Il binario 9 e 3/4 quel 1º Settembre (come del resto tutti gli anni in quel giorno) era gremito di persone: ragazzi che salutavano i propri genitori, altri che parlavano dell'estate che avevano appena trascorso con gli amici e altri ancora che ridevano insieme.
La scena, circondata da un alone ognipresente di felicità, era come controllata dalla locomotiva scarlatta.
Come ogni anno, quella locomotiva avrebbe portato i giovani maghi e streghe alla Scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts per un nuovo anno scolastico.«Miseriaccia Harry! Vuoi darti una mossa?»
Ron stava spingendo Harry che, una volta sbucato dal passaggio fra il binario 9 e 10, si era bloccato senza alcun motivo.
«Oh si scusami» disse Harry scansandosi e facendo passare l'amico «Ma quest'anno l'Hogwarts Express mi sembra più bello».
Ron alzò gli occhi al cielo.
Harry e Ginny, sua sorella minore, si erano fidanzati e da quel momento il ragazzo era entrato in un mondo tutto suo.
Non disse niente, sapeva che avrebbe detto parole poco carine.
«Chissà dov'è Hermione» disse guardandosi intorno, alla ricerca dell'amica.
«Hermione, Hermione, Hermione» cominciò Harry con un tono canzonatorio «Non fai altro che parlare di lei in continuazione Ron, sei stressante».
«Senti Harry, avrei una lista infinita di cose da dire su te e Ginny insieme, non mi provocare».
I due si scambiarono un'occhiata e salirono sul treno trascinandosi dietro i pesanti bauli e la gabbia di Edvige.
Appena riuscirono a far salire sul treno quei macigni andarono a cercare uno scompartimento vuoto, ma non avevano ancora trovato Hermione.
Ron era molto preoccupato, ad ogni scompartimento guardava dentro nella speranza di riconoscere i capelli arruffati della ragazza ma niente, sembrava sparita.
Man mano che avanzavano le preoccupazioni di Ron aumentavano e le certezze diminuivano fino a quando, dopo quasi dieci minuti, i due finalmente trovarono ciò che stavano cercando.
«Harry! Ron!» disse Hermione, aprendo la porta dello scompartimento.
«Hermione!» urlarono in coro «È un piacere vederti» aggiunse Harry.
I ragazzi si sedettero e i tre cominciarono a raccontarsi come avevano passato le vacanze, come era loro solito fare.
Ron non prestava molto ascolto alla conversazione, aveva la mente altrove.
Pensava ad Hermione.Era da settimane che i due non si vedevano; si erano mandati lettere per tutta l'estate ma non era come stare insieme a lei.
Averla accanto era mille volte meglio che leggere la sua calligrafia su fogli di pergamena e immaginarsi la sua voce mentre pronunciava quello che c'era scritto sopra.
Era così immerso nei suoi pensieri che non si rese conto del fatto che qualcuno lo stava facendo ritornare alla realtà.«Ron... Ron... RONALD!»
Hermione stava scuotendo il suo braccio per farlo risvegliare da quel momento di trance.
«Dimmi»
«Te come le hai passate le vacanze?» chiese, accennando un piccolo sorriso.
«Sono state delle vacanze normali, niente di che. Non mi sono neanche divertito».
Harry lo guardò leggermente arrabbiato.
«Grazie amico, molto gentile» rispose duro, per poi girarsi dall'altra parte.
«Ah si, i Dursley ci hanno lasciato Harry per quasi tutto il mese di Agosto» disse in tono distaccato.
«E invece te cos'hai fatto?» chiese ad Hermione, sorridendole.
«Io sono stata di nuovo in Francia» cominciò la ragazza sorridendo «Non avete idea di quanto sia bella Parigi. Comunque... grazie per avermelo chiesto» arrossì leggermente pronunciando le ultime parole.
Le sembrava strano che Ron si fosse preoccupato di lei.
Continuarono a parlare per tutto il viaggio finchè il treno non rallentò e si fermò, annunciando che ormai erano arrivati ad Hogwarts.Il discorso di Silente e lo Smistamento furono noiosi e interminabili, come sempre.
«Finalmente! Stavo morendo di fame!» ulrò Ron acchiappando una coscia di pollo appena la tavola di Grifondoro si riempì di bevande e leccornie.
Hermione ridacchiò e lui, per un attimo , lasciò stare quello che stava trangugiando.
«Perchè ridi?» le chiese perplesso mentre Harry e Ginny (seduti rispettivamente accanto e davanti a lui) si univano alla risata.
«Da quant'è che non mangi Ronald? Tre mesi?»
«No. Perchè?»
«Non so, sembri un animale morto di fame!»
