaro per niente cosa sta succedendo. Non c'è un vero e proprio schema, oppure sembra non esserci per adesso.- Dissi. – 'Morte improvvisa di una ventunenne per strada colta da un malore'.- Lessi alcune intestazioni. – 'Testimone dice di aver visto John Helton con una giovane donna attraente la sera del suo assassinio'.-

- Già- Disse Sam. – L'unico elemento che coincide è la causa della morte. I medici non riescono a spiegarsela. Sembra che siano stati privati dello spirito vitale improvvisamente. Il cuore si è fermato per mancanza di voglia di vivere.-

- Dovremmo andare a sentire dal medico legale.- Disse Dean. – Magari troviamo qualche informazione in più.-

- Penso sia la mossa migliore in questo momento.- Sospirò accasciandosi sullo schienale della sedia. – Non so dove sbattere la testa.-

Dean lo guardò e sorrise. – Andiamo Sammy non puoi sempre sapere tutto. Dopo essere passati dall'ospedale andremo a trovare i parenti delle vittime. Magari scopriamo qualche collegamento che c'è sfuggito.-

Lo guardai sorpresa. – Vedo che se ti applichi ci arrivi anche tu.- Dissi tirandogli un pugno scherzoso che lui bloccò prendendomi il polso.

- Guarda che io mi applico sempre, e tu dovresti saperlo per esperienza ormai.- Disse con un sorriso malizioso.

Trattenni un sorriso cercando di liberare il polso per dargli una sberla, ma lui mi attirò a sé unendo lei mie labbra alle sue in un piccolo bacio. Quando finì, troppo presto, mi lamentai e mi riavvicinai a lui per un bacio molto più passionale che mi fece tremare dal desiderio. Lui grugnì nel rispondere al bacio e mettendo la mano sulla mia nuca mi avvicinò ancora di più.

- Vi prego, prendetevi una stanza.- Si lamentò Sam.

Mi staccai a malincuore. – La prenderemmo se l'ultima rimasta al motel non dovessimo dividerla con un guastafeste.- Dissi incrociando le braccia al petto.

- Eddai Sammy. Non possiamo far niente perché in stanza ci sei tu la sera, almeno lasciaci sfogare la frustrazione di dover aver sempre un cappellone tra i piedi.- Disse ridendo e scompigliando i capelli al fratello.

Lui alzò gli occhi al cielo. – Già m'immagino quanto vi tratteniate in stanza solo perché ci sono io. Le orecchie mi funzionano ancora bene.- Disse.

Scoppiai a ridere per nascondere il rossore che mi imporporava le guance per la vergogna. Quei due invece incominciarono a battibeccare, Sam indispettito e Dean provocatorio, con il suo solito ghigno in faccia. Ormai erano due anni che cacciavo con loro, ma quelle scene mi divertivano sempre un sacco. Le cose non erano state per niente facili e non lo erano ancora. Dean era molto riservato, chiuso e non era abituato a stare con una persona, non sapeva come comportarsi. E del resto anch'io non c'ero abituata. All'inizio, soprattutto i primi mesi, era una discussione continua. Non sapevamo come rapportarci, ognuno voleva mantenere i suoi spazi e non permetteva all'altro di entrarci. Adesso le cose andavano decisamente meglio, non era ancora una relazione facile, ma penso sia così in ogni relazione. Penso che la maggior parte del merito vada alla nostra personale psicoanalista Samantha, non riusciva a non immischiarsi nel nostro rapporto. Di certo non mi potevo lamentare, senza Sam penso che la nostra storia sarebbe andata presto a farsi benedire. Lui conosceva Dean da una vita e aveva imparato subito a conoscere me, anche perché ero molto simile a suo fratello maggiore, quindi aveva subito saputo come aiutarmi a sopportare il caratteraccio di Dean e come capirlo meglio in certe situazioni.

Niente è mai semplice come sembraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora