Capitolo 3

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È ingiusto però, essere così deboli.
Perché sono così debole?

"Vieni, puttana" sibila Carl strattonandomi per i capelli nel parcheggio.

Puttana tua madre, pazzo squilibrato!
Non voglio aspettare che qualcuno venga a salvarmi, voglio salvarmi da sola, vorrei prendere la mano che Carl ha nei miei capelli e spezzargli tutte le dita. Una ad una.
Peccato che l'unica cosa che riesca a fare è lanciare un grido disperato,a squarciagola, l'ultimo grido.
Ma non serve a nulla, perché Vins mi da un calcio dello stomaco e poi ... Il buio.

****

"Ti prego svegliati" sussurra.

'Sono sveglia' vorrei dirgli, ma le mie labbra non emettono un singolo suono.

"Apri gli occhi ed abbracciami come hai fatto prima, ti stringerò di più questa volta" piange.

Non può essere Dylan.. Eppure ho abbracciato soltanto lui.

"Non è colpa tua" la voce di Stef mi sembra molto più lontana della voce maschile.

'È colpa del vestito' vorrei azzardarmi a dire, ma ancora una volta non riesco a parlare.

"Kim, cazzo svegliati" grida Dylan ed io apro gli occhi.

"Grazie a Dio" sussulta lui.

"Dalle dell'acqua" si affretta Stef.

Dove sono Vins e Carl? Cosa è successo?

"Non posso portarla da sua madre in queste condizioni" piagnucola Stef.

"Restate a dormire qui" propone Dylan.

Sto bene , ragazzi, davvero.
Vorrei solo dell'acqua.

"Sta muovendo le labbra" esclama Stef.

"Portiamola dentro" ordina Dylan.

Mi prende in braccio e mi posa un leggero bacio sui capelli.

"Tranquilla, andrà tutto bene" mi rassicura.

Il suo odore mi pervade le narici, sa di menta e di Dylan. Stringerlo forte è l'unica cosa che riesco a fare e questa volta mi stringe anche lui. Sento il suo cuore battere forte, proprio come il mio.
Qualcuno annuncia che la festa è finita mentre lui mi tiene in braccio e sale le scale.

"Stef, vai a casa" suggerisce Dylan.

"Sua madre mi ammazza" risponde lei.

"S-sto bene" mugolo "ho solo tanto sonno"

"Deve restare sveglia Stef, resta qui io torno subito" ordina Dylan.

Lo osservo mentre corre fuori dalla stanza e sbatte la porta. Deve essere arrabbiatissimo, ma non è colpa mia.
È colpa del vestito, è colpa di Vins e Carl, è colpa della festa , ma non è colpa mia!

"Si, promesso, grazie" sentiamo dire dietro la porta.

"Sai, Kim, non credevo andasse così" sussurra Stef "non so come ci abbia trovate Vins..."

Dylan torna e sbatte di nuovo la porta dietro di se. Una volta avvicinatosi, mi guarda in cagnesco e mi punta un dito contro.

"Hai bevuto dal bicchiere di Erika!" ringhia.

Credo di essere diventata minuscola, non ho il coraggio di rispondergli. Anche perché avrei dovuto dirgli che non sapevo di chi fosse quel dannato bicchiere.

"Tua madre ha acconsentito a farti restare qui" sbuffa "le ho detto di Vins e Carl e mi ha dato piena fiducia"

"T-tu li hai visti?" chiedo tremante.

"Visti?" sorride "li ho malmenati"

Dylan ha picchiato Carl e Vins? Eravamo soli nel parcheggio, non poteva averci visti nessuno.

"Resto anche io allora?" chiede Stef.

"No, tu vai ed assicura alla signora Green che Kim sta bene" ordina Dylan.

La mia amica mi posa un bacio sulla guancia e mima con le labbra un ansioso 'buona fortuna'.
Ogni suo passo verso la porta mi fa sentire sempre peggio, sempre più ansiosa, sempre più impaurita.
Mi rendo conto di avere ancora una volta il respiro accelerato e le mani che tremano.

"Smetti di tremare come una cogliona" sibila Dylan "qui dentro non entreranno"

"Io ho paura di te" fottuto Kim-Filtro.

Sul suo viso passano emozioni indistinguibili, qualcosa di simile allo stupore, poi alla rabbia.

"Oh, fai bene" sorride malizioso, ed io mi sento già meglio... Perché la sua dentatura perfetta e le fossette agli angoli della bocca hanno risvegliato la mia libido e mi hanno momentaneamente distratta dall'inferno che mi aspetterà domani.

"Che ne dici di toglierti quello straccetto ora?" ammicca Dylan.

Avvampo.

"Vuoi che te lo tolga io?" chiede.

"No" scatto in piedi sul letto , con il viso rosso di vergogna.

Il suo viso divertito mi riporta con i piedi per terra, o meglio, con il culo sul materasso.

"Ti porto un mio pigiama" dice.

"O-okay" rispondo, quando lui è gia alla porta.

Facciamo un secondo mente locale:
Stef e Dylan che fanno slalom, la ragazza dai capelli rossi e la birra dal sapore strano, Vins e Carl che mi portano fuori con la forza... E poi?

"Metti questo" Dylan mi lancia un pigiama grigio in faccia "e muoviti a venire a letto"

Cosa significa venire a letto? Avrebbe dovuto dire 'andare a letto'.
Vuole dormire con me? Oh no no no!

"Voglio solo tenerti d'occhio" sospira "Erika ha il brutto vizio di sciogliere pasticche nella birra"

Ecco il perché del sapore strano.

"Mi ha drogata?" chiedo

"Diciamo che eri consenziente quando hai fatto quel lungo sorso" sbuffa.

Mi giro velocemente verso la porta alle mie spalle sperando che sia un bagno, apro la porta e la richiudo velocemente senza neppure accendere la luce.
Sfilo lentamente il vestito, poi le scarpe. Infilo i pantaloni del pigiama di Dylan e tolgo il reggiseno, per poi infilarmi la sua maglia.

"Se mi volevi morto eri a buon punto, avresti potuto evitare di vestirti di nuovo" ride una voce familiare.

"Ehm... Kim.. Quella in cui sei entrata è la camera di mio fratello Jim." dice serio Dylan da dietro la porta.

Oh, vi prego! Alieni, serial killer, rapitori dove siete quando ho bisogno di sparire nel nulla!?

"Dylan" piagnucolo e lui spalanca di colpo la porta irrompendo nella stanza.

"Se l'hai solo sfiorata..." ringhia lui

"Ha fatto tutto lei" alza le mani Jim.

Sgattaiolo piano verso la porta, cercando di uscire da quella situazione imbarazzante. Se sono abbastanza silenziosa dovrei riuscire ad infilarmi nel letto mentre loro si ammazzano e riuscire perfino ad addormentarmi. Mi volto per essere sicura che non mi stiano guardando e... BOOM. Stipite della porta preso in pieno.

"Ce l'avevo quasi fatta,cazzo!" impreco.

Un Amore RubatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora