Capitolo 2

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Spaccare la faccia al tizio sul divano nero? Va bene essere protettivi, ma adesso esagera.

"Solo se mi fai bere un po di birra" mugolo.

Mi guarda esasperato ma, dopo qualche secondo molla la presa e si dirige verso la cucina.
Rido tra me e me, perché Dylan ha talmente poca pazienza..
Non ho bisogno di mettermi in tiro per fare ciò che voglio con lui, mi basta esasperarlo!

"Eccola" dire che mi porge della birra mi sembra troppo delicato. In realtà me la sbatte sotto il naso scocciato.
Senza nemmeno ringraziare prendo il bicchiere e faccio un lungo sorso di scura, rinfrescante, magnifica birra.
È tipo come quando giochi ai videogames  e ti si ricaricano le vite.

"Adesso possiamo andare fuori?" sbuffa.

"Okay" in realtà non vedevo l'ora di uscire.

Non finisco neppure di parlare che ri afferra il mio braccio, inspiegabilmente sempre nello stesso punto, e mi trascina fuori.
Lui ha la strana capacità di capire quando sto male e di sapere sempre cosa sia meglio per me, peccato che non lo ascolti mai.

"Allora? Dov'è lui? E perché ti fa uscire conciata cosi?" sbraita.

Sento un brivido lungo la schiena e mi pento ancora una volta del vestito che indosso.

"Cosa vuoi che ti dica?" sibilo "che avevi ragione?"

Il suo viso cambia espressione, da arrabbiato diventa... Compiaciuto!

"E cosicché..." sorride "Ti ha lasciata"

No, non mi ha lasciata, mi ha portato allo stremo e poi l'ho lasciato. In pratica si è fatto lasciare.

"L'ho mollato io" sorrido perfida "Sai come sono fatta"

Gli avevo promesso che gli avrei raccontato tutto della mia vita, che non lo avrei lasciato andare come tutti gli amici... Ma poi... Quant'è che non lo sentivo?

"Tu? Che ci fai in mezzo a questi ubriaconi di 26 anni?" chiedo inviperita.

"Cerco una ragazza da portare con me in un posto isolato, una che non è fidanzata.. Con un abitino sexy" mi sfiora il braccio.

Sento un pizzico sotto la pelle proprio dove lui mi ha toccata.

"Una che domani non ti richiamerà?" una bionda si avvicina sensuale e gli mette le braccia al collo.

"Esatto" ammicca Dylan.

"Allora lascia qui la ragazzina e vieni con me" dice lei.

"Magari dopo vengo a cercarti, eh?" risponde lui.

E lei seccata va via senza salutare.
Per quanto io mi sforzi di sembrare più bella, guardandola i miei sforzi mi sembrano vani.
Lei ha due gambe lunghissime ed un seno enorme.

"Avrà pure un seno enorme, ma ha un cervello minuscolo" bisbiglia Dylan.

Eh?! "Cosa?" scatto.

"Quella ragazza, ha lette enormi ed il cervello minuscolo" ride.

Rido di rimando ma penso a quante posizioni diverse le farebbe fare e sento piano la felicità spegnersi.

"Torna a sorridere" dice avvicinandosi " ma non il tuo sorriso educato ne tantomeno il sorriso che usi per mascherare le emozioni negative... Sorridi come quando l'ho mandata via"

Ho sorriso quando l'ha mandata via?
Non mi pare.

"Non ho sorriso" dico ridendo.

"Oh, paperotta, lo hai fatto eccome!" mi pizzica la guancia.

"Mi sei mancato" dico abbracciandolo improvvisamente.

Lo sento irrigidirsi al mio gesto ed un altra parte di me muore dentro.

"Se lo avessi lasciato per me non ti sarei mancato" mi allontana "sarei stato con te, ti avrei abbracciata di notte"

"Avresti lasciato tutte quelle donzelle senza il piacere di provare le tue lenzuola?!" urlo.

No, no, no! Stef non arrivare proprio...

"Ciao Dylan! Cosa ci fai qui?!"

...ora.

"Ciao Step" le posa un bacio sulla fronte "Jim è mio fratello"

Impagabile la faccia di Stef, lo giuro.

"Ecco chi voleva presentarmi.." biascica.

"Se può farti sentire meglio, io sapevo benissimo che la sua nuova fiamma eri tu!" ride Dylan.

"Ho interrotto qualcosa?" ammicca verso di me la mia amica.

Si, cazzo, hai interrotto qualcosa. Una grande cosa. Avevo bisogno di una sua risposta burbera per smettere di sentire il calore dentro solo per la sua fottuta vicinanza!

"Nah" dico.

"Allora andiamo a cercare Jim" sorride.

Una volta entrati , giuro non so come, mi perdo. Dylan e Stef facevano lo slalom tra gli ubriachi troppo velocemente ed io .. Li ho persi di vista.

"Tesoro" una mano sul mio fianco "adesso la vuoi un po di birra?"

È la ragazza dai capelli rossi, che mi sorride rassicurante.
Annuisco e prendo il suo bicchiere facendo un lungo sorso.

"Ha un sapore strano" biascico.

"No, tesoro è una tua impressione" ride lei allontanandosi.

La stanza ora inizia a girare veloce, e la musica è diventata fastidiosa. Non posso essere già ubriaca!
Mi guardo intorno in cerca di Dylan o Stef ma non li trovo. Arranco fino alle scale, ma quando è il momento di salirle: attacco di panico.

Le voci intorno sono forti e fastidiose.
Il respiro accelera.

Sono sola in mezzo a questo branco di capre strafatte ed ubriache.
Il battito accelera.

Una mano si posa sul mio fondoschiena.
La vista si offusca.

Non riesco a muovermi, sento solo una mano ruvida che indugia contro il mio sedere, incurante di ciò che realmente sta accadendo.

"Sei proprio una puttanella, eh?" la sua voce viscida mi fa venire i conati di vomito.

"Lo so che ti piace se ti tocco così" continua stringendomi le natiche.

Sono contenta di non riuscire a vedere le facce dei presenti, sto morendo di vergogna.
Voglio andare a casa, togliermi questo stupido vestito e dormire fino alla fine dei tempi.

All'improvviso, riesco a intravedere Vins, fermo accanto alle scale che osserva la scena incurante. Non so se sia reale, so solo che la bile mi bolle in corpo come non mai.

Afferro la mano del mio sudicio attentatore e mi giro.

"Bambolina, con un vestitino così non puoi pretendere che io non ti tocchi" sibila Carl.

Non era la mia immaginazione,erano proprio Carl e Vins.
Puzzano di alcol e marijuana, hanno gli occhi rossi ed un sorriso viscido sul viso.

"Non tremare , Babe" sussurra Vins vicino al mio orecchio. Non l'ho sentito avvicinarsi.

"Già, tanto sapevi che sarebbe successo" mi stringe il braccio Carl.

"L-lasciatemi andare " sussurro, e sono certa che mi abbiano sentito, perché alla mia supplica il loro desiderio è diventato più impellente.

Sta per succedere, lo sapevo. Avevo sperato di essere più forte quando sarebbe arrivato il momento, ma ora come ora mi sento una pappamolle incapace di reagire. Quando mi tirano fuori sento la testa sotto una pressa e nell'aria si sentono le note di "What, the hell?" di Avril Lavigne.
Questo è l'inizio del mio inferno, sperando di essere salvata lascio che mi trascinino verso il mio sporco, assurdo, ingiusto destino.

Un Amore RubatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora