Capitolo III.

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Ormai erano passate due settimane dall'inizio della scuola e questo voleva indicare solo una cosa: erano iniziati gli allenamenti di Quidditch.

«È possibile» cominciò Ron entrando dal buco del ritratto completamente zuppo dopo un allenamento piuttosto intenso di Quidditch, «che ogni volta che c'è l'allenamento debba piovere? Siamo sicuri che qualche Serpeverde non abbia scagliato una maledizione sulle nuvole?»
Harry e Ginny, che spuntarono dal ritratto poco dopo Ron, scoppiarono in una risata stanca.
«Avanti Ronnie» cominciò Ginny, passandogli accanto, «è solo il quarto allenamento che facciamo. Non il ventesimo».
«Ma io dico» continuò il ragazzo mettendosi proprio davanti al fuoco per riscaldarsi, «non potremmo allenarci quando non piove, Harry? Odio essere bagnato fradicio».
Harry lo guardò con uno espressione severa e quasi arrabbiata.
«E come la vinciamo la partita contro i Corvonero se non ci alleniamo? A Spara Schiocco?»
Il buco del ritratto si aprì di nuovo e questa volta spuntò Hermione, che sorrise ai tre.
«Com'è andato l'allenamento?» chiese superandoli per sedersi sulla sua poltrona preferita.
«Bagnato» bofonchiò Ron in risposta per poi avviarsi verso il dormitorio.
Mentre saliva notò che comparve nella sala comune Lavanda Brown, anche lei bagnata dalla testa ai piedi.

«Harry» cominciò Ron poco dopo a cena, mentre stavano mangiando, «non dirmi che Lavanda Brown è venuta a vedere i nostri allenamenti oggi pomeriggio» finì con un tono esasperato.
Ci fu un attimo di stallo, dove Hermione (con una faccia piuttosto comtrariata) e Ron fissarono Harry, che nel frattempo finiva tranquillamente di masticare il pezzo di tacchino che aveva in bocca.
Deglutì e parlò.
«Be' si Ron. Più che a guardare gli allenamenti è venuta per guardare te».
Hermione alzò gli occhi al cielo.
«Non la trovi insopportabile Ronald? Insomma, è da due settimane che ti sta addosso, fissandoti e seguendoti dappertutto. È fastidiosa, non trovi?» disse quasi sibilando e con un espressione disgustata sul volto.
Ron guardò scioccato Hermione.
Secondo lui era gelosa, anzi bruciava dalla gelosia.
Ma Lavanda non gli piaceva.
Non era una brutta ragazza ma... no era Hermione.
Non lo correggeva fastidiosamente quanto sbagliava, non riparava tutto quello che combinava durante le lezioni di Trasfigurazione, non lo aiutava a fare i compiti.
Prese un bel respiro e si decise a parlare.
«Tu credi che a lei... insomma... io le piaccia?» domandò Ron, con le orecchie rosse.
Hermione girò la testa verso Lavanda, un po' di posti più in là: stava ancora fissando Ron con il solito sguardo sognante che lei trovava disgustoso.
«Probabilmente si» disse con tono secco la ragazza per poi posare la sua attenzione al piatto semipieno.
«Non ho più fame» disse guardando il piatto e spostandolo da davanti a lei.
Ron non capiva molto le ragazze ma era sicuro che a Hermione desse fastidio qualcosa.
E quel qualcosa era Lavanda.
«Sei sicura Herm?» chiese Harry preoccupato vedendola scansare il piatto disgustata.
«Harry ha ragione. Almeno butta giù qualche boccone».
Hermione che fino a quel momento non aveva distolto lo sguardo dal piatto lo alzò e arrossì; era stato Ron a parlare.
I loro sguardi si incrociarono ed entrambi arrossirono debolmente.
«Grazie ragazzi ma non ho fame» disse, «vi ringrazio con tutto il cuore».

E fu di parola.
Non toccò cibo, si limitò a buttar giù ogni tanto qualche sorso di succo di zucca e di guardare di soppiatto Lavanda.
«Credo che dopo andrò da Lavanda. Hermione ha ragione, non smette mai di fissarmi. È strano e non mi piace» disse sospirando mentre finiva la sua porzione di dolce.
«Cos'hai intenzione di dirgli Ron?» domandò Harry sbadigliando.
«Le chiederò come mai mi fissa» rispose facendo spallucce.
«Ron» cominciò Hermione buttando giù l'ennesimo sorso di succo di zucca, «devi avere tatto con le ragazze, non puoi semplicemente andare lí e dirle "Perchè mi fissi da più di due settimane?" Capisci, non è carino e poco cortese... anche se se lo meriterebbe» le ultime parole le sussurrò ma Harry, che era accanto a lei, riuscì a sentirle e strozzò una risata facendo finta che gli fosse andata un po' di saliva di traverso.
«Giusto» commentò Ron «Grazie Herm, sei fantastica!»

Ron fu il primo ad alzarsi dei tre.
Avevano deciso, in quei pochi minuti, che il ragazzo si sarebbe alzato per primo e si sarebbe diretto in sala comune da solo: erano certi (come disse Hermione con una smorfia che le troneggiava sul volto) che Lavanda l'avrebbe seguito. Una volta arrivati in sala comune, completamente vuota, avrebbero parlato.
Così il ragazzo percorse la Sala Grande a grandi passi e quando mancavano pochi metri al portone Lavanda si alzò, cercando di non farsi vedere da Ron.
«Il pesce ha abboccato all'amo» sorrise Harry a Hermione, che ricambiò con un sorriso pensoso.
Non voleva che a Ron sfuggisse la situazione di mano.
«Harry, andiamo a vedere cosa combinano» disse a bassa voce, guardandosi intorno alla ricerca di qualche sguardo sospetto dopo che Ron sparì dietro le due enormi porte.
«Va bene» rispose il ragazzo e i due si alzarono, uscendo.

Nel frattempo, Ron e Lavanda erano quasi arrivati alla torre di Grifondoro.
Ron ogni tanto si girava di scatto, facendo scattare Lavanda dietro varie statue e oggetti che la coprissero dal campo visivo del ragazzo.
Mentre Harry e Hermione:, alcune rampe di scale più in giù, stavano seguendo i due. Harry camminava tranquillamente mentre Hermione saltava gli scalini due a due.
«Harry! Vuoi darti una mossa!» sibilò arrabbiata mentre Harry si stava distraendo davanti a un quadro vuoto.
«Stai tranquilla Herm, Ron se la caverà. So che sei gelosa. Sai, ti ho sentito prima a cena».
La ragazza sgranò gli occhi e lui le rispose con un sorriso.
«Ti prego» disse guardandosi intorno nervosamente, «non dirlo a Ron, ti prego!»
«Siamo migliori amici Hermione, non ti farei mai questo».

Ron era finalmente arrivato nella sala comune di Grifondoro.
Appena entrato si affrettò a sedersi su una sedia con la schiena rivolto verso il passaggio del ritratto.
Sentì rumore di passi e sorrise leggermente: quell'allocca di Lavanda aveva abboccato.
«Lavanda ciao, volevo proprio parlare con te» disse per poi girarsi e trovarsi davanti la ragazza rossa in volto.
«Vieni, siediti» disse indicandole la sedia accanto alla sua. La ragazza avanzò titubante, sedendosi accanto a Ron.
«Posso chiederti una cosa?» domandò girandosi verso di lei.
«Si» rispose con un sorriso ebete in faccia mentre guardava Ron negli occhi.
«È da quasi tre settimane che mi guardi in continuazione, potresti dirmi il perchè?»
Lavanda appoggiò una mano sulla parte interna della coscia di Ron e cominciò a passarla su e giù lentamente.
Il ragazzo sbiancò: a quanto pare non aveva delle idee pulite in testa la ragazza.
«Sai Ron» cominciò continuando ad andar su e giù con la mano e facendo diventar di un rosso accentuatissimo il ragazzo, «quest'anno mi sono accorta che sono attratta da te, dal tuo corpo muscoloso».
Si morse il labbro in una maniera inquietante e si sedette sulle gambe del ragazzo facendolo arrossire ancora di più.
«Ora baciami Weasley» gli disse per poi affondare le mani nei suoi capelli rossi e tirarli verso di lei.
Per un attimo Ron pensò che gli avesse strappato del cuoio capelluto perchè sentì qualcosa di caldo colargli dalla testa. Per fortuna capì era solo sudore ma comunque il dolore era fortissimo.
La ragazza stava facendo avanzare pericolosamente le sue labbra su quelle del ragazzo.
Quello sarebbe stato il suo primo bacio, ma lui non voleva che Lavanda Brown fosse il suo primo bacio.
«No Lavanda... ti prego... non farlo...» disse divincolandosi per evitare che la ragazza appoggiasse le labbra sulle sue per baciarlo.
«Zitto, adesso sei mio. Spero che la tua amichetta Granger ci veda in questo momento».
Era proprio quello che più temeva Ron. Sperava che Harry fosse il primo ad entrare riuscendo a coprire la visuale alla ragazza.
Sperava con tutto il cuore che se Hermione l'avesse visto avrebbe accettato la sua versione dei fatti. Sperava soprattutto di non spezzarle il cuore e di non farla piangere.
«Lavanda non ci provare, potrei Schiantarti» disse arrabbiato appoggiando una mano sulla tasca dove teneva la bacchetta.
Lei non rispose ma tolse le mani dai suoi capelli e lo prese per il colletto della camicia.
Le loro labbra si avvicinavano pericolosamente e il sudore di Ron si stava trasformando da caldo a freddo.
Erano vicini, mancava ormai pochissimo quando...
«STUPEFICIUM!»
Ci fu un lampo di luce rossa e Lavanda cadde per terra, accanto alla sedia dove era ancora seduto Ron, parecchio sconcertato.
Il ragazzo alzò lo sguardo: davanti a lui c'era Harry, la bacchetta sguainata come una spada.
Ron farfugliò qualcosa di incapibile ma Harry lo fermò con un gesto deciso della mano.
«Tranquillo. Ho sentito tutto. Hermione è fuori, si è rifiutata di entrare. Non sa niente di questo».
«E mai lo saprà» pensò Ron passandosi una mano nei capelli rossi fuoco.
«Ron alzati e dammi una mano a sistemare Lavanda». Il ragazzo annuì, si alzò dalla sedia e tirò su Lavanda.
«Le facciamo riprendere i sensi?» chiese, guardando l'amico.
«No. Pochi minuti e si riprenderà».
«E adesso... che si fa?»
«Facciamo finta di niente» rispose Harry, uscendo dal buco del ritratto e facendogli l'occhiolino.

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