La risata divenne ancora più forte e tutti quelli nelle vicinanze dei quattro cominciarono a ridere.Finita la cena, i tre si avviarono verso la Sala Comune della propria casa, stanchi e sazi.
Salendo le scale Ron notò che una ragazza, due rampe di scale sopra di loro, della loro stessa Casa lo stava fissando.
«Hermione» sussurrò all'orecchio dell'amica «Sai chi è quella là?» chiese, indicando senza farsi vedere la ragazza.
«Ron, è possibile che tu sia così smemorato? Lei è Lavanda Brown. È del nostro stesso anno».
«Ah Lavanda! Si me la ricordo!»
«E come scordarsela» cominciò Harry per poi cambiare tono di voce e cominciare a gracchiare come una cornacchia «"Dice che ho i requisiti di una vera Veggente. Ho visto un mucchio di cose... be', buona fortuna!"» I tre si guardarono per qualche secondo e scoppiarono a ridere, Hermione più forte di tutti e tre: Harry e Ron sapevano il forte disprezzo che provava per la Cooman, la professoressa di Divinazione.
Continuarono a salire le scale finchè non arrivarono vicino a Lavanda e la superarono.
«Ciao Ron» disse agitando la mano.
Ron la guardò per un attimo: aveva uno sguardo strano, indecifrabile.
Si limitò a salutarla con la mano e quando i tre le passarono accanto sentì dire dalla ragazza «Mi ha salutato!»
Non ci fece molto caso ma Hermione, senza che i ragazzi se ne accorgessero, le lanciò uno sguardo freddo e tagliente.Entrati in Sala Comune i tre si accasciarono sulle loro solite poltrone, godendosi il calduccio che avvolgeva la stanza.
Ginny entrò e Harry si alzò di scatto dirigendosi verso di lei.
Successivamente i due sparirono dietro il buco del ritratto, probabilmente per andare a fare una passeggiata, pensò Ron.
E così Ron e Hermione rimasero da soli, seduti sulle poltrone.
Erano parecchio imbarazzati, infondo non rimanevano molto da soli.
«Ron» sussurrò Hermione dopo pochi secondi girando la testa verso il ragazzo.
«Dimmi»
«Ma Harry e Ginny... stanno insieme?»
Chiese timidamente.
«Be', a quanto pare si» rispose in tono distaccato, per poi sorridere.
«Harry è un bravo ragazzo. Meglio lui che Dean, o peggio, un Serpeverde».
Ci fu un lungo momento di silenzio.
«Allora Harry ha passato tutto il mese d'Agosto alla Tana con te?»
Lui annuì.
«Com'è stato stare solo ragazzi per un mese intero?» ci fu un momento di silenzio e lei continuò.
«Intendo dire senza di me che vi stressavo con tutto ciò che riguarda la scuola, lo studio e il nostro futuro».
Ron finalmente si girò verso la ragazza: in quel momento era bellissima.
Quando si era girato le sue guance erano diventate rosse e aveva sorriso leggermente.
«A dir la verità Herm» cominciò il ragazzo sistemandosi sulla poltrona «Non è stato poi così bello stare tutta l'estate... senza di te» disse sorridendole leggermente.
Hermione avvampò e marcò il sorriso.
Era più bella di prima.
«Ronald stai dicendo che ti sono mancata?»
Il cuore di Ron si bloccò per un attimo.
Le era seriamente mancata? Aveva realmente sentito la mancanza di Hermione Granger, la strega più intelligente della sua età nonchè sua migliore amica?
A quanto aveva detto poco prima, pareva di si.
Divenne rosso come i suoi capelli e fissò il soffitto.
«Può darsi» rispose.Ci furono alcuni minuti di silenzio.
Hermione era rimasta scioccata: a Ron era mancata? Se gliel'avesse detto qualcun altro non ci avrebbe creduto ma Ron Weasley, la persona con la quale litigava di più, le aveva appena detto che le era mancata.
Sorrise di nuovo e si alzò dalla poltrona.
"Io vado a letto, salutami Harry quando lo vedi. Buonanotte»
Quello che successe dopo Ron non se lo sarebbe mai aspettato.
Lei si avvicinò a lui e lasciò sulla sua guancia un bacio piuttosto timido.
Il ragazzo avvampò ancora di più e sorrise mentre vedeva Hermione salutarlo e salire le scale per il dormitorio femminile.
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Give me one more chance ||Romione||
FanfictionRon sarebbe stato per sempre lì da solo con lei. Dopo un alcuni minuti che Hermione cercava di togliere il sangue ormai secco dalla faccia del ragazzo, lui decise di cingere i fianchi della ragazza e farla sedere sulle sue gambe. «Ron sei sicuro...